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Nessuna diffamazione a Gentile, Occhiuto assolto
Nessuna diffamazione a Gentile, Occhiuto assolto 06 giu 17 Nessuna diffamazione a Pino Gentile da parte di Mario Occhiuto. Lo ha deciso il Tribunale di Cosenza oggi, con una sentenza assolutoria, pronunciata dal Giudice Monocratico del Tribunale di Cosenza, dr.ssa Claudia Pingitore. La decisione al termine del procedimento penale, che vedeva imputato l'attuale Sindaco della Città dei Bruzi, Arch. Mario Occhiuto, del reato di diffamazione aggravata in danno dell'On. Giuseppe Gentile, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria. Il procedimento traeva origine dalla denuncia-querela presentata dallo stesso Gentile, in data 9 ottobre 2014, nella quale il querelante lamentava la lesione dell'onore, della rispettabilità e del prestigio personale a seguito di un post pubblicato dal Sindaco Occhiuto, sulla sua pagina Facebook, in data 26 settembre 2014, in cui lo stesso, criticando un certo modo di fare politica, invitava gli elettori ad opporsi a sistemi di pressione mafiosa, dovendo le adesioni ad un progetto, prima, ed il voto, poi, essere liberi e spontanei, e non frutto di coercizioni e pressioni; il post di Occhiuto era conseguente al "fenomeno" verificatosi in occasione della presentazione della candidatura a Presidente della Provincia di Cosenza, ove diversi consiglieri comunali, che avevano dapprima sottoscritto ed appoggiato la sua candidatura, avevano poi irritualmente "ritirato" tale sottoscrizione per presentarla, successivamente, in favore del candidato indicato da NCD e dal Gruppo Gentile. Svolte le indagini del caso, l'Ufficio di Procura — per ben due volte — richiedeva l'archiviazione del procedimento, ma il difensore della persona offesa, avv. Guido Siciliano, si opponeva alla richiesta di archiviazione; tale richiesta veniva accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari, il quale disponeva, pertanto, che il Pubblico Ministero formulasse l'imputazione, nei confronti dell'Occhiuto, per il reato di diffamazione aggravata, ritenuto l'uso del termine "pressioni mafiose" e l'invito a rifiutare "i voti della mafia e di Gentile" offensivi dell'onore e del decoro di Pino Gentile. Nel corso dell'Istruttoria dibattimentale veniva sentita la persona offesa Giuseppe Gentile, nonché altri testimoni chiamati a deporre sui fatti sopra menzionati, che confermavano lo sdegno e la rabbia di Mario Occhiuto, per il "dietrofront" imposto a diversi amministratori locali della Provincia, e veniva sentito lo stesso Occhiuto, che spiegava di aver voluto criticare un comportamento politicamente ed eticamente inaccettabile, senza alcun attacco alla persona. Oggi si è svolta la requisitoria del Pubblico Ministero, il quale ha chiesto l'assoluzione dell'imputato, poi, la discussione del patrono di parte civile, avv. Guido Siciliano, il quale ne ha invece sollecitato la condanna; quindi ha preso la parola il difensore dell'imputato, avv. Nicola Carratelli, il quale ha dimostrato come il contenuto del post dell'Arch. Occhiuto non travalicasse io alcun modo i limiti del corretto esercizio del diritto di lirica e, soprattutto, come l'aggettivo <<mafioso» fosse da intendere non come una critica personale all'on. Gentile, ma, se anche nella sua accezione negativa, come usato correntemente, in quanto volto a censurare una certa tendenza prevaricatrice. Il Giudice, dr.ssa Claudia Pingitore, all'esito della Camera di Consiglio, in totale accoglimento della tesi difensiva, ha assolto il Sindaco Mario Occhiuto con la formula "perché il fatto non costituisce reato".
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