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    Truffe con fondi antiusura, in manette consigliere provinciale e vertici confidi

     

     

    Cosenza: Truffe con fondi usura, in manette consigliere provinciale e vertici confidi

    26 gen 12 Tre persone Gianfranco Vecchione (52), Giovanni Falanga e un consigliere alla Provincia di Cosenza, Giuseppe Carotenuto, sono stati arrestati stamani, dai carabinieri con l'accusa di associazione a delinquere, truffa e peculato. I tre, secondo quanto si è appreso ricoprono incarichi in due consorzi di garanzia dei fondi fidi che si occupano di fare da garanti presso le banche, grazie a stanziamenti del ministero dell'Economia, per la concessione di fidi a piccole e medie imprese ed a soggetti vittime di usura. Secondo l'accusa, i tre, si sarebbero appropriati di una parte dei finanziamenti ricevuti dalle aziende, alcune delle quali, senza il loro intervento, non avrebbero potuto beneficiare dei fidi. In alcuni casi, inoltre, si sarebbero fatti pagare delle commissioni non dovute dai beneficiari dei fidi. Complessivamente i tre si sarebbero impossessati di circa 500 mila euro. Carotenuto, dal 2009, è consigliere alla Provincia nel gruppo "Calabria riformista". Per alcuni mesi, alla fine del 2010, è stato anche consigliere comunale a Cosenza subentrando ad un consigliere dimissionario ed in quella occasione annunciò l'adesione al Pdl. Alle comunali del 2011 si presentò con la lista Scopelliti Presidente senza venire eletto. A Falanga sono stati concessi gli arresti domiciliari. I carabinieri hanno anche eseguito perquisizioni nelle abitazioni di alcuni dirigenti di banca.

    --- Il servizio video

    --- Truffa fondi antiusura: connivenza istituti bancari

    "In un contesto quale è quello di Cosenza - ha dichiarato il Procuratore Capo Dario Granieri - dove più dell'80% degli operatori commerciali hanno denunciato, come si evince da un'indagine della Confcommercio, di avvertire il peso soffocante dell'usura, la strumentalizzazione dei fondi antiusura per fini privati integra non solo precise condotte criminose, ma rappresenta un grave vulnus alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni".

    Il Col. Ferace, ii Procuratore Capo Granieri e il Sostituto Airoma

    Le indagini, svolte dal Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri della Procura di Cosenza, partite dalle denunce pervenute al Ministero delle Finanze ha come oggetto l'utilizzazione negli anni 2009 e 2010 dei fondi antiusura previsti dalla leeg 108 del 96 e destinati dal Ministero dell'Economia a e le Finanze alle piccole e medie imprese ad elevato rischio finanziario. Nella legge è prevista la costituzione di fondi privilegiati finalizzati ad incentivare l'accesso agevolato al credito da parte delle imprese in diccoltà in modo da avitare che le stesse cadano nel mercato nero dell'usura. Il fulcro centrale dell'intervento normativo è nei Confidi, cioè i consorzi costituiti sotto forma di coopertaive ai quali la legge assegna il compito di gestire i fondi antiusura. In pratica i confidi devono individuare le possibili imprese, destinatare dei mutui agevolati alle quali, come requisito di base, sia stato rifiutato il finanziamento dalle banche. Nella legge tra l'altro è prevista una disciplina articolata sulla spesa dei Confidi, prevedendo che il Ministero delle Finanze riconosca agli stessi l'1% (uno per cento) dell'importo complessivo dei crediti garantiti con i Fondi Antiusura. Nessuna altra commissione è dovuta. Invece dalle indagini è emersa una realtà ben diversa:

    a) I fondi antiusura erano assegnati sulla base di una documentazione integralmente contraffatta attestante il rischio finanziaria (la documentazione consiste in lettere delle banche con le quali viene rigettata la richiesta di mutuo);

    b) i beneficiari venivano scelti sulla base di "criteri di natura prettamente clientelare e del tutto arbitrari";

    C) venivano applicate commissioni, chieste ed incamerate, che oscillavano tra il 5% ed il 10% dell'importo garantito

    In molti casi, i beneficiari dei prestiti, hanno dichiarato di aver utilizzato i prestiti antiusura per le ragioni più svariate, fra cui l'investimento per acquisto di auto, immobili o per favori personali o altro. Niente a che fare con le difficotà finananziarie richieste dalla legge per usufruire dei fondi.

    "I fondi -ha dichiarato il Procuratore Capo Dario Granieri- sono stati sottratti alle imprese che, esposte al rischio usura, avrebbero viceversa potuto usufruire di sostegni finanziari statali. Si tratta complessivamente di 20 milioni di euro che i Confidi nell'arco degli anni 2009-2010, hanno avuto la possibilità di garantire. In un contesto quale è quello della città e della provincia di Cosenza, dove più dell'80% degli operatori comemrciali hanno denunciato, come si rileva da un indagine di Confcommercio, di avvertire il peso soffocante dellusura, la strumentalizzazione dei fondi antiusura pr fini privati integra non solo precise condotet criminose, ma rappresenta un grave vulnus alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni"

    Dalle indagini è emerso come il requisito per ricevere assitenza dai Confidi, quello di essere a rischio usura, non fosse affatto alla base del rilascio dei fondi. Molti dei quali hanno richiesto aiuto sono stati rimadnati indietro, altri hanno dovuto attendere ricevendo un parziale riscontro solo dopo che si era diffusa la notizia che ersa stata avviata un indagine dalla Porcura. "Una vera e porpria banca privata con fondi pubblici" l'ha definita il sostituto procuratore Domenico Airoma.

    "Fa specie - ha dichiarato il Comandate Provinciale dei Carabinieri col. Francesco Ferace- che personaggi di questo spessore si siano avventurati in una attività odiosa come quela dell'usura. Delinquenza e malcostume che ha messo la sua mano andandosi ad impossessare di cifre destinate ad operatori di aziende in difficoltà".

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