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    Incendiarono l'auto di un agente a Rossano, 3 fermi della Questura di Cosenza

     

    Accroglianò, Brogneri e Lefosse

     

    Incendiarono l'auto di un agente a Rossano, 3 fermi della Questura di Cosenza

    13 nov 14 Avevano incendiato l'auto di un poliziotto a scopo intimidatorio e per questo motivo tre persone sono state fermate questa mattina dalla Squadra Mobile della Questura di Cosenza. Gli arresti dopo che le indagini, svolte del Commissariato di Rossano, avevano appurato la loro identità, grazie alle immaggini delle telecamere di sorveglianza. L'intimidazione fu una sorta di vendetta nei confronti dell'agente che aveva permesso la cattura di Domenico Accroglianò arrestato per stalking nei confronti di una minore. In manette sono finiti Gianluca Brogneri 25 anni, Angelo Lefosse di 42 anni e Domenico Accroglianò 21 anni (attualmente detenuto presso il carcere di Catsrovillari per il reato di stalking) fermati per il reato di danneggiamento seguito da incendio, in concorso, con l'aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di un publico ufficiale. In particolare, l’Accroglianò si era reso responsabile del reato di atti persecutori continuati, per come previsto dagli artt. 81 c.p. e 612bis/1°-2° c.p., in danno di una minore. Tali atti si erano concretizzati in ripetute e continue condotte lesive dell’integrità psico-fisica della giovane, che a più riprese veniva fatta oggetto di una serie di attenzioni a sfondo persecutorio di vario genere. Le successive indagini, condotte da Personale del Commissariato della Polizia di Stato di Rossano, consentivano di raccogliere significativi riscontri in merito, tali da giustificare l’emissione della Misura Cautelare degli arresti domiciliari il 4 settembre scorso. Successivamente, nella tarda serata dell'8 ottobre, i vigili del fuoco intervenivano per spegnere le fiamme divampate dall’autovettura Ford “C-Max” in uso ad un Sovrintendente della Polizia di Stato, in servizio presso il Commissariato di Rossano. Le fiamme danneggiavano solo parzialmente la parte anteriore dell’auto. Successivamente, lo scorso 25 ottobre, sempre in quella via, veniva nuovamente data alle fiamme l'autovettura Ford. Questa volta l’incendio danneggiava l’auto irreparabilmente. Le indagini condotte nell’immediatezza dell’evento consentivano di risalire agli autori materiali del fatto, che venivano individuati nei tre fermati. Si accertava che le motivazioni alla base del fatto risiedevano nel profondo risentimento che l’Accroglianò’ nutriva nei confronti della Polizia di Stato ed, in particolare, nei confronti di un Sovrintendente di Polizia, per l’attività che lo stesso aveva svolto in relazione all’arresto del predetto, di Gianluca Brogneri e Giuseppe Nigro , per il reato di sequestro di persona aggravato, nei confronti di un giovane residente nel comune di Rossano, nonché per aver partecipato alle indagini per il reato di atti persecutori (Stalking). Nel corso dell’ attività investigativa inerente l’incendio dell’autovettura del Sovrintendente, il personale del Commissariato di Rossano, raccoglieva elementi di prova nei confronti dell’Accroglianò per violazione del divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano o lo assistono. Infatti l’Accrogliano’ organizzava l’incendio del mezzo comunicando e facendo entrare presso l’abitazione in cui era sottoposto in regime di arresti domiciliari Gianluca Brogneri ed Angelo Lefosse. Tale circostanza veniva accertata altresì attraverso la visione dei filmati delle telecamere presenti presso la suddetta abitazione, e installate proprio dall’Accrogliano’, dalla cui visione si riconoscevano i tre soggetti indagati. Per le suddetti violazioni veniva dal personale Commissariato di Rossano richiesta, alla Procura della Repubblica di Castrovillari, la misura più afflittiva del Carcere in alternativa a quella degli arresti domiciliari. Il GIP competente emetteva, pertanto, la Misura Cautelare in Carcere che veniva eseguita lo scorso 3 novembre. Per Brogneri ed Lefosse sono stati disposti gli obblighi di dimora.

    La conferenza in Questura con il capo della Mobile di Cosenza Giuseppe Zanfini e il dirigente della Mobile di Rossano Raffaele De Marco

    Il primo incendio dell'auto

    sotto i fotogrammi ripresi delle telecamera esterna

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