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    Emergenza rifiuti la replica del Comune di Rende

     

     

    Emergenza rifiuti la replica del Comune di Rende

    27 apr 13 Mentre i cosentini in queste ore hanno scelto la via intermedia di riversare i sacchetti di spazzatura nei cassonetti al di la del Campagnano, dove non si sa perchè l'indifferenziata viene comunque raccolta, il Sindaco di Rende Cavalcanti replica al sindaco di Cosenza Occhiuto a proposito della raccolta rifiuti:

    "Il mistero dei cassonetti svuotati" -è scritto in una nota del Comune di Rende- non è un titolo di un libro di Agatha Christie ma è quello che verrebbe da dire leggendo la missiva che il sindaco di Cosenza ha inviato al prefetto ed alla procura della repubblica richiedendo "verifiche" sul sistema di raccolta a Rende. "Ci dispiace per il sindaco di Cosenza, ma non c'è alcun giallo da svelare, nessuna verità da scoprire - spiega il Sindaco, Vittorio Cavalcanti. A Rende le strade sono pulite, i cassonetti sono stati svuotati perchè - a DIFFERENZA di Cosenza - c'è la dif-fe-ren-zia-ta. Perchè in due anni dall'inizio del servizio abbiamo raggiungo oltre i 60%. Rende non ha bisogno di autodefinirsi "prima della classe", ma forse gli amministratori di Cosenza farebbero bene a prendere esempio proprio dalla buona politica rendese. Risultati concreti, tangibili, documentabili, avvalorati dai costi che si sono ridotti in due anni e che hanno consentito anche la diminuzione della Tarsu per cittadini e aziende. " Se Rende oggi è pulita, è proprio perchè è sempre minore la percentuale di rifiuto indifferenziato - cioè quello che va in discarica - perchè è stato avviato un serio ed articolato piano diversificato per zone, via via adeguato e plasmato sulle esigenze dei cittadini. Così ci sono aree interessate da un sistema di porta a porta, altre in cui sono stati posizionati nuovi contenitori stradali. Ora si sta entrando nella seconda fase per cui  attraverso un sistema di lettura ottica si potrà anche sapere la quantità di rifiuto rilasciata da ogni cittadino. Inoltre,  nell'eventuale perdurare della  chiusura  della discarica di San Giovanni in Fiore il comune di Rende ha le risorse economiche e la disponibilità per portare i pochi rifiuti che produce in discarica in altri luoghi fuori regione. È stata già firmata un'ordinanza in questo senso. "Da cittadino di Cosenza - afferma Cavalcanti - ancor prima che da sindaco chiamato in causa, mi chiedo quale sia stato l'intervento dell'amministrazione comunale di Cosenza in tema di rifiuti, oltre naturalmente ad un efficiente sistema di comunicazione pubblicitaria sui cartelloni stradali. Probabilmente, come ha fatto notare qualcuno sul web, lo spettacolo che si vede sulle strade della città capoluogo è solo frutto di nuove tecniche di arredo urbano, magari provenienti da qualche metropoli cinese. Cassonetti vintage anni '50 per le strade, installazioni di buste,cartoni e spazzatura che ormai sovrastano anche i portoni di casa. C'è davvero poco altro da dire. Il comune di Cosenza sta continuando a spendere 12 milioni di euro all'anno - soldi di tutti i cittadini di cosenza- per un sistema inefficiente e che sta portando la città al collasso. Forse proprio su questo dovrebbe concentrarsi la procura della repubblica:  verificare se i soldi dei cittadini si stanno spendendo con oculatezza e correttamente, soprattutto in un momento in cui - mi dicono - il comune sia in predissesto, così come indagare per capire se queste affermazioni non siano lesive dell'immagine di una città e di un'amministrazione. "

    Di seguito nota a firma dell'assessore all'ambiente del Comune di Rende, Ing. Carmelo Gallo.

    L’urgente questione rifiuti sull’intero territorio regionale impone un radicale ripensamento delle politiche di intervento finora attuate. L’ottimo risultato ottenuto dall’Amministrazione rendese, che in soli due anni dall’avvio della raccolta differenziata ha raggiunto oltre il 55% del volume complessivo dei rifiuti, è un dato fortemente incoraggiante. L’auspicio è che in tempi altrettanto brevi tutte le realtà del cosentino tendano a traguardi altrettanto significativi. Solo in questo modo sarà possibile dare risposte efficienti all’annoso problema dello smaltimento dei rifiuti. Al fine di rendere perseguibile questo obiettivo è necessario un urgente riordino del sistema che promuova e incentivi una raccolta differenziata spinta. Ciò dovrebbe, pertanto, avvenire in antitesi rispetto all’attuale politica della Regione Calabria che mira al recupero energetico dei rifiuti in impianti di termovalorizzazione. Gli interventi e le misure attualmente programmate puntano a una raccolta differenziata che si attesti intorno al solo 33%, al di sotto anche dagli standard previsti dal decreto Ronchi (35%). In una tale prospettiva, la Regione propone di realizzare un impianto di TMB (trattamento meccanico biologico dei rifiuti) nel cosentino. Questa proposta, in sé interessante, rischia di diventare un incoraggiamento alla raccolta indifferenziata. Infatti, l’impianto sarebbe utilizzato per accogliere grandi quantità di rifiuti indifferenziati da trattare con lo scopo principale di fornire il CDR ai termovalorizzatori. Al contrario, lo stesso TMB, posto a valle di un sistema che riesca a produrre una raccolta differenziata pari al 60%, sarebbe in grado di recuperare più dei 2/3 del materiale che riceve in ingresso, con una produzione residua del rifiuto da conferire in discarica appena del 15%. In questo caso, inoltre, il rifiuto residuo ha caratteristiche di “inerte” ovvero non produce percolato e può essere destinato a micro discariche a basso impatto ambientale o riciclato nell’industria dell’asfalto o del cemento. Pertanto per la provincia cosentina sarebbe più utile immaginare un sistema con almeno tre impianti di TMB in grado di assecondare una più efficiente filosofia del riciclo e del riutilizzo del rifiuto. In una tale ottica, nell’area della Valle del Crati sarebbe sufficiente un impianto in grado di smaltire circa 100 mila tonnellate annue, ma rigorosamente pensato in  un sistema che spinga le Amministrazioni a una raccolta differenziata pari al 60%. Al fine di consentire il raggiungimento di questo risultato, in un breve periodo transitorio si potrebbe ricorrere a una leva economica per disincentivare il conferimento dei rifiuti indifferenziati. Resta inteso che sarebbe doveroso riconoscere idonee misure di compensazione economica ai territori che ospitano siffatti impianti.

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