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Legnochimica, la Procura revoca l'incarico al prof. Sindona. Ancora nessuna bonifica
Il Procuratore aggiunto Marisa Manzini e il Procuratore capo Mario Spagnuolo
Legnochimica, la Procura revoca l'incarico al prof. Sindona. Ancora nessuna bonifica 24 gen 17 Non è piaciuto affatto in Procura il ritardo, quasi un anno, che il consulente per l'inchiesta sull'inquinamento nell'area dell'ex Legnochimica, il prof. Giovanni Sindona dell'Università della Calabria, ha fatto senza aver mai depositato alcuna memoria al Tribunale di Cosenza. L'incarico conferito nel marzo del 2016 avrebbe dovuto avere un termine di 60 giorni (maggio 2016) entro i quali il docente avrebbe dovuto rilasciare la sua relazione. Ma proprio ieri, su di un quotidiano, è apparsa una dichiarazione del docente in cui venivano appalesate delle motivazioni del ritardo sulla relazione. Non solo. nello stesso articolo si fa riferimento al contenuto della stessa relazione che ancora non è stata depositata. A questo punto il Porcuratore Aggiunto, Marisa Manzini ha dato incarico al Nipaf (il Nucleo investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale dell'ex CFS, dal primo gennaio confluito nei Carabinieri) che si occupa dell'inchiesta, di revocare immediatamente l'incarico al Prof. Sindona. L'area di terra dell'ex Legnochimica, lo ricordiamo, è fortemente inquinata da metalli pesanti e nello scorso giugno 2016 la Manzini chiuse le indagini che vedevano coinvolto il Sindaco di Rende Marcello Manna per omissioni di atti di ufficio e altri soggetti dell'Amministrazione Comunale di Rende oltre ai vertici della Legnochimica accusati di inquinamento ambientale. I militari del CFS sequestrarono l'intera zona e due terreni vicini dove persistono 15 pozzi alcuni dei quali utilizzati a scopo irriguo e per l'allevamento del bestiame oltre che ad uso industriale ed uno, addirittura, da una industria alimentare. Nell'area, inoltre, oltre al'olezzo continuamente denunciato dagli abitanti, si continuano a verificare incendi dovuti, probabilemnte, all'autocombustione dei prodotti chimici scaricati di continuo nel terreno che provocano il rilascio di sostanze tossiche nell'aria. Nella zona non sono mai state eseguite operazioni di bonifica e per questo motivo anche il liquidatore della Legnochimica, Pasquale Bilotta, è finito nel registro degli indagati. Per la Procura Bilotta non ha provveduto a bonificare l'area di pertinenza alla Legnochimica. Diverse le iniziative attivate da movimenti politici e associazioni affinchè la zona venga riportata in salubrità. Ma ad oggi non si era mosso alcunchè. Giusto il Procuratore Mario Spagnuolo dopo il suo recente insediamento ha sottolineato che nel mirino ha tra l'altro, la salute dei cittadini e l'ambiente. Così dopo i controlli nell'Ospedale dell'Annunziata che hanno svelato una inenarrabile realtà con sequestri di sale operatorie e reparti, la Procura vuole chiudere al più presto l'affare più spinoso che riguarda la Legnochimica. Dalla Regione silenzio assoluto.
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