Presentato libro Don di Noto-Campanella su pedofilia

31 mag 12 E' stato presentato stasera a Cosenza il libro 'Lettera a una bambina molestata' scritto dal giornalista Mario Campanella e dal sacerdote Don Fortunato Di Noto. Presenti, il Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, il Presidente della commissione regionale antimafia, Salvatore Magarò, e il capogruppo regionale del pdl, Gianpaolo Chiappetta. Nell'introduzione Magarò, a nome del Presidente del Consiglio Regionale, Francesco Talarico, ha "ringraziato Campanella e Di Noto per un lavoro che qualifica la Calabria". Il Sindaco Mario Occhiuto ha sottolineato come "si debbano cercare soluzioni sociali e reti di interconnessione tra la scuola e le altre istituzioni, per capire dove si annida il disagio". Il giornalista Mario Campanella ha citato alcuni dati: 60 mila bambini ogni anno vengono violentati o abusati in Calabria e solo 500 sono le denunce presentate. "C'é la tendenza - ha detto Campanella- a nascondere ancora il problema nelle sue evidenze, come se la segretezza dovesse essere custode di un perverso crimine che attenta al futuro dei nostri figli". Campanella ha auspicato che "tutte le forze politiche calabresi, le istituzioni, l'opinione pubblica premano affinché venga approvato il disegno di legge dell'on Gianpaolo Chiappetta, che prevede misure di prevenzione per le vittime di abusi sessuali". Il capogruppo del Pdl ha relazionato sul suo disegno di legge "già approvato una prima volta all'unanimità in commissione, perche su questi temi sarebbe delittuoso dividersi : c'é un problema di copertura delle spese che risolveremo. La pedofilia é la privazione di ogni tutela per i bambini vittime di un giro di affari vergognoso che si costruisce intorno alla pedopornografia web. Le istituzioni devono capire che i bambini sono la base della società e rappresentano una certezza di stabilità, di fantasia, di amore in un periodo dominato dalla liquidità dei sentimenti".

"Mario Campanella, già capo ufficio stampa della Commissione Bicamerale per l'infanzia, e don Fortunato Di Noto, alfiere della lotta alla pedofilia, nel loro volume 'Lettera ad una bambina molestata', affrontano un tema delicato, di cui poco si parla nel nostro territorio". Lo ha detto Salvatore Magarò, presidente della Commissione contro la 'ndrangheta, intervenendo a Cosenza alla presentazione del libro, in rappresentanza del Presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico. ''Gli autori, oltre ad offrirci pagine cariche di tensione, dense di pathos che certamente - ha proseguito Magarò - non mancheranno di suscitare nei lettori riflessioni profonde e sentimenti forti, forniscono l'opportunità di un ragionamento attraverso il quale è utile indagare la percezione della pedofilia, nel contesto in cui operiamo. Decidere di scrivere su alcuni argomenti significa decidere di compiere un viaggio introspettivo, a volte doloroso alla ricerca della parte più nascosta di ciascuno di noi, sotterrata da un vissuto frenetico che, certo, non resetta la nostra coscienza ma, sicuramente nasconde alcuni file nell'archivio di una memoria sempre in agguato, pronta a sorprenderci e a sopraffarci in modi e maniere imprevedibili e sconosciute. La pedofilia è certamente argomento che ci scuote da dentro: che ci obbliga a fare i conti con una 'mostruosita'' consumata e reiterata dietro le pareti domestiche, tra i banchi di scuola o all'ombra di un sagrato. Con la complicità di una normalità apparente e due elementi che sono una matrice comune nei reati a sfondo sessuale: il silenzio delle vittime e, spesso, la vergogna degli adulti cui é demandata la tutela dei minori, se il carnefice è un componente della famiglia". "Cosa fare? La tutela dei minori - si è chiesto il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta - si gioca principalmente sulla nostra capacita' di fare prevenzione ecco perché sono di significativa importanza le collaborazioni tra i soggetti ai quali è demandata la funzione educativa e la costruzione della rete di interazione tra le agenzie educative presenti sul territorio, la famiglia e i contesti in cui il minore ha accesso. Si tratta di ricostruire, intorno al bambino, quella rete di sicurezza che è stata la nota distintiva delle infanzie di molti di noi. Nei paesi, nei piccoli borghi della nostra periferia, ma anche nei quartieri delle città i bambini erano i figli di tutti: i cortili dei palazzi appena sorti erano il campo da gioco e dai balconi gli adulti sorvegliavano. Oggi che il pericolo pedofilia corre anche sulla rete, nessuno di noi può ritenersi indenne. L'attività preventiva non può quindi che essere globale e deve principalmente riguardare il minore, attraverso un'azione informativa realistica e prudente, senza cedere ad allarmismi, sindromi collettive e tabù". "Un ruolo importante - ha concluso Magarò - è svolto dalle azioni di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, affinché siano attenti a riconoscere le situazioni di pericolo e soprattutto siano disposti a infrangere il muro del silenzio".