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Api "Istituire garante dei detenuti a Cosenza"
Api "Istituire garante dei detenuti a Cosenza" 24 lug 11 Su iniziativa dei giovani di API, si è tenuto un incontro con l'Assessore Succurro, il commissario cittadino di Cosenza Serafino Conforti e il Sen. Bruno per valutare la proposta di istituire a Cosenza un garante per la tutela dei diritti dei detenuti. Questa figura esiste in molte città e regioni d'Italia e spesso ha costituito un importante train d'union tra i detenuti, le istituzioni e la città. All'incontro erano, inoltre, presenti Carlo Salatino che aveva già da tempo elaborato la medesima proposta corredata da un apposito regolamento purtroppo rimasta irrealizzata, Aurelia Zicaro e Pietro Perugini che si sono interessati al problema nell'ambito della loro professione. Per il Sen. Bruno: "il carcere è parte integrante della vita sociale di una città, come gli ospedali, ci ricorda il senso del dolore e dei limiti della nostra condizione umana. Non può essere solo luogo di espiazione della pena ma di rieducazione per permettere, una volta pagato il proprio debito, il reinserimento nella società civile." Quello che accade oggi in Italia è ben lontano da tutto ciò. Oltre al dibattuto problema del sovraffollamento delle carceri italiane, dei sempre più numerosi suicidi esiste il problema del dopo-carcere. Data la profonda e lunga crisi economica è ancora più difficile che un ex carcerato riesca ad inserirsi nel mondo del lavoro e paradossalmente è spinto a delinquere di nuovo. Anche in Calabria la situazione degli istituti penitenziari è difficile come dimostra il recente sciopero della fame degli agenti penitenziari del carcere di Rossano o la ricerca della UIL PA Penitenziari che parla di un sovraffollamento del 70,6% terzo in Italia. A fronte dei 1791 posti disponibili nelle carceri calabresi sono detenute 3.056 persone. La situazione del carcere di Cosenza non rappresenta, di sicuro, il caso peggiore ma vorremmo partire proprio dalla nostra città per estendere una riflessione che va al di là della politica e si lega indissolubilmente a quei valori di solidarietà e umanità che sono le radici cristiane della nostra educazione. Istituire la figura del garante significherebbe aprire al dialogo e potere accogliere le istanze dei carcerati per far sì che non si apra un baratro di distanza e di indifferenza tra la società e i detenuti. "Certi che questa proposta verrà considerata con attenzione dal Sindaco Occhiuto intendiamo mobilitarci per visitare al più presto il carcere di Cosenza e avviare un dibattito sul tema con tutte quelle esemplari realtà che nella città dei Bruzi si battono per la difesa dei diritti civili. Inoltre, anche a livello nazionale, i giovani di API intendono promuovere una serie di iniziative perché riteniamo che il sovraffollamento delle carceri violi i diritti civili dei detenuti e che questo problema non si risolva con indulti o proclami ma solo con efficaci misure come la depenalizzazione dei cosiddetti reati "bagattellari" o la creazione di centri di "custodia attenuata" per i giovani detenuti. Attualmente esiste un unico centro simile per le madri detenute: l'ICAM di Milano, un esperimento riuscitissimo che andrebbe esteso e sostenuto dalle istituzioni." © RIPRODUZIONE RISERVATA Cerca con nell'intero giornale: -- > Guarda l'indice delle notizie su: "Area Urbana di Cosenza"
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del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |