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    Blitz dei CC alle cosche Cicero-Lanzino-Rango: 14 arresti per usura, tra loro Modesto

     

     

    Blitz dei CC alle cosche Cicero-Lanzino-Rango: 14 arresti per usura, tra loro il calciatore Modesto

    29 ago 16 Maxi blitz dei carabinieri del Ros e quelli del Comando provinciale di Cosenza che stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 persone appartenenti ad un'organizzazione dedita a usura e estorsioni aggravate dalle finalità mafiose. Al centro delle indagini del Ros un gruppo emanazione delle cosche Cicero-Lanzino e Rango-Zingari, egemoni su Cosenza che, utilizzando i capitali della 'ndrangheta, davano prestiti a tassi del 30% mensile. Tra gli arrestati un calciatore professionista che ha giocato in serie A e B, Francesco Modesto. Modesto, 34 anni, di Crotone, è attualmente svincolato. Nella sua carriera ha giocato in squadre quali Palermo, Reggina, Genoa, Bologna, Parma e Crotone.

    In manette sono finiti: Gianfranco Bevilacqua, Massimo Brunetti, Luisiano Castiglia alias "Mimmo", Ermanna Costanzo, Giuseppe De Cicco, Domenico Fusinato, Giuseppe Garofalo, Giovanni Guarasci, Danilo Magurno, Francesco Magurno, Mario Mandoliti, Francesco Antonio Modesto, Francesco Patitucci ( già detenuto nel carcere de l'Aquila), Maurizio Rango (già detenuto).

    -- Gli ingaggi di Modesto utilizzati dal suocero per prestiti usurai

    Arresti grazie anche a pentito. Il provvedimento emesso dalla DDA di Catanzaro scaturisce dall’esito delle risultanze investigative incentrate principalmente sulla raccolta e analisi delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Calabrese Violetta, che hanno consentito di far piena luce sulla ramificata attività di usura posta in essere dagli odierni indagati, a vario titolo, per conto delle cosche federate “LANZINO-CICERO” e “RANGO-ZINGARI” egemoni sulla città di Cosenza, utilizzando il denaro contante proveniente dalla cosiddetta “bacinella” la cassa comune della ‘ndrangheta cosentina.

    Tentarono di uccidere fratello pentito. Per fermare sul nascere la collaborazione con la giustizia di Roberto Violetta Calabrese, contabile dell'organizzazione, i clan cosentini attentarono alla vita del fratello Sandro. È quanto emerge dall'inchiesta "Laqueo" condotta dai carabinieri del Ros e coordinata dalla Dda di Catanzaro, che oggi ha portato all'arresto di 14 persone. Il tentato omicidio viene contestato a Mario Mandaliti, 50 anni. L'episodio risale al 6 marzo 2013 negli stessi istanti in cui il nuovo pentito stava rendendo le sue prime dichiarazioni ai pm della Dda. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, quel pomeriggio due uomini a bordo di un'auto si sarebbero avvicinati al solarium di proprietà dei familiari del collaboratore di giustizia. Dietro i vetri dell'attività commerciale si trovavano il fratello e il padre del pentito. I due obiettivi del killer sarebbero però riusciti a scampare all'agguato buttandosi a terra e schivando i due colpi sparati in rapida successione. Avvertito di quanto accaduto poco prima Roberto Violetta Calabrese davanti ai magistrati che lo interrogavano ha fatto mettere a verbale: "Atteso quanto avvenuto sono ancora più determinato nel mio proposito di collaborare con la giustizia".

    Usura a tassi del 30%. I puntuali riscontri effettuati alle dichiarazioni del collaboratore, hanno documentato l’esistenza di un collaudato sistema usurario posto in essere da alcuni affiliati alle citate consorterie che, in totale accordo, utilizzando denaro della “bacinella” della ‘ndrangheta cosentina, elargivano rilevanti prestiti ad imprenditori in difficoltà economiche, prevalentemente del settore edile, con l’imposizione di tassi d’interesse sino al 30% mensile. E’ stato accertato come il recupero dei crediti erogati ed il rispetto degli accordi usurari venissero garantiti anche con il ricorso a violenze e minacce nei confronti degli stessi imprenditori.

