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    Oltre 20 coltellate alla povera Fabiana. La salma porta a spalla alla famiglia

     

     

    Oltre 20 coltellate alla povera Fabiana. La salma porta a spalla alla famiglia

    27 mag 13 E' stata colpita con oltre 20 coltellate Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa a Corigliano Calabro dal fidanzato. E' quanto emerso oggi dall'autopsia. Dall'esame è emerso anche che è probabile che la giovane fosse viva quanto è stata bruciata, ma la certezza potrà venire solo con ulteriori analisi. L'autopsia, effettuata nell'ospedale di Corigliano Calabro, ha evidenziato che le coltellate, alcune profonde, sono state inferte al torace, all'addome ed alla schiena della ragazza. Nessuna di queste è risultata mortale, tanto che per i periti è probabile che la giovane, così come raccontato dal ragazzo nell'interrogatorio, fosse viva nel momento in cui è stata bruciata. I medici legali, comunque, si sono presi 40 giorni per il deposito della perizia definitiva.Fa ancora più ribreo il fatto che il giovane assassino dopo le 20 coltellate è andato freddamente in giro per circa due ore prima di tornare con la benzina per bruciare la povera Fabiana. In quel momento lei ha raccolto tutte le sue forze ed ha respinto il suo killer dicendogli "ma cosa fai vai via". Lottando così cone le poche forze che le rimanevano fino all'ultimo istante della sua vita. Lui imperturbabile ha raccontato tutto al magistrato con una freddezza agghiacciante. Quasi fosse stato un fatto normale.

    Salma portata a spalla. E' stata consegnata alla famiglia ed è stata portata a spalla per un breve tratto sino a casa la salma di Fabiana Rizzo. Dopo l'autopsia, il feretro è stato caricato sul carro funebre che giunto ad alcune centinaia di metri si è fermato per permettere agli amici ed della ragazza di portare la bara a spalla sino a casa. I funerali della sedicenne saranno celebrati domani alle 16.30, con il rito previsto per i testimoni di Geova, nel palazzetto dello sport di Corigliano Calabro.

    Dolore madre del ragazzo per Fabiana. La mamma del diciassette sottoposto a fermo per l'omicidio di Fabiana "porta dentro di se un grande dolore per la scomparsa di una ragazza che conosceva, un dolore che solo un genitore può capire". E' quanto trapela dagli ambienti vicini alla famiglia del ragazzo. Un giovane, si sottolinea che "ha ottimi voti a scuola, tanto che è il migliore della classe", è incensurato e non ha mai avuto a che fare con la giustizia.

    Scarpe con fiocco rosso contro violenza donne. Una dozzina di scarpe con fiocco rosso per dire 'no' alla violenza sulle donne sono state lasciate su una gradinata a Corigliano Calabro, dove è stata uccisa la sedicenne Fabiana Luzzi. L'iniziativa è stata organizzata dagli studenti delle scuole di Corigliano che stamane hanno dato vita anche ad un corteo di solidarietà. Gli studenti hanno inteso riprendere la simbologia che vede nelle scarpe con fiocco rosso la testimonianza contro la violenza sulle donne. Tra le scarpe usate dai ragazzi di Corigliano c'é ne sono sono molte di quelle utilizzate dalle ballerine di danza. Fabiana, infatti, adorava la danza.

    Ragazzo è provato e turbato. "Il ragazzo é provato e turbato. E' stato un fatto così grave che sta assumendo consapevolezza giorno dopo giorno". A dirlo è stato l'avv. Giovanni Zagarase che, insieme al collega Antonio Pucci, difende il diciassette fermato per l'omicidio di Fabiana Luzzi. Intanto non è stata ancora fissata l'udienza di convalida del fermo davanti al gip del Tribunale dei minorenni di Catanzaro. A questo punto è probabile che si tenga mercoledì prossimo. Nel frattempo il diciassettenne è stato portato in un centro di accoglienza minorile di Catanzaro, e non nel carcere minorile, così come previsto per i giovani in stato di fermo e non di arresto. Il giovane, così come previsto dalla legge per i minori, dovrà anche essere sottoposto ad accertamenti psicologici per valutarne il grado di maturità.

    Fabiana ricordata con minuto di silenzio alla Camera. "Invito l'assemblea ad osservare un minuto di silenzio per Fabiana e tutte coloro che come lei sono state uccise". Così la presidente della Camera Laura Boldrini in apertura di seduta, rende omaggio alla giovane uccisa e bruciata dal fidanzato in Calabria, prima di esaminare la ratifica della convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne.

