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    I Rom trasferiti nella tendopoli

     

     

    I Rom trasferiti dal Ferrohotel alla tendopoli, iniziato il trasloco da Vaglio Lise

    25 giu 15 Una settantina di rom che erano stati temporaneamente alloggiati in un albergo di Cosenza, il Ferrhotel, dopo un incendio nel campo in cui vivevano, sono stati trasferiti stamani nella tendopoli allestita dall'Amministrazione comunale nei pressi della stazione ferroviaria Vaglio Lise. L'operazione è stata coordinata dalla Prefettura di Cosenza. Nei giorni scorsi era cominciata anche l'operazione di demolizione del campo altri cittadini di etnia rom. La tendopoli è stata allestita in attesa di una sistemazione definitiva.

    Contemporaneamente le forze di polizia stanno provvedendo al trasferimento dei rom accampati vicino al fiume alla tendopoli. Mezzi del Comune e della Protezione Civile stanno provvedendo alla distruzione delle baracche nel campo e nellla bonifica della zona. I rom vengono trasferiti alla tendopoli a bordo di un autobus appena lasciano le baracche.

    Occhiuto: Messo fine a serio problema. Il sindaco Mario Occhiuto tiene ad esprimere soddisfazione per come stanno procedendo, tuttora in corso, le operazioni di trasloco dei cittadini rom dal campo abusivo sulle sponde del fiume Crati e dal Ferrhotel, al campo di emergenza provvisorio allestito dall’Amministrazione comunale a Vaglio Lise, nei pressi della stazione ferroviaria. “Finalmente – afferma Occhiuto – possiamo dire di avere affrontato con determinazione un problema ereditato e che purtroppo si protraeva da un esecutivo all’altro senza che nessuno riuscisse a cambiare le cose. Questo, a dimostrazione che per il bene della collettività non giriamo la faccia dall’altro lato. Stamattina, su applicazione della mia ordinanza e in sinergia con la Prefettura, sono state avviate le operazioni di trasloco dei rom presenti nella struttura del Ferrhotel e quelle di sbaraccamento del campo abusivo sugli argini del fiume. Qui, in particolare, si contavano, fra recensiti e non, ben 700 persone che vivevano sottoposte a un serio rischio. Il campo provvisorio che la protezione civile, su nostro impulso, ha adesso realizzato a Vaglio Lise, ha difatti lo scopo di accogliere queste persone per scongiurare tutti i pericoli e le eventuali conseguenze a cui si andava incontro mantenendo la situazione inalterata. Dopo circa 15 anni e dopo più tentativi che abbiamo intrapreso nel periodo di questa consiliatura – aggiunge Occhiuto – ponendo sempre in primo piano il rispetto per la dignità delle persone, oggi si mette fine a un problema che è un problema di incolumità per chi abitava sul fiume, come pure per tutti gli altri cittadini. Esistevano rischi di igiene, salute e sicurezza pubblica per chiunque, data la possibilità di trasmissione di malattie. Inoltre, ringrazio la Polizia municipale per l’ottimo lavoro svolto nei diversi passaggi del trasloco eseguendo la mia ordinanza in maniera impeccabile e senza che si verificassero incidenti”. Successivamente, il Comune di Cosenza provvederà a bonificare totalmente l’area del fiume Crati interessata dalle baracche, con una serie di controlli che impediranno ulteriori insediamenti abusivi. Occorre annotare che, in contemporanea al maxi-trasloco, questa mattina, è iniziata un’azione di controllo costante e continuativo, attraverso video di sorveglianza, sull’area della stazione di Vaglio Lise dove sono state accolte le persone rom. Si tratta di prevenire così la diffusione di reati quali prostituzione minorile, furti di rame, incendi nocivi, eccetera. Come pure, allargando i controlli sul territorio, lo sfruttamento di minori, l’accattonaggio e la mancata scolarizzazione.

    Molinari: inopportuno. La grave emergenza immigrati, che nelle ultime settimane il nostro Paese è stato chiamato ad affrontare, mi ha indotto più di una riflessione in merito alla questione "rom" di Cosenza ed ai problemi dell'integrazione tra diverse comunità. Certo che la soluzione individuata dal Comune - una tendopoli - non mi sembra "risolutiva" di un problema che si trascina da tempo e anzi, l'allestimento nell'area delle pensiline della stazione cosentina di Vaglio lise di manufatti tipicamente emergenziali, non sono diversamente qualificabili se non con la parola "indecente". Un'azione approssimativa e di poco momento che non tiene conto, peraltro, della promessa italiana spesa in Europa contro ogni futuro "campo" e/o "tendopoli", seppur provvisori. Ma poi non si capiscono i motivi di tale decisione, compressi in un pseudo buonismo amministrativo che - nella memoria storica - ha sempre preceduto un certo affarismo interessato delle lobbies politiche di turno, da usare nell'impiego di provvidenze pubbliche ovvero da spendere nel mercato del consenso in vista di competizioni elettorali. Eppure so per certo dell'estrema varietà della realtà della comunità "rom" nel territorio cosentino, fatto del quale mi sembra che non si sia tenuto affatto conto nella ricerca di una sistemazione definitiva, seppur graduale, del problema. Quale sarà la sorte dei "rom" che non verranno sistemati nella tendopoli ? E coloro che troveranno alloggio nelle tende, ammesso che davvero restino lì per soli tre mesi, dove andranno in seguito ? E, se si è già pensato ad una sistemazione successiva, è stato preparato  il "dopo tenda" ? A me sembra che il messaggio che trapela dalla soluzione tendopoli sia quello di un territorio comunale preda dell'anarchia sul fronte dell'immigrazione e dell'integrazione; un luogo dove chi arriva, si sistema come e dove meglio crede. Occorre censire la comunità "rom" sul territorio comunale al fine di avere contezza della sua presenza perché il rischio che, di fronte a tale indeterminatezza, le istituzioni cittadine dirottino le già scarse risorse destinate alle categorie svantaggiate verso dei cittadini europei di altre nazioni che già trasferiscono - grazie all'arte di arrangiarsi, quando non con pratiche degradanti - risorse sottratte al territorio, è reale. E allora, eliminata la foglia di fico di un'integrazione improbabile, date le premesse, mi chiedo se non si stia buttando fumo negli occhi dei cosentini con soluzioni grottesche, senza disinnescare le pratiche criminali e, anzi, contribuendo ad alimentare le pulsioni razziste. Ritengo sia necessario, una volta recuperati i dati completi della presenza "rom" sul territorio comunale, stabilire regole di ammissione per chi viva nella legalità, pagando i tributi e adeguandosi alle regole della società civile. Rimane, di fronte all'indecifrabile progettualità dell'azione amministrativa comunale, i dubbi sul "cui prodest" e mi auguro che non si celi dietro questa iniziativa il tentativo di "qualcuno" di entrare ovvero allargare il business di certa cooperazione sociale e umanitaria "interessata". Sarò estremamente vigile in merito : i cosentini non meritano di continuare ad essere presi in giro.

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