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Quattro suore vivono nel campo rom di Vaglio Lise

 

 

Quattro suore vivono nel campo rom di Vaglio Lise

06 feb 12 Angela è la più anziana, originaria di Catania, 70 anni. Emma ha vissuto a Bologna, Chiara arriva da Rieti ed ha 30 anni, la stessa età di Rania che è nata e cresciuta nel lontano Libano: sono le quattro suore che da settembre vivono nella baraccopoli in riva al Crati a Cosenza. Sono le piccole sorelle di Gesù. Vestono abiti laici e si confondono con i rom. La loro casa è fatta di tavole e non è diversa dalle altre nella bidonville cosentina. Non hanno acqua potabile in casa. Per cucinare e lavarsi, come le altre donne del campo utilizzano le fontane che il comune di Cosenza ha fatto sistemare nel maggio scorso nei campi. L'unico lusso è una stufa a legna per scaldarsi. Seguaci di Charles Eugene de Foucauld seguono un cammino di povertà. Prediligono situazioni d'emarginazione condividendo la vita delle persone con le quali si trovano, imparando da quella che definiscono "la scuola dell'altro".A Cosenza sono arrivate dopo l'esperienza di Crotone. Oltre all'italiano, che nel campo é conosciuto e parlato, Suor Angela conosce il romanì che è la lingua dell'etnia Rom di Romania. Le suore vivono di piccoli lavori di decorazione su pietra, che sarebbero molto richiesti, e dunque venduti. Attorno alle suore, grazie anche al Moci, il movimento di volontariato che da anni lavora nel campo, è scattata la solidarietà dell'intera comunità. La baracca delle suore è adiacente a quelle di famiglie con cui hanno trascorso il Natale attorno alla tavola imbandita. Le suore non amano avere visibilità. "Ne riparliamo tra qualche anno" dicono ai giornalisti. Al momento - dicono - importante è l'autenticità del vissuto e non la comunicazione.

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