NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Arresti DDA a Rende, reazioni e commenti

     

    Arresti DDA a Rende, reazioni e commenti

    23 mar 16 "Le vicende giudiziarie di cui si è avuta notizia in queste ore ci lasciano sbigottiti. Esprimo piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine, che faranno piena luce sui fatti e accerteranno con chiarezza ogni eventuale responsabilità. Nello stesso tempo, ci auguriamo che gli esponenti del nostro partito coinvolti riusciranno a chiarire la loro posizione". Lo afferma, in una dichiarazione, il segretario regionale della Calabria del Partito democratico, il deputato Ernesto Magorno, in merito all'operazione dei carabinieri a Rende. "Il nostro partito - aggiunge Magorno - deve rimanere unito. Abbiamo salde radici democratiche e solidali che ci permetteranno di affrontare al meglio questo ulteriore, difficile momento, respingendo, con l'autenticità dei valori e dell'amore per la nostra terra, ogni tentativo di cavalcare il vento dell'antipolitica per vanificare i tanti sforzi di cambiamento, legalità e trasparenza che stiamo attuando con grande impegno"

    "Chiediamo l'immediata audizione in Commissione Antimafia del segretario regionale del Pd in Calabria, Ernesto Magorno, nonché membro di questa stessa Commissione. Quanto accaduto in Calabria ci preoccupa profondamente perché dimostra ulteriormente le strettissime connessioni fra le cosche di 'ndrangheta e il partito di maggioranza". Ad affermarlo sono i parlamentari M5S in Commissione Antimafia. Per i Cinque Stelle si tratta "non uno scambio episodico ma sistemico, visto che la Dda di Catanzaro parla di 'intreccio politico mafioso' ad ogni livello: dal consiglio comunale di Rende a quello regionale, passando dal consiglio provinciale di Cosenza. E, nell'accordo, ci sarebbero le più classiche modalità di scambio: posti di lavoro, erogazioni pubbliche, finanziamenti per le cooperative. A usufruirne gli uomini delle cosche o a loro vicini". "La nostra richiesta è per il bene di tutti, anche dello stesso Pd, perché come abbiamo sempre sostenuto la lotta alla 'ndrangheta non ha colore né bandiera politica. Serve solo determinazione e, noi, quella ce l'abbiamo", concludono i membri M5S della Commissione Antimafia in merito agli arresti di 4 esponenti del Pd stamane in Calabria.

    "Siamo molto preoccupati per il funzionamento della commissione Antimafia. Ormai i 5 stelle non perdono occasione per trasformarla in uno strumento di propaganda politica delegittimando la sua funzione istituzionale. La richiesta avanzata oggi di audire in commissione il segretario del Pd calabrese Magorno è gravissima: si pretende di trasformare la commissione in una sorta di tribunale del popolo che ha già individuato nel Pd il responsabile di tutti i mali". Lo dichiara il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione Antimafia. "Magorno è persona perbene e nulla ha a che fare con gli arresti di oggi che sono legati a vicende del passato. È chiaro che così non si può andare avanti, non consentiremo che una istituzione come l'antimafia dopo 50 anni di vita oggi venga distrutta dai Cinque Stelle che ne minano credibilità e operatività" conclude Franco Mirabelli.

    "Per Renzi è un'altra medaglia medaglia al valore l'arresto in Calabria per rapporti con la 'ndrangheta del Pd Sandro Principe e di sodali dell'area cosentina, decisiva per gli equilibri di potere nell'intera regione". E' quanto affermano, in una nota congiunta, i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela, Federica Dieni, l'europarlamentare Laura Ferrara e i portavoce comunali del movimento. "Il fatto - sostengono - è la riprova della grande menzogna della narrazione di Renzi, che doveva rottamare il sistema di cui si è invece nutrito, circondandosi di evasori, delinquenti d'alto bordo e, a quanto pare, amici delle 'ndrine. Principe, il più celebre tra gli arrestati, si convertì in un baleno al renzismo, e non fu il solo. Il potere politico e il potere criminale vanno a braccetto in Calabria, e a volte sono un corpo solo". Per Nesci, Morra, Parentela, Dieni e Ferrara "la Dda di Catanzaro ha ricostruito un primo quadro del sistema politico-mafioso nel territorio di Cosenza, la provincia che esprime il governatore regionale, Mario Oliverio. Purtroppo, il sistema dei partiti non ha creato anticorpi interni per resistere agli accordi con la 'ndrangheta, perché la morale, la responsabilità pubblica e il coraggio non trovano posto, nel grande circo di Renzi". "L'imperativo del partito unico - sostengono parlamentari e portavoce comunali - è vincere a ogni costo, anche scendendo a patti con quella organizzazione criminale feroce, sottile e addentrata, la 'ndrangheta, che causa l'arretratezza, il degrado, l'inquinamento, la fame e l'asservimento della Calabria, regione che si spopola, restituisce miliardi europei ed è piegata da metodo mafioso, doppiezza politica e diffusa complicità istituzionale. Ricordiamo che fu proprio Principe a suggerire la candidatura di Ernesto Magorno alla segreteria regionale del Pd, che avrà tanto da spiegare in Commissione parlamentare Antimafia".