    Centro Lanzino a funerali Fabiana. "Il Centro contro la violenza alle donne 'Roberta Lanzino' di Cosenza parteciperà ai funerali di Fabiana Luzzi, la ragazza uccisa a Corigliano, in provincia di Cosenza, dal suo fidanzato". Lo riferisce un comunicato del Centro. "La sua uccisione come quella di qualunque altra donna - prosegue la nota - ferisce a morte tutte noi. Noi restiamo vive e lanciamo ancora una volta il segno della nostra presenza e testimoniamo la nostra ferma volontà di continuare a lottare contro ogni forma di violenza alle donne"

    Sociologa analizza lettera a Corsera: razzista. "Una storia come questa potrebbe essere accaduta in qualsiasi altro posto d'Italia. Trovo assolutamente razzista e aberrante che si possa parlare, in questa vicenda, di specificità calabrese". La sociologa di origini tedesche Renate Siebert, allieva di Theodor W. Adorno, già docente di sociologia generale all'Università della Calabria, vive da quasi 40 anni nella regione e, anche per questo, non mostra di gradire le tesi sostenute da Francesca Chaouqui, manager della multinazionale Ernst & Young. Sulla vicenda della sedicenne uccisa e bruciata a Corigliano Calabro, Francesca Chaouqui ha scritto una lettera al Corriere della Sera in cui, dopo avere precisato di essere nata in un paese vicino al luogo teatro della tragedia, mette in evidenza la visione maschilista a suo dire predominante nella propria terra d'origine "nonostante la Calabria - dice - sia una terra matriarcale". Chaouqui parla del rapporto uomo-donna come di "un binomio di mondi paralleli che non si trovano mai". "Per come conosco la Calabria - aggiunge Renate Siebert - devo dedurre che chi sostiene queste tesi è sostanzialmente razzista. Per questo non condivido che si possa parlare di specificità calabrese"

    Forciniti: Tragedia, ma critiche a Calabria è pregiudizio. "Una tragedia che lascia senza parole, penso alla mamma e a come potrà consolarsi: però non diciamo ora che è colpa della Calabria. La mia terra è bella e purtroppo questa violenza ormai si ripete da una parte all'altra dell'Italia". Rosalba Forciniti, judoka azzurra, la prima medaglia olimpica calabrese al femminile - bronzo a Londra - è rimasta choccata dall'efferato omicidio della sedicenne di Corigliano Calabro, uccisa e bruciata dal fidanzato per presunti motivi di gelosia. La Forciniti è nata a Cosenza ma ha vissuto a lungo in un paese sulla Sila, molto vicino a Corigliano dove ha anche dei parenti. "Quando ho saputo, ho chiamato mia mamma per sapere se era tutto a posto, visto che lì vivono diversi miei cugini - racconta l'azzurra del tatami -. Purtroppo di fronte a certe tragedie non ci stupiamo, perché ne avvengono troppe. Ma non mi piace sentire che in Calabria le donne sono discriminate: ci si piange addosso, i pregiudizi non sono veri. Se fosse stato così io non sarei diventata una judoka". Ma come tanti giovani della sua terra, Rosalba ha lasciato la Calabria da quindici anni e vive a Roma: "I miei genitori sono sempre stati di vedute aperte - aggiunge - e per questo, siccome lavoravano, hanno preferito che facessi sport e stessi lontano dalla strada. Magari questo mi ha fatto vivere meglio". La Forciniti, nonostante pratichi uno sport da combattimento che l'ha portata sul podio olimpico, è tutt'altro che "un maschiaccio" come la chiamavano gli amici da ragazzina. "Così ho tenuto a bada tutti... - dice l'azzurra - Un fatto così atroce però non dovrebbe incidere sul giudizio sula mia terra che non sarà sfruttata al meglio ma è bellissima. Un pezzo del mio cuore è sempre lì, pensiamo a Fabiana, ma non infanghiamo la Calabria".

