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A Cosenza il PD ricorre ai Big per non fare flop
Presta nell'ultima riunione con Guerini che presenta la sua candidatura
A Cosenza il PD ricorre ai Big per non fare flop 16 apr 16 Che l’aria fosse “frizzante”, passatemi il termine modesto, all’interno del PD cosentino non è una novità. Dopo l’exploit delle forzate dimissioni anticipate del sindaco Occhiuto, portate a termine da una sapiente regia, i democrat provano a tenere insieme i pezzi. E’ storia di questi giorni delle deivisioni nel centro sinistra che hanno portato a ben tre candidature. Quella di Presta, quella di Paolini e quella di Formisani. Una frattura insanabile che il segretario Magorno ha provato, e dobbiamo dire sta provando, a risanare anche in questi giorni. L’ultima operazione, dopo quella fallita di recuperare NCD ed i Gentile, a proposito si aspetta il 22 per capire se saranno in quota Paolini o se autonomi, è quella della lista “di ferro”. A proporla nientemeno che Luca Lotti (nella foto a destra), braccio destro, o sinistro, fate voi, di Renzi, imbeccato dallo stesso Magorno visibilmente preoccupato dopo la plateale prova muscolare di Occhiuto che ha stra-riempito il Citrigno. I Dem fanno la conta e non trovano tutti quei numeri che pensavano di avere nell’urna che porta dritti allo scranno di Palazzo dei Bruzi. Così pare che proprio il segretario regionale abbia informato lo stesso Renzi che a sua volta ha dato mandato a Lotti di venirne a capo. Da qui la “lista di ferro”. Cioè una lista composta da parlamentari cosentini, deputati e senatori, e consiglieri regionali capeggiata da Carlo Guccione. Idea subito sottoscritta dalla Bruno Bossio che reputa come un segnale di forza e non di “insicurezza” come da più parti le attente analisi politiche dipingono. Carlo Guccione, che nella prima uscita al Citrigno di Presta stava ben saldo sulla seggiola nella zona alta della della sala ad osservare il panorama ai suoi piedi, si lamenta, però, del mancato apporto di una lista del Governatore. Disponibile all’operazione lista di ferro l’ex assessore regionale ha espresso il suo rammarico che Oliverio “che governa da 15 mesi la Regione” non faccia parte di questa tornata che “si annuncia difficile e complessa” dice. “Nessuno può tirarsi fuori” aggiunge dando la sua disponibilità al progetto. Nessuna ripicca ne vendetta trasversale ma è evidente che all’interno dei democrat non tutto fila liscio come l’olio. Intanto per lunedì prossimo è indetta l’ennesima riunione al vertice con il PD orientato a schierare tutti i pezzi da “90”. La paura di qualche disimpegno è più che reale. Dopo le fibrillazioni per arrivare alla candidatura unica “romana” si cerca di ricomporre i pezzi. La soluzione sarà quella che porterà davvero ad un beneficio? Lunedì ne sapremo di più. Forse.
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