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    Non sarà sciolto il Comune di Rende, lo ha deciso il Ministro Alfano

      Municipio

     

    Non sarà sciolto il Comune di Rende, lo ha deciso il Ministro Alfano

    26 set 13 Non sarà sciolto per presunte infiltrazioni mafiose il Comune di Rende. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, infatti, ha firmato un decreto, pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale, con il quale stabilisce che ''il procedimento avviato nei confronti del Comune di Rende è concluso''. La decisione è stata presa anche alla luce della relazione del Prefetto di Cosenza a conclusione dell'accesso disposto nel novembre 2012, nella quale, è scritto nel decreto, ''il Prefetto ha ritenuto che non sussistano i presupposti per avviare la procedura di scioglimento del Consiglio comunale di Rende''. L'accesso antimafia era stato disposto dopo l'arresto, eseguito il 15 novembre 2012, dell'ex sindaco Umberto Bernaudo, e dell'ex assessore Pietro Paolo Ruffolo, entrambi del Pd, nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Catanzaro. Nel dicembre successivo il provvedimento restrittivo emesso a carico di Bernaudo e Ruffolo era stato annullato dal Tribunale del riesame ed i due esponenti politici erano tornati in libertà. Il Comune di Rende è attualmente commissariato dopo le dimissioni formalizzate dal sindaco Vittorio Cavalcanti, del Pd, nel giugno scorso. Nella lettera di dimissioni inviata al segretario generale ed al Presidente del Consiglio comunale, Cavalcanti non ha specificato i motivi della sua decisione, limitandosi solo a darne formale comunicazione.

    Corbelli "Finalmente fatta giustizia". "Grande soddisfazione per questo risultato, atteso e scontato. Una importante battaglia vinta, una sentenza storica che rende giustizia alla città rendese, ferita da questa brutta vicenda''. E' quanto afferma il leader di Diritti civili, Franco Corbelli dopo la pubblicazione del decreto del ministro dell'Interno, Angelino Alfano con il quale si rende noto che il Comune di Rende non sarà sciolto. ''Finalmente, anche se con ritardo - prosegue Corbelli - vengono cancellate le gravissime accuse di mafiosità, spazzate via tutte le ombra, viene ridato alla città di Rende la dignità, l'onore, il prestigio che gli derivano dalla sua lunga storia democratica e di impegno antimafia. Senza alcuna esitazione ho difeso Rende, la sua storia amministrativa, mi sono strenuamente battuto contro l'invio della Commissione d'accesso antimafia al comune rendese, ho per questo anche criticato l'ex Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri e l'ex prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, per questa scelta che ha inferto un duro colpo all'immagine, alla credibilità della città''. ''Resta adesso - prosegue Corbelli - un interrogativo inquietante: chi ripagherà Rende per quello che è successo e per quello che ha subito? Oggi la città si ritrova commissariata, per le dimissioni dell'ex sindaco. Se non ci fosse stato l'invio della commissione d'accesso antimafia il sindaco non si sarebbe mai dimesso e oggi Rende non sarebbe commissariata e costretta a ritornare di nuovo al voto tra qualche mese. Anche questo è il gravissimo, irrimediabile danno provocato''.

    PD Rende "Alfano ha reso giustizia". ''il provvedimento del ministro Alfano, peraltro capo della delegazione del Pdl nel Governo Letta, nonché segretario nazionale del medesimo Pdl, rende giustizia a Rende, che l'opinione pubblica ha sempre riconosciuto e riconosce come una eccellenza della Calabria e dell'intero Mezzogiorno per la qualità del suo tessuto urbano, per aver saputo ospitare l'Università degli Studi della Calabria, per i servizi che offre, per le istituzioni culturali che possiede e per la robustezza della sua economia''. Lo afferma, in una nota, il Pd di Rende. ''Questa realtà, così ricca di indiscutibili qualità - prosegue la nota - il Pdl calabrese ha tentato di offuscare e di distruggere con una campagna denigratoria pretestuosa e strumentale, che ha visto protagonista l'intero gruppo parlamentare locale ed i massimi dirigenti del partito. Alfano, nell'esercizio dei suoi poteri e doveri istituzionali, ha clamorosamente smentito e bocciato l'azione del Pdl calabrese che tanto dolore ha provocato ai cittadini di Rende. Scopelliti, che è stato l'ispiratore dell'offensiva denigratoria contro la nostra città che, invece, come Presidente della Regione avrebbe avuto il dovere di difendere, sarà a Rende il prossimo 4 ottobre per chiudere la festa del Pdl; sarà, per Scopelliti, un'occasione unica per chiedere scusa alla comunità rendese per il grave danno arrecatole dal suo inqualificabile comportamento che, per cercare di alleggerire le sue chiare responsabilità, ha tentato ingiustamente di fare di tutte le erbe un fascio''. ''Il Partito Democratico di Rende, che non si è mai piegato alle persecuzioni subite - conclude la nota - non mancherà di mettere in campo iniziative, idee e progetti per dare continuità alla incisiva azione del riformismo rendese, che ha saputo realizzare una città bella fuori e dentro, una città pulita, ricca di robusti anticorpi che sono stati e sono in grado di salvaguardare e tutelare le Istituzioni da ogni forma di inquinamento e/o condizionamento''.

