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Lunedì sentenza per Padre Fedele che scrive alla suora "Io ti perdono"
Lunedì sentenza per Padre Fedele che scrive alla suora "Io ti perdono" 27 giu 11 Antonio Gaudio è assolutamente innocente e l'accusa nei suoi confronti di violenza sessuale ai danni di una suora è totalmente infondata. Lo ha sostenuto l'avvocato Roberto Lo Scerbo, difensore dell'ex segretario di padre Fedele Bisceglia, accusato anch'egli di violenza sessuale ai danni della stessa religiosa. I fatti risalgono al 2006 ai tempi in cui Fedele Bisceglia gestiva l'Oasi francescana di Cosenza. Secondo l'avvocato Lo Scerbo, "le dichiarazioni d'accusa fatte dalla suora che avrebbe subito le violenze sono inattendibili e poco credibili e, peraltro, non sono mai state suffragate da alcun elemento di prova". Il processo proseguirà dopodomani, mercoledì, con le ultime arringhe dei difensori. Lunedi è prevista l'ultima udienza con le repliche del pm e dei difensori ed il ritiro del Tribunale in camera di consiglio per la sentenza. "Cara Sorella, siamo figli di Dio e quindi bisognosi di reciproco rispetto. Desidero e voglio tramutare la rabbia in amore fraterno e sincero. Ecco perché ti offro il mio incondizionato perdono". Così Padre Fedele Bisceglia scrive in una nuova lettera alla suora che lo accusa di averla violentata. Nel processo a carico di Bisceglia in corso davanti al Tribunale di Cosenza il pm ha chiesto la condanna ad otto anni di reclusione. La condanna a sei anni è stata chiesta, invece, per Antonio Gaudio, ex segretario di Padre Fedele quando il sacerdote dirigeva l'Oasi francescana di Cosenza. "Spesso - scrive ancora padre Fedele nella lettera - ho avuto rabbia, non rancore e mai odio. Ho sempre usato la parola perdono nei tuoi riguardi e di quelli delle consorelle, confratelli e tutti gli altri prelati che ti hanno aiutata e protetta in questa incredibile storia intrisa di sangue. Da quando questa vicenda ha avuto inizio, nel gennaio del 2006, ho sperimentato stati d'animo alti a bassi, ma ho sempre seguito Cristo. Oggi, alla vigilia della sentenza, avverto nel mio cuore non solo la gioia del patire ma la determinazione a continuare la scalata della santità. Vorrei però raggiungere questa meta insieme a te. E' difficIle, ma non impossibile".
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