NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Maxi blitz DDA, 10 arresti per corruzione e voto di scambio, tra loro Principe e altri politici

    Ottaviani, Bombardieri, Luberto, Borrello

     

    Maxi blitz della DDA, 10 arresti per corruzione e voto di scambio, tra loro Principe e altri politici

    23 mar 16 I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di 10 (dieci) soggetti. Tra costoro, vi sono quattro esponenti di di vertice della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Ruà”, egemone in provincia di Cosenza, per cui è stata disposta al custodia in carcere , nonché esponenti del mondo politico, posti agli arresti domiciliari. Tra questi ultimi: Sandro Principe, ex Sindaco di Rende, già Sottosegretario al Lavoro e già Assessore e Consigliere Regionale della Calabria; Rosario Mirabelli ex Consigliere regionale della Calabria e Consigliere Comunale di Rende; Umberto Bernaudo ex Sindaco di Rende ed ex Consigliere Provinciale; Pietro Ruffolo ex Consigliere Provinciale di Cosenza ed ex assessore Comunale di Rende; Giuseppe Gagliardi ex Assessore Comunale di Rende. Il provvedimento restrittivo, emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro, è stato poi notificato in carcere a quattro elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà, Adolfo D'Ambrosio (49), Michele Di Puppo (52), Francesco Patitucci (56) e Umberto Di Puppo (47). Arrestato, infine, anche Marco Paolo Lento (41).

    Link collegati

    -- Il Comune di Rende piegato agli interessi dei clan

    -- Interecttazioni: Principe a Cavalacati "Fai il sindaco non il PM"

    -- Il boss Lanzino assunto nelle coop di Rende

    -- Coop Rende, in mano ai Lanzino, versava i soldi nella bacinella

    -- Intercettazioni D'Ambrosio "Per aiuto i dovete dare 100 milioni"

    --- Reazioni e commenti

    I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione. Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e, nello specifico, dal Procuratore Aggiunto Dr. Vincenzo Luberto e dal Sost. Proc. Dr. Pierpaolo Bruni e coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro f.f. Dr. Giovanni Bombardieri, sono state svolte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza ed hanno delineato un “intreccio” politico/mafioso che ha consentito a candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rende, tenutesi a partire dal 1999 e fino al 2011, nonchè per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Cosenza del 2009 e del Consiglio Regionale della Calabria del 2010, di ottenere l’appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Ruà” di Cosenza, già tutti definitivamente condannati per “associazione mafiosa”, in cambio di condotte procedimentali amministrative di favore contrarie ai doveri d’ufficio.

    Tra le attività illecite riscontrate - che di fatto hanno disvelato l’esistenza di un collaudato “sistema” ultradecennale che ha visto quale maggiore centro d’interessi l’amministrazione comunale di Rende - quelle connesse all’affidamento in gestione di locali pubblici comunali a beneficio di personaggi appartenenti al citato sodalizio di ‘ndrangheta, all’assunzione presso la società “municipalizzata” preposta alla gestione dei servizi comunali, di soggetti intranei o contigui al gruppo criminale, al mancato licenziamento di alcuni di questi a seguito di intervenute condanne nonché alla promessa dell’erogazione di fondi pubblici per finanziare una cooperativa creata ad hoc, da un personaggio di vertice della cosca, per la gestione dell’area mercatale di Rende.

    Le assunzioni presso la “municipalizzata”, in particolare, hanno riguardato vari esponenti della cosca, tra cui il capo del sodalizio di ‘ndrangheta, Ettore Lanzino. Tali condotte di favore sono risultate il frutto di patti elettorali opportunamente stipulati in occasione delle varie competizioni politiche e che vedevano costantemente coinvolta la cosca “Lanzino/Ruà”, essendo peraltro emerso come i relativi esponenti non si adoperavano nelle attività di procacciamento di voti in ragione di particolare fidelizzazione politica, ma per un ovvio e scontato perseguimento di interessi della cosca medesima, che talora poteva essere perseguito anche attraverso l’appoggio di candidati diversi o di differenti fazioni. L’attività d’indagine, inoltre, ha fatto emergere come, anche in occasione della campagna elettorale dell’anno 2014, per il rinnovo del consiglio comunale di Rende, sia stato “interessato”, benchè detenuto, uno dei quattro sodali raggiunti da misura cautelare, oggi a 41 bis, al fine di ottenere il suo assenso e le indicazioni alla cosca per fornire l’appoggio elettorale, secondo prassi già riscontrate in passato. Lo stesso, però, intercettato durante un colloquio in carcere con i congiunti, poneva come condizione insuperabile il pagamento di una cospicua somma di denaro, lamentando gli scarsi benefici ottenuti dalla cosca nel recente passato, allorquando si era persino occupato di monitorare l’attività politica dai principali candidati.

    Ruffolo e Bernaudo furono già arrestati nel 2012. Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo, rispettivamente ex sindaco di Rende ed ex assessore comunale, arrestati stamani nell'ambito dell'inchiesta su voto di scambio, erano già stati arrestati per reati analoghi - corruzione e corruzione elettorale - ma per episodi diversi, nel novembre del 2012. Il Tribunale della Libertà, nel dicembre successivo, aveva poi annullato l'ordinanza di custodia cautelare. In seguito agli arresti era stato disposto l'accesso antimafia nel Comune di Rende che, a conclusione del procedimento, non fu sciolto. La decisione fu presa nel settembre del 2013 dal ministro dell'Interno Angelino Alfano anche alla luce della relazione dell'allora Prefetto di Cosenza.

    Principe scampò ad agguato: Sandro Principe, l'ex sindaco di Rende ed ex sottosegretario al Lavoro arrestato stamattina dai carabinieri con l'accusa di corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa, si salvò miracolosamente nel 2004 da un agguato. Principe, che all'epoca era sindaco, fu ferito gravemente a Rende da un ex bancario, Sergio Staino, che gli sparò un colpo di pistola, poco prima dell'inizio della cerimonia d'inaugurazione della chiesa di San Carlo Borromeo. A causa della gravità delle sue condizioni, Principe restò in pericolo di vita per alcuni giorni, ma poi riuscì a riprendersi subendo, comunque, gravi menomazioni fisiche. Il responsabile dell'agguato, che sostenne di avere sparato a Principe per motivi di risentimento personale e di avere agito da solo, fu condannato a sei anni e quattro mesi di reclusione, ma nel 2007 fu scarcerato grazie ad uno sconto di pena ed ai benefici per buona condotta.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     
Pubblicità
Guarda il TG TEN


    Facebook
 Ultime
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore