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    Padre Fedele condannato, poi urla "E' un complotto vergognatevi tutti"

     

     

    Padre Fedele condannato, poi urla "E' un complotto vergognatevi tutti"

    06 lug 11 Nove anni e tre mesi di reclusione: é questa la condanna inflitta dal tribunale di Cosenza a padre Fedele Bisceglia, giudicato colpevole di violenza sessuale su una suora. Il tribunale ha condannato anche il segretario, Antonio Gaudio a 6 anni e 3 mesi per lo stesso reato. "Vergognatevi tutti, magistrati, suore e preti, perché è stato condannato un innocente". Sono la parole gridate da padre Fedele Bisceglia dopo la condanna a nove anni e tre mesi per violenza sessuale ai danni di una suora. "Avete infangato - ha aggiunto padre Fedele - un sacerdote onesto. E' la pagina più dolorosa mai scritta dalla magistratura di Cosenza". I giudici del tribunale di Cosenza, dopo poco più di due ore di camera di consiglio, hanno condannato padre Fedele e Gaudio a pene più pesanti rispetto a quelle chieste dall'accusa (rispettivamente otto e sei anni di reclusione) avendo riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Il tribunale ha anche riconosciuto il risarcimento, da determinare in sede civile, per le parti civili, la suora vittima della violenza sessuale ed il centro antiviolenza "Roberta Lanzino".

    Padre Fedele condannato

    Video: Sono innocente

    I giudici del Tribunale di Cosenza alle 11.20 si erano ritirati in camera di consiglio per emettere la sentenza contro padre Fedele Bisceglia ed il suo ex segretario, Antonio Gaudio, accusati di violenza sessuale ai danni di una suora. Per Bisceglia e Gaudio i due pm, Salvatore Di Maio ed Adriano Del Bene, avevano chiesto la condanna, rispettivamente, ad otto anni ed a sei anni di reclusione. Nell'ultima udienza sono intervenuti i due pm, che hanno ribadito la loro richiesta di condanna, ed i difensori dei due imputati. Poi un tentativo di intervento di Padre Fedele è stato bloccato dalla Corte che ha fatto allontanare il frate dall'aula. Intorno alle 13.10, mentre l'aula si era riempita di interessati, giornalisti, curiosi, le consorelle di suo Tania, la Corte prima di leggere la sentenza ha disposto che fosse ripristinata la richiesta di porte chiuse da parte delle parti offese ed ha fatto sgomberare l'aula. La sentenza di condanna è stata letta intorno alle 13.15. Al termine della sentenza il frate ha ribadito la sua contrarietà "Io sono innocente, ha detto Padre Fedele - si è scrita una pagina dolorosa una calunnia diabolica e non posso decifrare piuù di tanto la sentenza ancor apiù diabolica e tutto l'apparato". Fuori dal tribunale un primo commento l'ha fatto l'avv. Loscerbo che non ha aggiunto nineta altro che "Le sentenze non si commentano ma noi siamo pronti per il ricorso". Mentre il Frate gridava dagli scaloni la sua contrarietà. Padre Fedele ha sfogato la sua rabbia dopo la condanna davanti all'ingresso del palazzo di giustizia. "Nei miei confronti - ha gridato ancora Bisceglia - è stata commessa un'enorme ingiustizia. Tutti dovranno pentirsi un giorno per quanto mi è stato fatto. Hanno trionfato la menzogna e la calunnia. Pentitevi tutti perché per tutti voi un giorno, per il male che mi avete fatto, si spalancheranno le porte dell'inferno. Non è giusto condannare un innocente". Prima di uscire dal Tribunale, mentre era ancora nell'aula del Tribunale, padre Fedele, ancora apparentemente calmo, aveva detto: "In questo momento io gioisco e perdono la suora che ha diabolicamente mentito per farmi del male". Poi, invece, la perdite dell'autocontrollo da parte di Bisceglia e la sua uscita dal palazzo di giustizia, con le invettive rivolte a magistrati e suoi accusatori.

    Suor Tania: attendevo questo momento da anni. "Grazie, attendevo questo momento da anni". Poche parole pronunciate con la voce rotta dall'emozione. Le ha dette la suora vittima della violenza sessuale per la quale è stato condannato padre Fedele ed il suo segretario Antonio Gaudio ad uno dei suoi avvocati, Marina Pasqua. La suora ha parlato anche con la madre superiore generale del suo ordine, quello delle Suore Francescane dei Poveri, suor Tiziana Merletti, giunta appositamente da New York, dove ha sede l'ordine, per assistere alla lettura del dispositivo. "Era commossa - ha detto suor Tiziana - ed era contenta perché è stata riconosciuta la veridicità del suo racconto, cosa che noi sapevamo, ma quando c'é una sentenza di condanna c'é anche un riconoscimento pubblico. La nostra suora non ha fatto denuncia per sé ma per le altre donne"

