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I beni di Citrigno non andavao sequestrati, lo ha deciso la Cassazione

 

 

I beni di Citrigno non andavao sequestrati, lo ha deciso la Cassazione

24 feb 16 La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura generale di Catanzaro contro il provvedimento della Corte d'appello che aveva deciso la revoca della confisca dei beni della famiglia Citrigno disposta dal Tribunale di Cosenza. La notizia è stata resa nota da Alfredo Citrigno, presidente dell'omonimo gruppo imprenditoriale. I difensori della famiglia Citrigno, gli avvocati Salvatore Staiano, Ugo Celestino, Sergio Rotundo, Sergio Calabrese, Gianfranco Giunti, Massimo Lafranca, Raffaele Brescia ed i consulenti Claudio Schiavone e Giuseppe Bilotti, in una nota, hanno espresso "soddisfazione per il provvedimento emesso dalla Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura Generale". "La Cassazione ha accolto in pieno - prosegue la nota - le tesi sostenute dalla difesa, confermando l'impianto del provvedimento assunto dalla Corte d'appello di Catanzaro nel luglio dello scorso anno, che aveva escluso la pericolosità sociale di Pietro Citrigno, fugando al tempo stesso ogni dubbio sulla legittima provenienza e formazione del patrimonio di cui sono titolari i figli del Citrigno. Peraltro, lo stesso Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, nel rassegnare le proprie motivate richieste, aveva già concluso per l'infondatezza del ricorso della Procura generale di Catanzaro. Il provvedimento della Suprema Corte pone così fine ad una vicenda giudiziaria durata circa 18 mesi, durante i quali il patrimonio di cui sono titolari i figli di Pietro Citrigno era stato sottoposto alla misura reale del sequestro di prevenzione ed alla successiva confisca, provvedimenti che, per fortuna, non hanno minato affatto la solidità patrimoniale ed economica delle società partecipate dai figli di Citrigno ed operanti in diversi settori imprenditoriali".

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