    "Voglio congratularmi con i Pm della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto, Pierpaolo Bruni e Giovanni Bombardieri per l'importante operazione messa a segno a Rende e che ci aiuterà a far luce su un presunto sistema di voto di scambio e corruzione elettorale che, per molti anni, pare abbia inquinato e alterato le consultazioni elettorali nel municipio rendese". Lo afferma il senatore Francesco Molinari. "In attesa che un magistrato confermi o meno l'impianto accusatorio e stabilisca le singole eventuali responsabilità penali dei soggetti interessati dagli odierni provvedimenti - prosegue Molinari - non possiamo che manifestare una grande amarezza nel leggere del 'grande male' che, come un cancro, si e' infiltrato nella vita quotidiana della nostra comunità. Ribadiamo: la giustizia farà il suo corso stabilendo appieno responsabilità eventuali e non, in una ottica di garantismo che in uno Stato democratico e di giustizia deve permanere fino al terzo grado di giudizio. Ma e' doveroso un plauso al lavoro condotto dalla Dda di Catanzaro che sta disvelando un preoccupante legame radicato tra mafia e politica. Non si tratta certo di una scoperta dell'ultima ora - sostiene ancora il parlamentare - ma operazioni come queste danno contezza di uno Stato, e di una macchina della giustizia, che non nascondono la testa sotto la sabbia ma affrontano il problema con consapevolezza. Bisogna, tuttavia, rendersi conto che è necessario mettere in campo strumenti di prevenzione nuovi. Sul tema proprio del voto di scambio e corruzione elettorale, è arrivato il momento che si realizzi una norma che impedisca il determinarsi di tali fattispecie al momento della formazione del consenso. Un potente strumento legislativo in grado di arginare il fenomeno, noi riteniamo essere, ed è, la Legge Lazzati nel suo testo originario, ferma in prima commissione al Senato, perché diventi parte dello strumentario a disposizione degli inquirenti. Da tempo sto combattendo per la sua approvazione e andrò avanti, assieme a quanti come me sono convinti che con questa 'semplice'(ma viste le resistenze tanto semplice non deve essere) modifica al Testo Unico Antimafia che impedisce ai 'sorvegliati speciali per fatti di mafia' di fare campagna elettorale, cose che ora gli è consentita".

    "I provvedimenti presi questa mattina dalla Dda di Catanzaro, nei confronti della cosca Lanzino e di autorevoli esponenti politici, che hanno messo in rilievo intrecci, collusioni, scambi di favori politici ed elettorali sono rilevanti e significativi con effetti dirompenti sullo stesso sistema politico". E' quanto si afferma in un comunicato delle segreterie provinciale di Cosenza e regionale della Cgil. "Diamo il nostro sostegno - riporta il comunicato - all'attività della Dda nell'azione delicata di ripristino della legalità e auspichiamo che si vada avanti perché prevediamo che siamo solo all'inizio di un'azione investigativa ancora in corso. Essendo garantisti, auguriamo che i politici coinvolti possano dimostrare la loro estraneità ai fatti denunziati. In ogni caso l'azione di bonifica non si deve fermare solo sul terreno dei rapporti tra politica e favori elettorali ma deve riguardare anche le società coinvolte. Esse vanno bonificate dalle influenze e dalle interferenze riportandole ad una gestione legale e tutelando l'occupazione".