    Centro Lanzino: Resa giustizia a religiosa. "E' con l'immagine di Francesco Bisceglia con la bianca veste, sulle scale del tribunale di Cosenza che urla rivolgendosi minacciosamente alle suore, esortandole a vergognarsi e a pentirsi, che oggi 6 Luglio 2011 alle ore 14 vogliamo commentare la sentenza". E' quanto sostiene, in una nota, il centro antiviolenza Roberta Lanzino. "Con la soddisfazione - prosegue - di chi ha creduto nelle verità denunciate dalla suora affermiamo che è stata resa giustizia e la sentenza di condanna a 9 anni e 3 mesi a Francesco Bisceglia e 6 anni e tre mesi ad Antonio Gaudio deve necessariamente contribuire a restituire equilibrio e misura ad una città tutta che durante questi lunghi cinque anni troppe volte ha abusato della dignità della religiosa e di quanti a lei si sono affiancati per sostenerla". "In primo luogo - è scritto nella nota - noi donne del Centro antiviolenza Roberta Lanzino che abbiamo vissuto il difficile percorso giudiziario al suo fianco subendo l'onta dei media e di una comunità ancorata alla figura istrionica e narcisistica di un uomo che ancora oggi, a sentenza emessa, ha continuato ad offendere. Su questo continueremo a vigilare attente a che ad altre donne non accada quello che è già accaduto, pronte a prevenire e a denunciare qualsiasi altro atto lesivo della nostra dignità. Oggi si scrive una pagina importante per la giustizia italiana: il Tribunale di Cosenza ha aperto una fase nuova che impone ad una città arroccata, durante questi anni, a facili giudizi assolutori in nome della virtuosità e dell'opera meritoria a sostegno dei più deboli, che di certo non riducono né scalfiscono la gravità dei fatti per i quali Bisceglia è stato condannato". "Accogliendo con soddisfazione la sentenza - conclude la nota - non ci esimiamo dal riflettere sul fatto che la ricerca di legalità sia emersa all'interno di un'aula di Tribunale più di quanto non abbia saputo esprimere la società civile cosentina e la stampa".

    Difensori: condanna ingiusta. "Una condanna profondamente ingiusta". Così i difensori di padre Fedele Bisceglia, gli avvocati Eugenio Bisceglia e Franz Caruso, hanno commentato la sentenza di condanna del sacerdote per violenza sessuale ai danni di una suora. "Rispetto le sentenze - ha detto l'avvocato Caruso - anche quelle che non condivido. E per quella per padre Fedele è ancora più ancora necessario leggere le motivazioni. Anche perché è fondamentale leggere come i giudici hanno superato le molteplici contraddizioni e le tante anomalie emerse nel corso del dibattimento. Nei processi di violenza sessuale, comunque, é difficile ottenere verdetti assolutori anche quando la prova lo consente. In questo processo, estremamente anomalo, le contraddizioni sono state tante. Nessuno dei tanti testimoni della pubblica accusa ha parlato di fatti specifici a riscontro del racconto della suora. E per tutti i sei episodi di violenza sessuale contestatigli padre Fedele ha fornito alibi anche documentali". "Insistiamo sul fatto - ha detto, da parte sua, l'avvocato Bisceglia - che la sentenza è stata costruita sull'unico principio che ha dominato durante il processo: il pregiudizio. Avevamo bisogno di un tribunale più sereno. Speriamo di trovarlo in appello".

    Madre superiora: Sentenza segno di speranza per le donne. "Questa sentenza è un segno di speranza per chi la denuncia non riesce a farla o non è nelle condizioni di poterla farla. La nostra suora non l'ha fatta per se ma per le altre". Così suor Tiziana Merletti, madre superiore generale delle Suore Francescane dei Poveri, l'ordine a cui appartiene la suora che ha denunciato padre Fedele per stupro, ha commentato la sentenza di condanna. La religiosa è andata appositamente a Cosenza da New York, dove ha sede l'ordine, per assistere alla sentenza. "Cosa direi a padre Fedele? Gli assicurerei la preghiera - ha aggiunto suor Tiziana - e l'augurio di rientrare in se stesso, di aprire gli occhi sulla verità di sé. Il cammino della conversione è sempre aperto per tutti finché c'é tempo". "Sei anni fa - ha proseguito - siamo entrati in un tunnel buio. Oggi se vediamo la luce dobbiamo dire grazie ai tanti che si sono impegnati e che ci hanno sostenuto in questo percorso, come il Centro antiviolenza Roberta Lanzino. Abbiamo sempre sostenuto la nostra suora perché sapevamo che diceva la verità. Questa sentenza le darà grande sollievo e l'aiuterà nel suo processo di guarigione". L'avv Marina Pasqua, che insieme a Amelia Ferrari, ha assistito la suora, ha espresso "soddisfazione per la sentenza che chiude un processo durato moltissimi anni". L'avv. Maria Giorgia De Gennaro, che con Elena Coccia ha rappresentato come parte civile il Centro antiviolenza Roberta Lanzino ha voluto dare un "riconoscimento ai giudici che sono andati oltre le richieste del pm anche perché, probabilmente, il comportamento processuale ha fatto la differenza. La suora si è chiusa nel riserbo con la richiesta del processo a porte chiuse senza l'esaltazione che ha ricercato padre Fedele sino all'ultimo con il comportamento che ha avuto fuori e dentro il processo". La presidente del Centro Lanzino, Daniella Ceci, da parte sua ha sottolineato come la sentenza "dà valore, finalmente, a chi ha avuto il coraggio di affrontare un processo duro. Sappiamo bene come è la tentazione del silenzio che accomuna molte donne che subiscono violenza e ancora di più lo poteva essere per una suora. Per questo siamo state al suo fianco. Ci auguriamo che adesso la città riesca a fare una riflessione su quanto accaduto. Questa sentenza ha un grande valore culturale". "Padre Fedele - ha concluso - risponde di una cultura maschilista che pervade non solo la società civile ma anche l'ambiente religioso evidentemente se lui non è riuscito a liberarsi delle sue pulsioni sessuali e di potere. E' difficile avere un colloquio con lui che, a parole, si è speso molto contro la violenza sulle donne però è importante che si spenda con i fatti".

    Il colleggio difensivo, Loscerbo, Caruso, Bisceglie

    Padre Fedele in attesa della sentenza

     

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