    TDH: Governo introduca educazione di genere. La tragica morte di Fabiana, la ragazza uccisa dal suo fidanzatino, riaccende drammaticamente il tema della violenza sulle donne rendendo indispensabile e urgente mettere al centro dei prossimi passi del Governo l'educazione di genere, a partire dal coinvolgimento delle più giovani generazioni, perché è proprio nell'età della preadolescenza che si formano preconcetti e discriminazioni di genere, che possono sfociare in episodi di violenza come quello di Corigliano Calabro. E' il commento di Paolo Ferrara di Terre des Hommes. "Con un accompagnamento adeguato è possibile ridurre anche della metà il numero di ragazzi e ragazze che concepiscono la violenza come un modo naturale di esprimere i propri sentimenti - sostiene Ferrara - lo testimoniano i risultati scaturiti al termine dei corsi che abbiamo portato avanti con Soccorso Rosa nelle scuole secondarie di primo grado, assieme a insegnanti e genitori. Ciò ci fa credere ancora più fermamente che tra i mezzi per contrastare la violenza contro le donne, uno dei più efficaci sia proprio quello educativo". Nella stessa Convenzione di Istanbul, sottolinea l' organizzazione umanitaria che ne auspica una rapida ratifica, la prevenzione è la prima misura da attivare per promuovere il cambiamento nei comportamenti socioculturali che possono portare alla violenza sulle donne, le ragazze e le bambine. "La ratifica della Convenzione rappresenta un passo fondamentale per contrastare e prevenire i troppi fenomeni di violenza che oggi vedono le donne di ogni età come vittime designate - dichiara Raffaele K. Salinari, presidente di Terre des Hommes - siamo ben consapevoli che la violenza è un segno e come tale va analizzato nelle sue complesse implicazioni sociali, economica e politiche; per questo, a maggior ragione, servono delle norme condivise per far fronte a questi episodi, e consentire a tutti, vittime ed istituzioni, forze dell'ordine e organizzazioni internazionali in difesa dei diritti umani, di poter avere dalla loro parte uno strumento giuridico di livello internazionale, che dovrà necessariamente trovare la sua traduzione in un cambiamento delle leggi vigenti anche nel nostro paese così come nel sostegno alle pratiche di prevenzione".

    Calipari "Dolore e saggezza in parole madre". "Voglio inviare un abbraccio profondo e commosso alla madre della ragazza brutalmente assassinata. Conversando con monsignor Marcianò, questa donna ha saputo esprimere, insieme al dolore sconfinato, una profonda saggezza nella quale riconosco un aspetto purtroppo dimenticato della nostra terra". Lo afferma, in una nota, Rosa Calipari, deputata del Pd. "A Corigliano Calabro - prosegue Calipari - è avvenuto un fatto barbaro che, purtroppo, si aggiunge al lungo elenco di donne sacrificate dalla violenza maschile. Di qualunque età e in qualsiasi luogo, troppe donne pagano questo prezzo intollerabile, frutto di uno spaventoso ritardo culturale che la politica deve contribuire a colmare. Domani alla Camera approveremo la Convenzione di Istanbul, e questo sarà un passo concreto e significativo per dare protezione alle donne e rendere più stringenti le norme che puniscono il femminicidio. Chiederò in Aula con un ordine del giorno un ulteriore impegno al governo per l'immediato recepimento di alcune direttive dell'Unione europea che rafforzano la posizione della vittima nel procedimento penale e offrono nuovi strumenti per la prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti della donne".

    Bianchi: norme più severe contro femminicidi. "Introdurre una normativa molto più severa sui femminicidi in parallelo con la realizzazione delle riforme economiche ed istituzionali. Queste le priorità da affrontare nell'immediato". E' quanto afferma, in una dichiarazione, la parlamentare del Pdl Dorina Bianchi. "In tale direzione - prosegue Bianchi - la questione del riconoscimento dei diritti civili delle coppie gay, in merito alla quale il collega di partito Galan ha annunciato la presentazione di un ddl, non è assolutamente prioritaria. Anzi, direi che è inopportuna per i costi che comporterebbe sul nostro welfare. Dopo il caso atroce di Corigliano Calabro che ha scioccato l'intera comunità, sarebbe più giusto definire norme più severe per prevenire e contrastare la violenza sulle donne". "In Italia, secondo l'ultimo Rapporto Onu - rileva la parlamentare del Pdl - nel 2011, sono morte 127 donne, il 6,7% in più rispetto al 2010. Tra questi omicidi, ben 7 su 10 sono avvenuti dopo maltrattamenti o forme di violenza fisica o psicologica. E i dati non sono confortanti neanche nel 2012: fino al mese di giugno, infatti, sono già 63 le donne uccise. Governo e parlamento non possono più rimanere immobili. In questo ambito, il voto in aula alla Camera dei deputati per la ratifica della Convenzione di Istanbul, rappresenta un atto importante verso un quadro normativo europeo più completo e volto a sradicare in tutte le sue manifestazioni il complesso fenomeno".

