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    Sabato 31 "Toghe rosso sangue" al teatro Morelli

     

     

    Sabato 31 "Toghe rosso sangue" al teatro Morelli

    29 mar 12 La si può definire una giornata dedicata al "senso dello Stato", quella pensata e organizzata dall'Assessorato alla formazione della coscienza civica, guidato da Marina Machì e dalla Commissione regionale contro la 'ndrangheta, presieduta da Salvatore Magarò. È un invito alla presa di coscienza e all'espressione del proprio dissenso nei confronti di ogni forma di mafia. Cosenza lo fa attraverso due momenti molto significativi. Intanto, il debutto cosentino, dopo un'apprezzata première alla Casa delle Culture di Roma, dello spettacolo "Toghe rosso sangue" – al Teatro Morelli sabato sera alle 21.00. Tratto dall'omonimo libro di Paride Leporace, direttore de "Il Quotidiano della Basilicata", dopo aver fondato "Il Quotidiano della Calabria" e "Calabria Ora", e adattato drammaturgicamente da Giacomo Carbone, lo spettacolo porta il marchio de "Les Enfants Terribles", compagnia fondata e diretta da Francesco Marino. Ventisei magistrati uccisi, dal 1969 al 1994, ed uno scomparso, per mano di mafia, 'ndrangheta, terrorismo. Tranne poche eccezioni, questi magistrati hanno subìto una seconda morte, l'oblìo. A loro il libro di Leporace, e lo spettacolo di Marino, che della pièce è anche regista e attore, rende omaggio scegliendo, quale simbolo, sei magistrati: Agostino Pianta, ucciso nel 1969 da un detenuto vittima di un errore giudiziario, Emilio Alessandrini giustiziato da Prima Linea nel 1979, Bruno Caccia vittima della 'ndrangheta nel 1983, Mario Amato imbottito di piombo dai NAR nel 1980, Paolo Borsellino accoppato dalla mafia nel 1992, Paolo Adinolfi scomparso nel 1994. Quattro voci, quattro attori, quattro anime - oltre a Francesco Marino, Sebastiano Gavasso, Diego Migeni e Emanuela Valiante - avvolte da un'atmosfera tra il realismo e il noir e da una scenografia essenziale, mirano con rabbia e con amore ad un teatro che non spettacolarizza ma, senza condanne né valutazioni politiche, silenziosamente grida un omaggio a uomini morti nell'adempimento del loro dovere: un omaggio al loro senso dello Stato. La rappresentazione cosentina prevede anche un fuori sipario di Francesco D'Onofrio, sostituto procuratore della DDA di Napoli. L'ingresso è libero. Al mattino, a partire dalle ore 10.00, la Città dei Ragazzi ospita una conversazione tra studenti delle scuole superiori cittadine e chi, a vario titolo, per professione e impegno sociale, affronta la problematica delle mafie. Accanto a Salvatore Magarò, presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, a Paride Leporace, ad Arcangelo Badolati, caporedattore di Gazzetta del Sud, al Museo della 'ndrangheta e al pm Donatella Donato della Procura di Cosenza, ci sono le associazioni quotidianamente impegnate sul campo: Gerbera Gialla, Libera (di Cosenza e Reggio Calabria), Arci Calabria e Crotone, l'Associazione antiracket di Lamezia, il Consorzio Terre del sole. E poi le testimonianze, di due commercianti, Francesco Palmieri e Rocco Mangiardi, che ha denunciato e fatto arrestare chi gli chiedeva il 'pizzo', e oggi vive sotto scorta. A margine dello spettacolo l'autore, il giornalista Paride Leporace, presenterà la nuova edizione del libro.

    La scheda:

    Toghe Rosso Sangue

    uno spettacolo di Francesco Marino
    scritto da Giacomo Carbone
    ispiratoda Paride Leporace
    con Francesco Marino, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso

    costumi Olivia Bellini
    disegno luci Nuccio Marino
    assistente alla regia Annette Pieramico
    responsabile di produzione Sebastiano Gavasso

     

    La vita e la morte dei magistrati italiani assassinati nel nome della giustizia

     

    Dalla morte della giustizia alla giustizia della morte una linea rossa, del rosso del sangue, unifica tristemente l’Italia nella sua storia più cupa. Nell’arco di 25 anni, dal 1969 al 1994, 27 magistrati italiani hanno perso la vita per mano della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo rosso, di quello nero, di soliti ignoti o di tristemente noti. Con pochissime eccezioni, oltre alla pena di morte decretata dai mandanti e decantata dagli esecutori, tali magistrati hanno subito una nuova morte: l’oblio.
    Per rendere giustizia a questi martiri della Giustizia nasce Toghe rosso sangue, primo libro di Paride Leporace, fondatore del quotidiano Calabria Ora e direttore del Quotidiano della Basilicata, giunto oggi alla quinta edizione e adattato drammaturgicamente da Giacomo Carbone.
    La storia di questi giudici attraversa la storia dell’Italia: dagli errori giudiziari verso il singolo cittadino ai processi sommari dei Nuclei Armati Rivoluzionari, dal Padrino di Coppola e Brando alla Magliana di Placido e Scamarcio, dalle micce corte di Prima Linea ai lunghi strascichi di Via D’Amelio, dalla sabbia e dal vento della Calabria alle vendette delle ‘ndrine per le vie della grigia Torino, dalle stragi di Stato allo stato di scomparso di Paolo Adinolfi. Quattro voci, quattro attori, quattro anime avvolte da un’atmosfera tra il realismo e il noir e da una scenografia essenziale, che mirano con rabbia e con amore ad un teatro che non spettacolarizza ma, senza condanne né valutazioni politiche, silenziosamente grida un omaggio a uomini morti nell’adempimento del loro dovere: un omaggio al loro senso dello Stato. Un vecchio Stato di appena 150 anni.

     

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