Il regista Travaglio racconta il suo Nabucco di scena al Rendano - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Il regista Travaglio racconta il suo Nabucco di scena al Rendano

29 nov 11 Trentaquattro anni, pugliese, uno di quei pochi casi in cui da cantante lirico si diventa regista. Luigi Travaglio è una giovane promessa della lirica italiana e sta apportando gli ultimi ritocchi all'allestimento del "Nabucco" di Verdi che porta la sua firma e che venerdì 2 dicembre, alle 20,30, inaugurerà la 52^ Stagione lirica del Teatro "Rendano" di Cosenza (domani, mercoledì 30 novembre è prevista, invece, l'anteprima riservata alle scuole, alle ore 19,30, mentre domenica 4 dicembre è fissata la replica, in pomeridiana, alle 17,00). Figlio di un impresario pugliese, Luigi Travaglio ha respirato sin da piccolo aria di teatro e di musica, appassionandosi all'arte scenica sin da quando frequentava il Conservatorio "Niccolò Piccinni" di Bari. Il passo successivo fu quello di dedicarsi al canto, abbracciando la carriera di tenore, ma il fascino della regia era già dietro l'angolo. Per Luigi Travaglio il palcoscenico del "Rendano" non rappresenta una novità in senso assoluto per aver partecipato, da assistente alla regia, alla "Tosca" del 2008 diretta da Marco Belussi. Ora vi fa ritorno per volere del direttore artistico del teatro di tradizione Albino Taggeo che si è fidato del progetto elaborato da Travaglio per il "Nabucco" di Verdi. Un allestimento che si rifà nella sua concezione a quello che al giovane regista pugliese venne commissionato l'estate scorsa dall'Opera Leonis Festival di Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno, ma che Travaglio ha ampliato e migliorato per il "Rendano" di Cosenza. "La mia versione del "Nabucco" – spiega Travaglio – si pone in termini innovativi, ma nel rispetto della tradizione, fondendo simbolismo e realismo attraverso un sinergico scambio di comunicazione drammaturgica tra l'uno e l'altro. Vorrei – chiarisce ancora il regista pugliese – che la messa in scena fosse lo specchio del discorso musicale ed è in questo contesto che devono agire tutti gli artisti, con ordine e coerenza drammaturgica, anche perché le mie regie partono sempre dalla musica." Facilitato dai suoi trascorsi di cantante a dirigere il cast vocale dell'opera, Luigi Travaglio annette molta importanza alla presenza, nell'opera, del balletto, che occupa uno spazio non da poco se si pensa che i movimenti coreografici rappresenteranno, nella messa in scena, una presenza costante, quasi in funzione di anticipazione dell'intera vicenda del dramma. "Le coreografie degli attori-ballerini – avverte ancora Travaglio – rappresentano un omaggio al ballo storico, del 1838, di Antonio Cortesi dal quale, molto probabilmente, trasse ispirazione il librettista del "Nabucco" Temistocle Solera." Altra presenza fondamentale nel "Nabucco" è quella del coro che Travaglio ha reso ancora più imponente, accentuandone la componente malinconica che è la vera forza dell'attesissimo "Va', pensiero, sull'ali dorate". "Il coro – dice ancora Travaglio – che al "Rendano" sarà composto da 60 elementi (il "Francesco Cilea", diretto dal maestro Bruno Tirotta) vive scenicamente più degli altri personaggi, votato com'è alla costante presenza e alla liricità tipica di Verdi. Nel coro si concentrano, infatti, tutti i sentimenti e i drammi del popolo oppresso." Nel dirsi pronto ad affrontare la "prima" di venerdì, Luigi Travaglio ha le idee molto chiare: "ciò che più mi preme è l'imprescindibile necessità di rendere vero e credibile il pathos scenico, con l'auspicio di un totale coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore che, se rapito ed attratto dalla forte drammaticità dell'opera, non potrà non portare anche fuori dal teatro una riflessione profonda e personale."