    Marziale: Fermare onda di vendetta su web. "Non è accettabile che la reazione alla morte della ragazza uccisa dal fidanzato a Corigliano Calabro assuma i contorni di una vera e propria istigazione a delinquere": è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, che si dice "preoccupato dalla facilità con la quale sui social network è possibile dare sfogo agli istinti più violenti, senza nessun controllo e nella più totale anarchia". "La spietata esecuzione messa in atto dal giovane assassino - argomenta Marziale - fa accapponare la pelle a chiunque abbia un minimo di coscienza, ma a nessuno è concesso veicolare auspici di morte e vendetta. Chi lo fa si assume la responsabilità di istigare alla violenza le menti più fragili, ma soprattutto chi lo consente - dice riferendosi ai gestori di Facebook - si rende compartecipe di un linciaggio di massa dalle conseguenze imprevedibili. Basti pensare al recente provvedimento a carico di alcuni minorenni che, secondo la Procura di Novara, avrebbero indotto al suicidio la quattordicenne Carolina, divenuta oggetto di sberleffi sul social network più popolare". "E' tempo che la scuola provveda all'istituzione organica dei corsi di media education, allo scopo di permettere agli utenti un utilizzo consapevole, ma è altresì tempo che le istituzioni preposte comincino a valutare sistemi di controllo dei contenuti mediali. Non è più accettabile - conclude il sociologo - che la violenza dilaghi e ognuno deve assumersi la responsabilità di ciò che pensa, scrive e offre in pasto all'umanità"

    Nastri rossi per Fabiana: I ragazzi di Corigliano sono scesi in piazza per esprimere, tutti insieme, lo sconcerto per l'omicidio di Fabiana e far sentire la loro vicinanza ai genitori della ragazza. Le scuole sono rimaste chiuse e gli studenti hanno dato vita ad un corteo ricco di striscioni e fiocchi rossi, il simbolo contro la violenza alle donne. I genitori di Fabiana, tra le lacrime, hanno incontrato il vescovo, mons. Santo Marcianò, e la mamma ha detto che anche l'omicida è una "povera vittima di questa tragedia". La tragedia di Fabiana è stata ricordata anche alla Camera dove la presidente, Laura Boldrini, ha invitato l'assemblea ad un minuto di silenzio, prima di esaminare la ratifica della convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne. Tra la commozione ed il dolore, gli studenti, di buon mattino, hanno dato vita ad un intensa manifestazione ricca di simbolismi. In testa al corteo uno striscione con la scritta "16 anni per sempre...riposa in pace piccolo angelo". Sulle gradinate di uno stabile sono state anche lasciate una dozzina di scarpe con il fiocco rosso. Molte erano quelle che vengono utilizzate dalle ballerine proprio perché Fabiana amava la danza. Quando i ragazzi sono giunti sotto l'abitazione dei genitori di Fabiana ci sono stati lunghi applausi, commozione e lacrime. La mamma della studentessa, circondata da alcune amiche della figlia, si è affacciata al balcone per ringraziare quanti sono scesi per strada. E così, con il dolore di una mamma a cui è stato tolto l'affetto della figlia, ha urlato che a Fabiana "volevano tutti bene tranne uno. Aveva scelto di vivere, voleva ballare e invece le hanno strappato la vita". Poco prima dell'arrivo del corteo i genitori della sedicenne hanno incontrato l'arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Santo Marcianò. E' stato un colloquio intenso, durato poco più di una ventina di minuti. All'arcivescovo la donna ha chiesto che venga fatta giustizia per sua figlia. Mons. Marcianò ha fatto riferimento al tema della rieducazione e del profondo disagio dell'omicida. E' stato in questo contesto che la mamma di Fabiana, abbracciando l'arcivescovo, ha chiesto vicinanza e sostegno perché, ha detto, "non vogliamo sentirci soli. Abbiamo bisogno dell'affetto della gente". Tra i ragazzi era visibile ancora lo sconcerto per quanto è avvenuto. Un compagno di classe del diciassettenne che ha confessato l'omicidio ha ricordato gli ultimi giorni trascorsi con il suo amico. Ma ora, ha aggiunto, "non riuscirei neppure a guardarlo in faccia. E, soprattutto, non riuscirei a dirgli nulla"

    --- Omicidio Corigliano, Fabiana ha lottato fino all'ultimo. Un nastro rosso per ricordarla --- La mamma di Fabiana "Le volevano tutti bene tranne uno,anche lui povera vittima" --- In corteo per Fabiana. La mamma chiede giustizia

    --- Sedicenne uccisa a Corigliano, il giovane "L'ho bruciata viva". Paesani lo vogliono morto --- Omicida Corigliano si difende "M'ha aggredito e l'ho colpita". Il vescovo "Gesto orribile" --- Ragazza uccisa Corigliano, lui spesso la picchiava. Sorella "Chiusi nel dolore" --- Sedicenne uccisa a Corigliano, fidanzato ha confessato --- Trovata carbonizzata la sedicenne scomparsa da Corigliano, forti sospetti sul fidanzatino

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