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    Intercettazioni Rende: D'Ambrosio "Per aiuto i dovete dare 100 milioni"

     

    Intercettazioni Rende: D'Ambrosio "Per aiuto i dovete dare 100 milioni"

    23 mar 16 "No, a me mi deve dare i soldi, cento carte e facciamo quello che volete, in silenzio sempre noi ... come abbiamo sempre fatto! Così si fanno le cose". A parlare così è Adolfo D'Ambrosio, indicato come un elemento di spicco della cosca Lanzino-Ruà, intercettato mentre, in carcere, parla col figlio Aldo nel marzo 2014, due mesi prima delle elezioni amministrative al Comune di Rende. "Nel colloquio - sintetizza il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - D'Ambrosio, preso atto della richiesta di appoggio elettorale fatto dal cugino Francesco D'Ambrosio per conto di Sandro Principe (per un candidato al Consiglio comunale, ndr) ordinava al figlio di riferirgli che doveva consegnare 100 mila euro in cambio del loro appoggio elettorale; circostanze, queste, che evidenziano l'esistenza di un legame storico tra l'intero gruppo criminale e Principe, oltre che dell'effettivo e produttivo impegno elettorale fornito in passato in favore di quest'ultimo, in modo 'silenzioso', accorto, al fine di non compromettere i politici favoriti". Una richiesta di denaro motivata dal fatto che, a parere del boss, in passato non gli erano stati fatti alcuni favori. In particolare D'Ambrosio lamentava di essere stato licenziato dal Comune senza che fosse assunto il figlio e non gli era stato più riconosciuto lo scomputo per lavori effettuati al bar Colibrì, avuto in gestione dall'Ente. Elementi che, invece, rientrano tra quelli accusatori nei confronti di Principe. D'Ambrosio era stato assunto nel dicembre 2001, quando sindaco era Principe, nonostante un precedente penale per detenzione di esplosivo e successivamente sospeso dopo essere stato arrestato in un'inchiesta di mafia. Dopo la sospensione, prima del definitivo licenziamento, era stato però riassunto nonostante una condanna in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione. La moglie di D'Ambrosio, inoltre, aveva chiesto, risultando l'unica partecipante, l'affidamento della gestione del bar Colibrì di proprietà del Comune di Rende e benché - è scritto nell'ordinanza - fosse noto che la gestione era del marito, le fu concessa. Inoltre, a D'Ambrosio non furono fatti pagare i canoni di locazione.

    link collegato: Maxi blitz della DDA nell'hinterland di Cosenza, 10 arresti per corruzione e voto di scambio, tra loro Principe e altri politici

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