    PD: avevamo ragione noi. ''Avevamo ragione noi: a Rende nessuna infiltrazione criminale''. Lo sostengono, in una nota, i parlamentari del Pd Demetrio Battaglia, Rosy Bindi, Enza Bruno Bossio, Bruno Censore, Stefania Covello, Alfredo D'Attorre, Ernesto Magorno, Doris Lo Moro, Nicodemo Oliverio, Nico Stumpo. ''Oggi - proseguono - è stato pubblicato il decreto del ministro dell'Interno Angelino Alfano con il quale si chiude il procedimento aperto nel novembre del 2012 e si dichiara l'insussistenza dei presupposti per lo scioglimento per infiltrazione mafiosa dell'amministrazione di oltre Campagnano. Ora i rendesi potranno tornare a votare la prossima primavera con la certezza che la mafia non è mai entrata nelle stanze del Comune. Avevamo ragione noi del PD che sempre abbiamo sostenuto la forza della tradizione democratica di Rende, modello ultradecennale di buon governo in Calabria''.

    Presidente Oliverio "Chiuso tentativo di infangare Rende". "Con la firma da parte del Ministro dell'Interno Alfano del decreto di chiusura del procedimento iniziato con la commissione d'accesso al Comune di Rende si chiude definitivamente una fase caratterizzata da uno spregiudicato e strumentale tentativo di infangare la città di Rende con l'evidente scopo di sollevare polveroni e fare di tutte le erbe un fascio". E' quanto afferma il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio. "Abbiamo contrastato sin dall'inizio - prosegue - questi tentativi senza alcuna esitazione, forti della certezza che la città di Rende non poteva essere accomunata ad altre realtà nelle quali i condizionamenti, le infiltrazioni e le collusioni con la mafia e le organizzazioni criminali ne hanno caratterizzato l'azione amministrativa e di governo le cui conseguenze vengono pagate dalle comunità amministrate che non hanno alcuna responsabilità. La conclusione dei lavori della commissione di indagine oltre a fare piazza pulita di ogni tentativo teso ad alterare la realtà rende giustizia alla storia di una città che costituisce una esperienza positiva ed avanzata di governo locale in Calabria e nel Paese".

    Scalzo "Scopelliti chieda scusa a Rende". "Il provvedimento del Ministro Alfano riconosce i meriti di un Comune e di un'amministrazione che, operando sempre nel rispetto di leggi e regolamenti, hanno realizzato una città e costruito una comunità che, in Calabria e nel Mezzogiorno del Paese, rappresenta una vera eccellenza sotto ogni punto di vista. Una realtà che il PDL calabrese voleva a tutti i costi scalfire, indebolire e danneggiare". E' quanto afferma in una nota il vice presidente del gruppo del Pd al Consiglio regionale Antonio Scalzo. "I parlamentari e l'intero gruppo dirigente del Pdl calabrese - prosegue Scalzo - hanno portato avanti una vergognosa campagna denigratoria, di chiara strumentalità politica, sul Comune di Rende, concertata da Giuseppe Scopelliti. Si è trattato di una evidente azione ritorsiva nei confronti di una città, di una comunità e di una classe dirigente, che il decreto firmato dal ministro Alfano (segretario nazionale del Pdl) smentisce clamorosamente, ristabilendo una verità che è sempre stata riconosciuta dalla pubblica opinione. Ed, infatti, ciò che Rende rappresenta è sotto gli occhi di tutti: una città ordinata e gradevole sotto il profilo del disegno urbano, ricca di verde, pulita e ben tenuta, con servizi pubblici e sociali di qualità e che eccelle nel campo della conoscenza, avendo saputo accogliere l'Unical, e dell'organizzazione produttiva, realizzando l'area industriale più forte della Calabria. Questa realtà, apprezzata dai cittadini e che ha ottenuto riconoscimenti nazionali ed internazionali, non meritava di essere inserita in un contesto negativo ed accostata a "modelli" da cui, invece, è lontana anni luce". "Ci auguriamo che il presidente Scopelliti - conclude Scalzo - nel prendere atto del clamoroso fallimento di un'azione politica che, ripetiamo è vergognosa, senta il bisogno di chiedere scusa alla città ed alla intera comunità rendese".