    "Arrendetevi, c'e' il M5S Ogni giorno arrestano qualcuno del PD. Oggi piu' di uno e in Calabria. Esponenti di quel PD che direttamente o per interposta accozzaglia di liste sostiene la candidatura a sindaco di Lucio Presta. Noi le persone indagate o anche semplicemente sospettate per quei reati le espelliamo subito. Con il m5s si candida solo chi ha la fedina penale immacolata, gli onesti; per questo di noi i cittadini si possono fidare. Che fara' ora il PD , il cui Presidente della Regione e' stato eletto e governa anche grazie ai voti di chi oggi e' accusato di voto di scambio, corruzione e concorso in associazione mafiosa ? Ci verrebbe quasi da dire, scherzando, per ridere e non piangere, che il PD cosentino deve augurarsi che Alfano fissi al piu' presto la data del voto perche' se continua con questo andazzo non rimarra' nessuno di loro a piede libero ed allora altro che 16 liste !!!!" E' quanto affermano in una nota la lista M5S Cosenza

    "Tanto tuonò che piovve! Cinque politici di primo piano sono stati arrestati e posti ai domiciliari dai carabinieri di Cosenza, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione. Insieme ai politici sono finiti, tra le maglie della Giustizia, 4 esponenti di vertice di una potente cosca cosentina. Tra i politici arrestati la figura più nota è sicuramente quella di Sandro Principe, del Pd,ex Sindaco di Rende, già sottosegretario al Lavoro e già assessore e consigliere regionale della Calabria. Un altro ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e l'ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo e Giuseppe Gagliardi ex assessore comunale completano il bel quadro . Dalle indagini, esperite dagli investigatori, è emerso un "collaudato 'sistema' ultradecennale" ed un "intreccio" politico/mafioso che ha consentito a candidati alle comunali di Rende tenutesi nel '99 e fino al 2011, alle provinciali di Cosenza del 2009 ed alle regionali del 2010, di ottenere l'appoggio elettorale della cosca malavitosa in cambio di assunzioni e della gestione di locali pubblici. Praticamente nulla di nuovo, è stato scoperchiato uno dei tanti calderoni ribollenti di affari politico-mafioso! Non siamo stupiti per questi arresti; siamo solo meravigliati che siano arrivati con notevole ritardo rispetto agli anni in cui sono stati perpetrati i reati. Con gli arresti di oggi ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la Magistratura dimostra che la MALAPOLITICA è ben radicata anche nel territorio calabrese e che risulta essere sempre vincente rispetto alla Politica con la P maiuscola. Emerge il malaffare, e la corruzione continua imperterrita a dilagare senza che nessuno sia in grado di contrastarla. Questa è la prova provata di come funziona la politica e di come si vincono le elezioni in Calabria.Farà questa operazione da apripista verso l’individuazione di nuovi filoni di corruzione ? Ce lo auguriamo … Da parte nostra non possiamo fare altro che mettere a disposizione dei calabresi onesti il nostro simbolo nitido e pulito, assieme alla nostra volontà di volere cambiare la Calabria! Per creare una Calabria differente c’è bisogno di persone che non siano indifferenti ai suoi drammi. Noi siamo qua a provarci!" Così in una nota Marcello Morrone del Fronte Nazionale di Cosenza

    "L'inchiesta che ha terremotato il Pd rendese costringe tutti noi a profonde riflessioni di natura democratica. Dalle indagini della Dda sembra emergere un sistema ben congegnato atto alla creazione di voti e consensi elettorali. Un sistema che, se accertato, pone il cittadino in posizione di subalternità rispetto al politico-datore di lavoro in combutta con le 'ndrine locali". Lo afferma, in una dichiarazione, Domenico Miceli, del Gruppo Consiliare comunale di Rende del Movimento 5 Stelle. "La giustizia adesso dovrà chiarire - aggiunge - tutti quegli interrogativi che feriscono al cuore l'area urbana cosentina e un'intera città, attraverso l'accertamento dei reati a carico degli arrestati. Nessun dubbio dovrà essere lasciato al caso e per questo confidiamo nel lavoro degli inquirenti. Ma anche la politica dovrà fare le sue mosse di legalità e di dignità, in questa scacchiera che vede contrapposti Stato e anti-Stato. chiediamo al sindaco di Manna e alla sua maggioranza di provvedere a formare una commissione speciale sulla Rende Servizi, società in house del Comune citata più volte nel provvedimento firmato dalla Dda di Catanzaro. Proponiamo, altresì, la costituzione di parte civile del Comune nel caso in cui si dovesse arrivare ad un processo". "Dalla stampa - dice ancora Miceli - apprendiamo che nell'inchiesta è finita anche l'ultima campagna elettorale del 2014 per le Comunali. Chiediamo perciò un gesto di estrema onestà agli eletti del Pd rendese: tutti i consiglieri, a partire dal capogruppo in Consiglio, dovrebbero fare un passo indietro e dimettersi. Come Movimento 5 Stelle non ci stancheremo mai di portare avanti concetti di legalità, giustizia e trasparenza nella pubblica amministrazione e continueremo a contrastare a tutti livelli il malaffare e l'arroganza del potere".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     
Pubblicità
Guarda il TG TEN


    Facebook
 Ultime
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore