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    Villaggio Rom, Occhiuto “Video sorvegliato e ci starà solo chi segue regole”

     

     

    Villaggio Rom, Occhiuto chiarisce “Video sorvegliato e ci starà solo chi segue regole”

    03 ago 12 “A esser sincero non mi aspettavo queste rimostranze preventive da una Cosenza che nella sua storia può vantare battaglie di civiltà e di apertura allo straniero. Una città tollerante e solidale come spesso viene ricordata. Credo dunque che sulla questione del campo rom stia passando un messaggio sbagliato che necessita di chiarezza per evitare ulteriori strumentalizzazioni e approcci non corretti a quella che è l’effettiva linea seguita dall’Amministrazione”. Il sindaco Mario Occhiuto, in virtù delle recenti polemiche politiche e delle preoccupazioni dei residenti di via Popilia e di Casali, interviene sulla questione della comunità rom e del trasferimento obbligato su un terreno poco distante dalle sponde del fiume Crati, dove la sosta/residenza è da anni ad alto rischio per le famiglie che vi si sono stabilite. In questo senso, Occhiuto ha tracciato un percorso preciso: “Il Centro di valorizzazione della cultura rom, videosorvegliato, sorgerà a una manciata di metri da quello abusivo ai margini del fiume che è sempre stato estremamente pericoloso, in una zona che sarà recintata per proibire ennesimi stanziamenti. I cittadini cosentini devono vedere nella scelta della nuova sede una maggiore opportunità e garanzia – rassicura il Sindaco – perché, tanto per cominciare, la prossima area di stanziamento insiste nei pressi di quella attuale. I rom, in sintesi, sono sempre stati lì, non siamo noi a portarli, ma siamo noi a preoccuparci di pensare a migliori condizioni di vita per loro e per i cosentini. Il Comune firmerà un Protocollo con la stessa comunità rom che prevede il divieto di accattonaggio, il divieto di prostituzione e l’obbligo di scolarizzazione. La sicurezza sarà certamente maggiore, con un maggiore controllo sulla salute pubblica e con regole precise che a mio avviso allontaneranno i malintenzionati e chi non vive seguendo le leggi, perché appare ovvio che, dati questi presupposti, i soggetti che delinquono sceglieranno di vivere altrove. Vorrei ricordare – precisa ancora il primo cittadino – che è dal 2009, e dunque da quando al governo di Cosenza c’era anche il consigliere comunale Marco Ambrogio, proprio lui che oggi presenta un’interrogazione al riguardo, che esiste un provvedimento di sequestro del campo rom di Vaglio Lise, da parte della Procura della Repubblica, e che tale provvedimento di sequestro è stato poi integrato con quello successivo del 2 marzo 2010 in cui la Procura della Repubblica identifica competenze e compiti specifici per i diversi Enti”. A tal proposito, occorre evidenziare che nel provvedimento giudiziario integrativo del 2010 a cui fa riferimento il sindaco Mario Occhiuto, la Procura incaricava la Provincia, ovvero l’istituzione di competenza gestionale per il suolo demaniale, di occuparsi della rimozione dei rifiuti presenti sull’area, dell’immediato abbattimento delle baracche e di realizzare ogni opportuna iniziativa diretta ad impedire nuovi insediamenti abusivi. Compiti del Comune, invece, tutti rispettati e adempiuti fin dal primo giorno di lavoro dell’esecutivo Occhiuto, erano il censimento delle persone presenti sull’area, l’attuazione di ogni opportuna misura per assicurare assistenza ai minori verificandone l’assolvimento degli obblighi di vaccinazione e di quelli scolastici, il garantire l’assistenza sanitaria necessaria a prevenire il rischio di insorgenza di malattie infettive e la rimozione degli allacciamenti abusivi alla rete idrica. “Il mio debutto politico-amministrativo alla guida della città – conclude Mario Occhiuto – ha riguardato interventi immediati al campo di Vaglio Lise, dotando la comunità rom di docce e bagni, privilegiando i diritti umani e la tutela dell’igiene pubblica. E’ noto, comunque, che certe problematiche ci precedessero. L’Amministrazione si è sempre fatta carico di ogni possibile azione di supporto all’emergenza senza fare scarica barile fra Enti, ma oggi è più che mai necessaria un’assunzione di reciproche responsabilità per affrontare la questione con spirito di condivisione e per approdare a una soluzione definitiva”.

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