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    Pif a Cosenza incontra gli studenti per una lezione di legalità

     

    Pif in giro per il MAB di Corso Mazzini

     

    Pif a Cosenza incontra gli studenti per una lezione di legalità

    13 dic 16 "Quando incontro i ragazzi ho sempre avuto difficoltà nel rispondere, perché ti guardano pensando che tu abbia la verità in tasca. Incontrarli però è fondamentale perché sono convinto che anche al più disattento qualcosa resta sempre". Lo ha detto Pif, regista e attore, parlando con i giornalisti dopo aver ricevuto il "Premio Agis Scuola Nazionale" a Cosenza. "La domanda più difficile - ha detto -è sempre stata: la morte di Falcone è stata inutile? Cercavo risposte politicamente corrette per dare un insegnamento. In realtà un giorno ho capito che la risposta è: dipende da noi. Perché se mi rubano il motorino e invece di andare dai carabinieri pago il mafioso, allora sì, Falcone e chiunque altro è morto inutilmente". Più di 2000 alunni degli istituti superiori del cosentino hanno assistito all'incontro inserito nel cartellone de "La Primavera del Cinema Italiano", che ha ospitato l'avvio de "La Scuola a cinema", promosso da CGC e dall'associazione Anec-Calabria in collaborazione l'Agis Scuola Nazionale.

    PIF, ovvero Pierfrancesco Diliberto, è il regista del film, campione di incassi e vincitore del David Giovani “La mafia uccide solo d'estate”. Costruito come un romanzo di formazione, La mafia uccide solo d'estate trova la sua rilevanza in quello che racconta e la sua forza in come lo narra e come rappresenta la mafia senza indulgenze celebrative. Più di 2000 studenti degli istituti superiori della provincia ad accoglierlo. All’interno della IX edizione de “La Primavera del Cinema Italiano” ed esordio della XVIII edizione de “La Scuola a cinema”, progetto promosso dalla Società CGC e dall’associazione Anec-Calabria, in collaborazione l’Agis Scuola Nazionale.

    Una manifestazione giunta alla XVIII edizione dedicata diversi temi: ”rapporti generazionali”, “multiculturalismo”,“immigrazione”, “precariato” ed “educazione alla legalità”. Per un intero anno gli studenti delle scuole partecipanti visionano pellicole importanti e per di più nel buio di una sala cinematografica. Domani, mercoledì 12 dicembre, i ragazzi avranno la possibilità di incontrare il loro beniamino.

    Pif premiato da Alessandro Russo e Pino Citrigno

    PIF conduttore e autore televisivo siciliano, ma anche regista e attore, forte dei premi ricevuti per la sua opera prima La mafia uccide solo d'estate, un'opera preziosa che raccoglie molte delle sue riflessioni sulla mafia, è riuscito a conquistare pubblico e critica. L'esordio alla regia avviene con La mafia uccide solo d'estate, che gli permette di vincere due David di Donatello (tra i quali uno per il miglior regista esordiente), un European Film Awards e due Nastri d'Argento. Definito un film di "cinema civile", sospeso tra comicità e dramma, racconta la visione infantile, adolescenziale e adulta della mafia, secondo l'autore stesso. Sfruttando la propria autobiografia, Pif trova il modo di raccontare e commemorare gli storici eroi italiani caduti in una delle più grandi guerre vissute, e ancora oggi combattute, tra il nostro Stato e la criminalità organizzata. E' tornato dietro la macchina da presa con In guerra per amore, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2016. La mafia uccide solo d'estate nel suo film di esordio, Pif contempla il fascino sinistro dell'eroe del male, incarnato nel film, da Giulio Andreotti e allargato a una lunga serie di 'persone perbene'e istituzionali fino alla bassa macelleria criminale, scartando i sentimenti retorici e i cliché che veicolano l'idea dell'immutabilità della Mafia. Nato in una regione incline al fatalismo come la Sicilia, Pif fa qualcosa di più che dimostrare la parabola discendente di Cosa Nostra, scegliendo come protagonista un ragazzino che coltiva sogni, speranze e illusioni e che imparerà a sottrarsi alle regole del gioco sentendosi e volendosi 'diverso' rispetto alla cultura diffusa di cui la criminalità organizzata è espressione. I padrini forti e arcaici visti sempre nella loro sacralità di potenti e cattivi vengono 'rovesciati' in una storia drammaturgicamente valida e capace di scendere dentro le cose. Cinema impegnato in prima linea, che arriva col sorriso fino in fondo, fino a sentire e a far sentire un dolore lancinante, La Mafia uccide solo d'estate capovolge il comico in tragico ricordandoci che ribellarsi è possibile. Il film porta a coscienza del protagonista e della sua città i mostri che stanno anche dentro chi li vorrebbe cacciare e che decide per questo di dichiarare guerra a una parte di sé. In guerra per amore una commedia che nasconde una visione indignata della realtà italiana passata e presente, con particolare attenzione allo strapotere mafioso in Sicilia. L'idea di partenza anche questa volta è buona: raccontare lo sbarco degli Alleati nel sud dell'Italia come un punto di svolta per le sorti non solo della Seconda Guerra Mondiale ma anche della diffusione tentacolare di Cosa Nostra. New York, 1943. Arturo Giammarresi, palermitano trapiantato in America, sogna di sposare la bella conterranea Flora, ma lei è già promessa a Carmelo, figlio del braccio destro di Lucky Luciano. L'unico modo per ottenere la mano di Flora è quello di chiederla direttamente al padre della donna, rimasto in Sicilia. E siccome anche gli Alleati stanno per sbarcare in Trinacria Arturo si arruola nell'esercito americano e approda nel paesino di Crisafulli dove comandano, in ordine sparso, la Madonna, il Duce, il boss locale Don Calò e un pugno di gerarchi fascisti. I destini di Arturo si incroceranno con quelli degli abitanti di Crisafulli e soprattutto di un tenente dell'esercito yankee, l'italoamericano Philip Chiamparino, entrato in guerra per amore del suo Paese e dotato di un senso alto dell'onore.

    Dal 9 al 17 dicembre, attori e registi di fama nazionale e internazionale popoleranno le nove giornate, tra proiezioni di film, incontri- dibattiti, mostre, concerti ed eventi glamour. Una full immersion nelle nuove tendenze del grande schermo. Cosenza sarà lo scenario di una kermesse che si distingue per la sua originalità nel panorama nazionale: un festival con su due comode scarpe da tennis! L’inconfondibile logo che lancia un evento fuori dagli schemi e che promuove i nuovi talenti del cinema italiano, questa volta sotto il sole del Sud.Ad ideare la manifestazione l’Associazione culturale “Le Pleiadi”, il suo Presidente, Giuseppe Citrigno e il direttore artistico, Alessandro Russo. Le sei pellicole in concorso, proiettate al SuperCinema Modernissimo e al Cinema San Nicola, sono tra le novità più interessanti del panorama nazionale. “Fuocoammare” di G. Rosi; “Lo chiamavano Jeeg Robot” di G. Mainetti; “Un Paese quasi perfetto” di M. Gaudioso; “Perfetti Sconosciuti” di P. Genovese, “Veloce come il vento” M. Rovere, “Gli ultimi saranno gli ultimi” di M. Bruno. Circa trenta film in programmazione, nelle giornate del festival, articolate nelle sezioni: Primavera off; Primavera under; Backstage; Set Calabria; Set Italiani; Il giardino dei talenti e Una finestra sull’Europa.

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