    Luberto: Usura Bot delle cosche. "L'usura sono i Bot della criminalità organizzata". Così il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto ha spiegato l'importanza dell'operazione "Laqueo" che ha portato all'arresto di 14 persone, tra le quali il calciatore Francesco Modesto, con l'accusa, a vario titolo, di usura, estorsione e tentato omicidio. "I personaggi coinvolti nell'inchiesta - ha aggiunto - dimostrano come la 'ndrangheta gestisca in prima persona il mercato dell'usura". Una presenza affatto celata agli imprenditori vittime che venivano intimorite spiegando che i soldi prestati venivano direttamente dalla "bacinella" della cosca, la somma comune usata per le spese dei clan.
    "L'usura - ha aggiunto il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri - è una piaga che blocca l'economia del territorio ed è un fenomeno strettamente collegato alla criminalità organizzata. Siamo attenti e sensibili al tema e speriamo di poterlo contrastare sempre più efficacemente con il previsto rafforzamento dell'organico della Procura". Bombardieri ha poi lanciato un appello ai calabresi: "È importante il ruolo della società civile che deve stare accanto a chi denuncia. Più che le minacce è l'isolamento a portare i testimoni di giustizia fuori dalla Calabria. È successo che negozi che erano pieni di clienti si svuotavano dopo le denunce del commerciante, in passato chi si è ribellato al potere dei clan è stato isolato". Luberto si è rivolto agli imprenditori vittime delle cosche: "Denunciare conviene anche economicamente, per le vittime si garantisce l'accesso a fondi anti usura. Non ci sono ragioni per indugiare nella denuncia". Alla conferenza stampa ha partecipato anche il capitano del Ros Giovanni Migliavacca. "L'attività investigativa - ha spiegato - ha consentito di svelare come gli imprenditori sotto usura fossero vittime anche di estorsioni, costretti a effettuare lavori gratuitamente, a far lavorare ditte segnalate dai clan o addirittura assumere personaggi dell'organizzazione criminale". Il colonnello Milko Verticchio, comandante del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Cosenza, ha infine reso noto che durante le perquisizioni effettuate questa mattina sono stati rinvenuti assegni e altro materiale che potrà consentire ulteriori sviluppi alle indagini.
    "Una operazione ottima, molto efficace, condotta dalla Procura distrettuale di Catanzaro, che ancora una volta dimostra l'impegno e la professionalità dei propri magistrati". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti a margine dell'incontro del Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta, commentando l'operazione dei Ros e del Comando provinciale di Cosenza che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 persone appartenenti ad un'organizzazione dedita a usura e estorsioni aggravate dalle finalità mafiose.

    Assunzioni nelle imprese taglieggiate. In tale ambito, è altresì emersa l’imposizione di assunzioni e la realizzazione di lavori edili in favore degli indagati e di imprese agli stessi riconducibili, quale corrispettivo delle somme di denaro dovute dalle vittime al sodalizio. Nel medesimo contesto investigativo è stato documentato il coinvolgimento di uno degli indagati, Mario Mandoliti , legato a Luisiano Castiglia, elemento di spicco della cosca “Lanzino-Cicero”, nel tentato omicidio di Sandro Calabrese Violetta , fratello del collaboratore di giustizia, consumato nei giorni immediatamente successivi alla sua defezione e finalizzato a farlo recedere dall’avviata collaborazione con la giustizia.

    Modesto finanziava la cosca. E’ stato, altresì, accertato -secondo l'accusa della DDA- il coinvolgimento nell’attività di finanziamento della cosca del calciatore professionista, attualmente svincolato, Francesco Antonio Modesto, già in forza al Crotone Calcio e militante in passato di numerose società calcistiche di serie A e B. L’operazione odierna, coordinata dal procuratore Capo di Catanzaro dr. Nicola Gratteri, dai Procuratori Aggiunti, dr. Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e dal Sostituto Procuratore, dr. Pierpaolo Bruni, attualizza uno sforzo investigativo in atto da diversi anni sulla città di Cosenza, evidenziando come le cosche federate “CICERO-LANZINO” e “RANGO-ZINGARI”, benché fortemente ridimensionate, siano comunque sempre attive nella gestione degli affari illeciti.

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