Padre Filiberto, un uomo vissuto per gli altri - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Padre Filiberto, un uomo vissuto per gli altri

15 dic 11 Gli occhi velati dal pianto. Qualcuno col fazzoletto tenta di nascondere la commozione. Una chiesa, quella di San Francesco di Paola, in Corso Plebiscito a Cosenza, gremita come non mai. La sua chiesa. L'arcivescovo ad officiare la cerimonia funebre. Nella bara c'è un frate semplice. E' Padre Filiberto Mannarino. Quanto bene ha fatto per raccogliere tanta commovente partecipazione ? Persino il Padre Generale dell'Ordine dei Minimi, p. Francesco Marinelli, sembra non trovare le parole per colmare il vuoto lasciato da una delle tante colonne del suo Ordine. L'arcivescovo mons. Salvatore Nunnari nelle sue poche parole lo ricorda davanti il portone istoriato da Mastroianni ad elargire quella carità che dalla Regola aveva fatto una sua condotta di vita. A volte i pochi spiccioli che aveva nelle maniche nascosti da distribuire ai tanti che cercavano un aiuto finivano subito e non riusciva a mandare a mani vuote nessuno. In silenzio, nonostante quel suo aspetto burbero, aveva un cuore grande e riusciva ad accontentare tutti. Si ricordava di tutti. Era incredibile come non dimenticasse il nome di nessuno. Ha attraversato con le sue preghiere e le sue azioni la storia di Cosenza dal 1964 ad oggi. Chi ricorda il matrimonio dei suoi genitori, per averlo visto in foto, chi ricorda un semplice pensiero, come una torta spedita a casa per il compleanno del figlio, quando non poteva permettersela. La spesa sempre pronta dietro la porta del campanile. Buste piene di ogni ben di Dio distribuite ai tanti poveri che bussavano sempre al portone della sua chiesa. Lui figlio di San Francesco fin dalla nascita, amava sempre scherzare sulla sua appartenenza al quartiere del "Canciddruzzu" di Paola. Li davanti la porta della sua chiesa sapeva che alla chiusura sarebbe arrivato qualcuno a chiedere la carità. A volte chi lo frequentava da vicino si spaventava per le persone, ubriachi, malfattori, extracomunitari dai toni alterati e rissosi, che gli si avvicinavano. Non ti preoccupare, diceva. Scompariva e poi riappariva con un elemosina, una spesa e questi come per incanto si ammansivano come agnellini. Nella Chiesa di norma le carità non vengono mai raccontate. Il Vangelo dice nascondi la mano che ha donato. Per non vantarti del bene che hai prodotto. Ma la carità va raccontata perché la carità è contagiosa. Lo deve essere. Il buon esempio. Il seme che muore lascia uno spazio vuoto, ma dal seme nasce una nuova pianta, ha sottolineato nell'omelia funebre il Padre Generale. E i tanti che hanno riempito all'inverosimile la chiesa ne sono la testimonianza diretta. A volte una parola, un atto di carità un sorriso o una battuta è come le caramelle che teneva per i più piccini. Correvano da lui. Lasciate che i bimbi vengano a me. Dal Vangelo aveva preso le mosse per il suo modo di vivere. E con i bambini ci sapeva fare. Quando non c'erano le caramelle c'erano i ritagli delle ostie. Gliele chiedevano e lui chiamava tutti per nome. Ricordava il nome di tutta la famiglia. Non ho mai capito come facesse. Una grande parte di Cosenza è passata dalle sue pregherie dal suo modo di essere vicino a tutti. Ma come tutti si arrabbiava, ma non lo dava mai a vedere. Teneva tutto dentro. L'obbedienza prima di tutto. Da Parroco di via Popilia a superiore del Convento o anche a semplice padre, la Regola di San Francesco di Paola era perfettamente incarnata nel suo vivere. Difficile spiegare ad un laico l'appartenenza ad un Ordine e il rispetto di una regola. Che non è solo la regola di vita. E' il cammino che il Padre fondatore dell'Ordine ha lasciato. Padre Filiberto era questo. Un sant'uomo. Requiescant in pacem.