    Maiolo "Per Rende danno d'immagine". Il consigliere regionale del Pd Mario Maiolo, in una nota, esprime soddisfazione per il decreto del Ministero dell'Interno con il quale si stabilisce che il procedimento avviato nei confronti del Comune di Rende per presunte infiltrazioni mafiose è concluso. ''Alla Comunità rendese - afferma - confermiamo la nostra amicizia e la soddisfazione per aver riconquistato pienamente il giusto orgoglio alimentato da una tradizione civile, democratica e riformista riconosciuta e apprezzata e da amministratori storicamente capaci ed efficienti, lontani anni luce da contiguità criminali. La conferma formale da parte del ministro Alfano e del Governo, ribadisce che Rende non è e non poteva essere iscritta nell'elenco dei Comuni infiltrati dalla criminalità. Per esserci infiltrazione o condizionamento è necessario che ci sia tra gli amministratori chi si rende disponibile alla contiguità. La verifica della situazione del Comune di Rende, ancorché legittima, ma evidentemente inutile, ha scatenato negli ultimi mesi una strumentalizzazione, da parte del centrodestra, che ha cavalcato una fantasiosa prospettiva di delegittimazione di una storica realtà positiva di centrosinistra''. ''Rimane - conclude Maiolo - un danno di immagine prodotto al territorio che i cittadini rendesi e calabresi, oggi restituiti al loro orgoglio e dotati di spirito critico, non dimenticheranno ma che certamente li ha dotati di ulteriori elementi per distinguere chi si prodiga per costruire realtà positive da chi, al contrario, tenta con una sola azione strumentale e deplorevole di distruggere tutto quanto costruito nel tempo con costanza, sacrificio e lungimiranza''.

    M. Talarico "Ricostruire contesto politico". ''Esprimo la mia soddisfazione per la decisione del Ministro dell'Interno, che, con proprio decreto, ha messo la parola fine alla questione della paventata infiltrazione della criminalità organizzata nel Comune di Rende''. Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Domenico Talarico. ''Non ho mai nascosto - prosegue Talarico - le mie perplessità su alcuni metodi che hanno caratterizzato la gestione del Comune in certi frangenti, ma ho sempre pensato che per Rende non si potessero applicare metri di giudizio purtroppo applicabili ad altre realtà della nostra regione. Ora si tratta di ripartire. Le forze progressiste della città, a questo punto, hanno il dovere di ricostituire un contesto politico nel quale ci sia spazio per l'elaborazione di una proposta politico - amministrativa all'altezza delle sfide che la città ha davanti''. ''Le dimissioni del sindaco Cavalcanti, al netto delle conseguenze che ha avuto la nomina della Commissione d'accesso - prosegue Talarico - almeno sul piano dell'immagine, hanno oggettivamente creato imbarazzo in quanti, alle scorse elezioni, avevano puntato su una figura di rinnovamento per una svolta politica costruttiva nell'interesse della comunità. Consapevole, in ogni caso, del persistere di problemi e criticità nell'ambito del centrosinistra locale, voglio augurarmi che in questa fase delicata che vive la città sappiano prevalere atteggiamenti costruttivi da parte di tutti gli attori in campo''.

    Pupo "Lucciole per lanterne?". "Prendiamo atto che sui fatti di Rende la Direzione Distrettuale Antimafia ha preso lucciole per lanterne, che il ministro Cancellieri che ha insediato la Commissione d'accesso è una sprovveduta in confronto al suo successore Alfano che invece ha graziato il Comune e che il sindaco Cavalcanti se ne è scappato per sport. Non ci resta che augurarci che questa sia la soluzione giusta per Rende, e che da domani la città sia davvero più libera, più giusta e più democratica. A quanti giustamente esultano, da una parte, e a quanti continueranno a prendere in giro i cittadini con la proposta di false alternative, dall'altra, un caloroso in bocca al lupo". Commenta così su facebook il consigliere Spartaco Pupo.

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