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    Presidente Confindustria Cosenza "Esiste importante e diffusa questione morale"

     

     

    Presidente Confindustria Cosenza "Esiste importante e diffusa questione morale"

    24 mar 14 Il presidente di Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, ha diffuso una nota in cui esprime una serie di riflessioni e considerazioni un anno dopo la sua elezione. "Dopo tanta storia, millenarie tradizioni e cultura che affonda le radici nella Magna Grecia - sostiene Mazzuca - c'è uno strano destino che sembra pervadere la Calabria ed i calabresi. E' un destino sospeso che si traduce in attese perenni. Aspettando chissà chi o cosa. Per usare il linguaggio delle Istituzioni pubbliche, nella migliore delle ipotesi manca il regolamento di attuazione piuttosto che il bando in via di una pubblicazione che non arriva, così come le graduatorie o l'ultima firma sulla convenzione, per non parlare dei mandati di pagamento il cui rimando può essere senza tempo. Per esperienza diretta posso testimoniare che indignazione, proteste, prese di posizione e documenti di denuncia, anche se resi in forma pubblica, servono a poco rispetto ad una diffusa pratica della deresponsabilizzazione, una generale indifferenza verso il bene comune e la certezza di non dover rispondere a nessuno in presenza di una legislazione corposa e farraginosa, quanto poco efficace ed incisiva negli effettivi strumenti di controllo e di regolazione". "Capita così - dice ancora il presidente di Confindustria Cosenza - che, nonostante la pesante riduzione tanto del numero che degli importi dei lavori pubblici posti a gara, per citare un esempio, si continui ad appaltare con il sistema della cosiddetta 'offerta economicamente più vantaggiosa' anche per importi modesti, in assenza di alcuna motivazione tecnica relativamente alla complessità dell'opera da realizzare ed in presenza di progetti esecutivi come tali remunerati e validati. Ancora più esplicativa, per approfondire e meglio comprendere la portata della questione, risulta l'analisi dei criteri premiali scelti dagli enti appaltanti ed i relativi punteggi attribuiti in maniera discrezionale dalle commissioni aggiudicatrici. Spesso risultano di difficile e sfuggevole comprensione anche sotto l'aspetto squisitamente lessicale. Come Confindustria siamo quotidianamente impegnati nell'azione di monitoraggio e di affiancamento alle imprese, fino alla segnalazione all'Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici delle anomalie e delle evidenti distorsioni delle norme e delle regole di mercato. E' accaduto che la stessa Autorità sia arrivata ad intimare a qualche Ente appaltante di ritirare e modificare il bando in questione, ma con nessun risultato. Perché, ad onta del nome, anche in caso di inadempienze conclamate, l'Autorità non ha poteri di revoca dei finanziamenti o di surroga nelle procedure! Abbiamo chiesto più volte l'istituzione di una Stazione unica appaltante e che la selezione dei professionisti componenti le commissioni aggiudicatrici avvenga mediante procedure di evidenza pubblica. Si otterrebbe maggiore trasparenza, un sicuro innalzamento della qualità professionale, la garanzia della corretta concorrenzialità tra le imprese. Considerato che il nostro appello risulta a tutt'oggi inascoltato, la considerazione è amara. Forse non tutti hanno a cuore come noi che le regole siano chiare, lineari, trasparenti ed uguali per tutti, senza scorciatoie e privilegi. Purtroppo non è solo il settore delle opere pubbliche e dei pubblici appalti ad essere afflitto da pesanti distorsioni. Le cronache di questi giorni, a tutte le latitudini, stanno portando all'attenzione dell'opinione pubblica numerosi ed inquietanti fatti di malcostume. E' di tutta evidenza che esiste una importante e diffusa 'questione morale' che richiede interventi efficaci ed esemplari di prevenzione e di repressione. Occorre alleggerire e semplificare i passaggi burocratici rendendo certi i tempi dei processi amministrativi e chiaramente individuabili i gradi di responsabilità a tutti i livelli". "Nella stessa direzione, ma con coinvolgimento diffuso e visione più lunga - conclude Mazzuca - occorre porre con forza una 'questione etica' che sappia ripristinare le categorie dei valori che stanno alla base delle società civili e che fungono da lievito ai processi di crescita equilibrata e di sviluppo armonico delle civiltà più avanzate".

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