Convegno su Aldo Moro all'Unical con Zanda e De Mita

13 mag 17 "Negli anni Settanta ho collaborato con Cossiga e in quel periodo ho avuto modo di conoscere Aldo Moro. Cossiga e Moro erano due personalità notevoli, in un tempo in cui l'Italia era densa di grandi personalità, due leader di un tempo passato, veri capi di partiti". Lo ha dichiarato Luigi Zanda capogruppo del Pd al senato, parlando ai giovani nel corso del convegno su "Aldo Moro e l'intelligence. Il senso dello Stato e la responsabilità del potere", in corso di svolgimento all'Università della Calabria, organizzato dal Centro di Documentazione Scientifica sull'Intelligence dell'ateneo calabrese, nella settimana in cui ricorre il trentanovesimo anniversario dell'omicidio dello statista democristiano. "Oggi - ha proseguito - la situazione è completamente cambiata, e mi chiedo come sia possibile che a quel periodo sia seguita una generazione modesta e incolore. Siamo passati da leader di partito a partito del leader, un fenomeno che si ripete in quasi tutte le democrazie occidentali. È difficile definire il rapporto tra grandi personalità, ma ho sempre pensato che Moro considerasse Cossiga un allievo intelligente, una personalità politica promettente che poteva essere utile al suo disegno politico, e Cossiga aveva accettato silenziosamente questo ruolo. Tra i due ci furono anche delle tensioni, che hanno avuto a che fare con problemi relativi all'organizzazione dello Stato e alla smilitarizzazione della polizia. Discussioni che durarono anche a lungo, ma che rappresentavano il loro forte punto di contatto".
Legge elettorale. "Le leggi elettorali sono le più complesse e mi auguro sia arrivi il prima possibile ad un accordo". Lo ha detto Luigi Zanda, capogruppo del Pd al senato, parlando con i giornalisti a Rende. "È necessario trovare un equilibrio - ha aggiunto - tra la rappresentanza e la governabilità. Personalmente preferisco i collegi elettorali uninominali, perché penso sia una formula che avvicina i cittadini alle istituzioni e ai loro rappresentanti. Un sistema totalmente proporzionale non credo sia adatto al momento che attraversa il Paese".
Moro "Aldo Moro è stato forse il più grande pensatore politico che ha avuto il nostro Paese nel dopoguerra. La sua morte, credo, abbia cambiato il destino dell'Italia e ha influito sul nostro futuro". Lo ha detto il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, parlando con i giornalisti a margine dell'incontro "Aldo Moro e l'intelligence. Il senso dello Stato e la responsabilità del potere", in corso all'Università della Calabria, a Rende, organizzato dal Centro di documentazione scientifica sull'Intelligence dell'ateneo calabrese, nella settimana in cui ricorre il trentanovesimo anniversario dell'omicidio dello statista democristiano.
Migranti. "Il problema dei migranti è un problema epocale. Di certo l'Italia è il Paese che ha fatto di più, anche con grandi atti di eroismo da parte degli operatori. La soluzione va ricercata nella fine delle guerre, e deve arrivare il lavoro, soprattutto nel continente Africano". A dirlo è il senatore del Pd Luigi Zanda, oggi a Rende.

De Mita: Ricordare Moro per superare sbandamento. "Uno dei più grandi protagonisti della democrazia in Italia. La sua morte, però, ha spostato il dibattito sull'omicidio, piuttosto che sulla sua figura di statista, quando in realtà chi l'ha rapito e ucciso ha confessato. Ricordare la nascita della democrazia e la figura di Moro può aiutarci a correggere lo sbandamento dell'equilibrio democratico che sta vivendo il Paese". Lo ha detto Ciriaco De Mita, Segretario nazionale della DC 1982-87, intervenendo al dibattito su Aldo Moro all'Università della Calabria, organizzato dal Centro di Documentazione Scientifica sull'Intelligence dell'ateneo calabrese, nella settimana in cui ricorre il trentanovesimo anniversario dell'omicidio dello statista democristiano.