Cgil "Legittima la stabilizzazione dei precari Asp Cosenza" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Cgil "Legittima la stabilizzazione dei precari Asp Cosenza"

27 feb 12 "Con nota del 14 febbraio 2012 la Direzione generale del Dipartimento tutela della salute della Regione ha finalmente chiarito molti aspetti principali della vicenda relativa alla stabilizzazione dei precari dell'Asp di Cosenza, scrivendo chiaramente e in primis che la delibera, di avvio delle procedure di revoca in autotutela delle stabilizzazioni effettuate, fatta dal Commissario De Rose dell'Asp di Cosenza, cioé la n.777 del 2011, fu adottata con una motivazione principale, e cioé che mancasse la relativa autorizzazione regionale, risultata non veritiera nei controlli di merito, in quanto l'Asp di Cosenza era stata autorizzata con disposizione n. 30724 dell'11 dicembre 2008 del Dipartimento della Salute". E' quanto si afferma in un comunicato della Fp Cgil calabrese. "La stessa nota, inoltre - prosegue il comunicato -chiarisce che la legge Finanziaria del 2008 consentiva la stabilizzazione anche del personale in possesso di contratti di co.co.co. e che la Regione sulla materia delle stabilizzazioni era intervenuta con l'articolo 20 della L.R. n.9 del 2007 e con la successiva delibera n.196 del 2008, relativa alle procedure di stabilizzazione, procedure sulle quali il Dipartimento Tutela della salute regionale era intervenuto ancora e successivamente con ulteriori direttive, di cui alle note n.6469 e 7309 del 2008, e relative all'individuazione di ulteriore personale interessato alle stabilizzazioni. La stessa nota ricorda ancora che la Regione era intervenuta con le leggi n. 1 del 2009 e n. 8 del 2010 art. 38, quest'ultima dichiarata incostituzionale solo nell'aprile del 2011 con sentenza n. 123 della Consulta". "Il fatto non ci coglie di sorpresa - prosegue la Fp Cgil - perché è il frutto di un intenso lavoro di confronto con il Dipartimento regionale teso a ricostruire la verità degli atti deliberativi adottati nel merito e la verità in riferimento alle posizioni dei lavoratori stabilizzati, possibili solo se contestualizzate nel complesso delle situazioni lavorative create dalle preesistenti aziende sanitarie, spesso in violazioni di norme di legge, degli atti posti in essere a livello nazionale e regionale e della volontà dell'allora Direzione Generale e dei Sindacati Confederali di porre fine ad una situazione di insicurezza, subalternità e ricatto dei lavoratori e di illegalità presenti sui territori e nella pubblica amministrazione sanitaria". "Avevamo ed abbiamo fiducia nella giustizia e nella magistratura - prosegue la nota - e riteniamo che vadano ricostruite, individuate e perseguite le responsabilità di chi aveva creato quelle situazioni eccessivamente fuori norma e sulle quali si era deciso di intervenire con coraggio e determinazione, nonché individuate e perseguite le responsabilità di chi ha prodotto atti e realizzato istruttorie finalizzate ad una visione artefatta e non corrispondente al vero di fatti e circostanze omettendo di individuare ed indicare, cosa dovuta per legge, la catena di responsabilità".