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    Domenica in piazza XI gornata contro la violenza alle donne

     

     

    Domenica in piazza XI gornata contro la violenza alle donne

    21 nov 13 In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne il Centro antiviolenza Roberta Lanzino invita le cittadine e i cittadini a partecipare all’iniziativa Pro&Con i centri antiviolenza che si svolgerà a Cosenza domenica, 24 novembre, in Piazza XI Settembre dalle ore 9 alle ore 14. Le imprenditrici agricole di Confagricoltura Donna Calabria doneranno le clementine contro la violenza alle donne insieme alle donne dei centri antiviolenza in diverse città di Italia per sostenere e promuovere i centri, per sensibilizzare e tenere alta l’attenzione sul problema della violenza alle donne. L’Associazione Nazionale delle Donne in Rete contro la violenza (D.i.Re) e il centro antiviolenza Roberta Lanzino intendono ringraziare la Confagricoltura Donna per l’iniziativa che non è solo di fund raising ma è soprattutto un contributo al cambiamento culturale necessario per affermare il valore della dignità, dei diritti e della vita delle donne. Il 25 Novembre il Centro antiviolenza Roberta Lanzino inaugurerà la nuova sede, in via Ernesto Fagiani 17, presso la sede dell' assessorato provinciale al Mercato del Lavoro e Formazione Professionale (ex INAPLI). Alle ore 18,00 le donne del Centro antiviolenza, il Presidente della provincia di Cosenza – On.le Mario Oliverio, l’assessore Giuseppe Giudiceandrea ed altri rappresentanti istituzionali saranno lieti di ospitarvi nella nuova sede concessa dall’Amministrazione provinciale di Cosenza. In questa occasione la Confagricoltura Donna Calabria consegnerà al centro antiviolenza Roberta Lanzino il ricavato dalle vendite delle clementine antiviolenza. Come è noto i centri antiviolenza, , offrono sostegno e cercano risorse nelle istituzioni più attente e sensibili, senza la possibilità di avere la certezza di una continuità di intervento nel tempo per mancanza di risorse adeguate. Nel ringraziare l’Amministrazione Provinciale per avere contribuito a colmare la distanza tra i diritti delle donne e le risposte istituzionali sentiamo la necessità di rendere pubblica la nostra posizione sulla legge n. 119 del 15/10/ 2013, cosiddetta legge sul femminicidio. E’ una legge che non piace ai centri antiviolenza per l’impianto culturale che la nutre, perché mette insieme argomenti e provvedimenti che avrebbero meritato altre impostazioni e inquadramenti. E’ una legge che non piace ai centri antiviolenza perchè tende ad aggravare le pene e riproporre in modo paternalistico lo stereotipo della donna soggetto da assistere avanzando misure di tutela. Oggi una donna che chiede aiuto per una violenza ha diritto di ricevere risposte adeguate dal personale delle forze dell’ordine, dei servizi sociali e del pronto soccorso. Oggi una donna che cerca il centro antiviolenza più vicino alla sua città ha diritto di trovarlo aperto e non chiuso per mancanza di fondi sufficienti. Oggi una donna che ha necessità di trovare ospitalità e aiuto adeguato per allontanarsi dalle violenze familiari ha il diritto di trovare luoghi dove essere accolta con i figli. Oggi una donna che decide di interrompere una relazione violenta ha il diritto di allontanarsi dal partner e di non trovarsi seduta accanto a lui ad un tavolo di mediazione familiare. Oggi una donna che chiede l’ordine di allontanamento per violenze ha diritto di ricevere risposte in tempi rapidi da magistrati che sappiano distinguere la violenza dal conflitto. Oggi una donna che denuncia un maltrattamento familiare ha diritto di essere al riparo da violenze e ritorsioni e di non subire vittimizzazione secondaria, solitudine e abbandono da parte delle istituzioni. Oggi le istituzioni italiane hanno il dovere di garantire tutto questo, ma la nuova legge sul femminicidio non affronta alcuna delle questioni di base per contrastare adeguatamente la violenza maschile alle donne. Oggi affrontare il tema della violenza degli uomini alle donne significa investire economicamente nella formazione, nella cultura, nella comunicazione e dotarsi quindi di risorse finanziarie e approvare subito un piano nazionale, che abbia ben presente la necessità di sostenere centri antiviolenza che da più di vent'anni lavorano con le donne e alle quali hanno dedicato progetti di sostegno ed aiuto per uscire dalla violenza.

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