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    I 60 anni di teatro di Graziano Olivieri in Commissione cultura

     

     

    I 60 anni di teatro di Graziano Olivieri in Commissione cultura

    03 ott 14 Se c’è un esempio di come sia labile il confine tra il teatro amatoriale e quello professionistico, quando il primo è fondato sul rigore, sulla gavetta vera, sulle prove interminabili e su un’eleganza formale particolarmente ricercata, questo risiede in tutti quegli apporti che al teatro ha dato il regista e attore Graziano Olivieri. I suoi lavori, alla testa di quei gruppi teatrali che lui si ostina a definire amatoriali, ma che tali, alla prova dei fatti, non sono, proprio per i continui sconfinamenti nel modo di recitare e di dirigere gli attori, propri del professionismo, costituiscono un raro esempio di come sia possibile, con la dedizione e l’impegno costanti, ottenere risultati insperati. L’impegno teatrale di Graziano Olivieri, cosentino d’adozione, è stato al centro di un vero e proprio tributo promosso dalla Commissione cultura del Comune di Cosenza che al regista e attore, originario di Bologna, ha voluto dedicare quasi una serata d’onore, tenutasi nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, in occasione dei suoi 60 anni di teatro. L’incontro, presenti buona parte degli attori che con Olivieri hanno condiviso un bel pezzo di strada, con il “Teatro Musicale Giovane Città di Cosenza” e poi con il “Progetto Teatro”, è stato aperto dal Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro. Alla Vice Presidente Maria Lucente il compito, invece, di tracciare un profilo dell’attore e regista. Quando arriva a Cosenza, nel ’57, Graziano Olivieri ha già al suo attivo quattro anni di frequenza ai corsi di recitazione per attori al Teatro sperimentale città di Bologna, la sua città. Di Ibsen e Gogol le prime messe in scena alle quali prende parte, appena ventenne, proprio a Bologna. Arrivato a Cosenza, l’incontro con un altro uomo di teatro a tutto tondo, Franco Monaco ed il suo “Piccolo Teatro di prosa cosentino” ha il sapore quasi della folgorazione. Lungo il sodalizio artistico che si sviluppa tra i due sul finire degli anni cinquanta. Ma tra gli incontri che hanno segnato il percorso artistico di Olivieri c’è anche quello con il regista Rai Enrico Vincenti. Sono gli anni del “Teatro Scuola” e degli sceneggiati radiofonici o radiodrammi che dir si voglia, trasmessi dalla sede Rai di Cosenza e ai quali Olivieri partecipa come attore, anche se il suo primo amore resta il teatro. Ed è col teatro che riafferma la presenza nel panorama culturale cosentino. Tra i lavori più apprezzati, “La Bottega dell’orefice” di Karol Wojtila, rappresentato, per la prima volta scenicamente nel 1980, anche al Teatro “Quirino” di Roma, “La calzolaia ammirevole” di Garcia Lorca, dal quale la Rai trae l’omonimo sceneggiato televisivo per la regia di Maurizio Fusco. Seguiranno, nel 1981,”Antologia di Spoon River” di E.Lee Master, riproposta qualche anno più tardi anche nell’ambito del “Progetto Teatro”, sorta di scuola di arte drammatica alla quale i giovani aspiranti attori possono accedere gratuitamente. Nell’excursus puntuale tracciato da Maria Lucente c’è posto anche per le ricostruzioni storiche itineranti nel centro storico portate avanti da Olivieri e dai suoi gruppi teatrali nel periodo compreso tra il 1987 ed il 1993. “Un momento magico per la città – lo ha definito la Lucente che, dovendo sintetizzare alcune delle caratteristiche dell’ospite speciale della Commissione cultura ne ha messo in evidenza “l’eloquio, lo stile, l’educazione. Non è ovvio, non è frequente. Ci fa piacere ancora oggi incontrare il suo sorriso elegante e garbato”. Anche il consigliere Mimmo Frammartino condivide il giudizio della collega Lucente considerando, in particolare, effervescenti gli anni compresi tra l’86 ed il ’91. A quei tempi Frammartino era assessore al teatro e allo spettacolo. E dell’impegno di Olivieri ha ricordato quello del “Teatro Musicale Giovane” e soprattutto la teatralizzazione in strada, con più di cento comparse, dell’ingresso a Cosenza di Federico II di Svevia, riproposta in un’occasione particolare: i 25 anni di Episcopato di Mons.Dino Trabalzini, allora arcivescovo di Cosenza. Poi la parola passa a Graziano Olivieri che, con grande senso dell’ironia, quasi anglosassone, ama definirsi “un diversamente giovane”. E poi ricorda alcuni momenti significativi che hanno contato molto nella sua formazione di attore e regista. “Se ho saputo fare qualcosa, devo ringraziare molto Enrico Vincenti, il suo impegno e quella autentica fucina che è stata il suo “Teatro Scuola” .Per la prima volta il Teatro è andato nelle piazze, a via Popilia, allo Spirito Santo o nel Duomo, con diverse rappresentazioni sacre”. Le esperienze di teatro a Cosenza di Graziano Olivieri sono state fissate in un libro, pubblicato nel 1993; “Noi, gli Amatoriali”, una sorta di summa e di riepilogo, con un corposo corredo fotografico, di tutta l’attività teatrale che ha caratterizzato quel periodo animato dal forte desiderio di calcare le scene, senza improvvisazione, ma al contrario con un rigore che, come detto, non aveva nulla da invidiare alle compagnie professionistiche. Altro periodo splendido evocato da Olivieri è quello del “Teatro Musicale Giovane” durante il quale Olivieri potè contare sul supporto di gente come il regista Giancarlo Tomassetti, prezioso nei suoi suggerimenti, di Cesare Berlingieri, eccellenti i suoi manifesti, di Anna Giannicola Lucente, per le ottime scenografie, di Luigi D’Elia, per i memorabili costumi.“Ringrazio il pubblico che mi ha voluto molto bene e che ha apprezzato il nostro teatro amatoriale di classe. Il ricordo è quello che ci affascina e che ci spinge a vivere nel migliore dei modi.” Due gli interventi dalla platea: del giornalista Pantaleone Sergi che ha ricordato il fermento teatrale a Cosenza, quando arrivò nella città dei Bruzi a metà degli anni ’70, e quello di Irene Olivieri, figlia di Graziano, ma qui nella veste di attrice dei gruppi teatrali amatoriali diretti dal regista. “E’ stata un’esperienza di vita. Ci ha dato moltissimo come persone e ad essere seri in tutto, perché le cose si ottengono – ci ha sempre ammoniti – studiando, provando e lavorando sodo”.

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