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    Quando la ndrangheta taglia le gambe all'economia calabrese

     

     

    Quando la ndrangheta taglia le gambe all'economia, e marcisce i buoni frutti della nostra terra

    07 set 10 Quando la ndrangheta fa marcire i fusti sani dell'economia che sono attecchiti sul territorio, succede quello che gli inquirenti hanno scopeto a Sant'Andrea sullo Ionio. L'economia sana marcisce e pur di lavorare si piega ai poteri dell'anti stato che come un virus malefico infogna ogni possibilita' di sviluppo e di crescita. I villaggi turistisci sono uno dei punti di diamante dell'economia calabrese. L'oro del nostro territorio. L'eldorado con cui e da cui si puo' e si deve uscire dal guado. Ma la malavita, troppe volte con sistemi pesanti di connivenza a tutti i livelli delle istituzioni, deborda e mette il suo cappio fatale alle imprese. Come uscirNe fuori? Sentite le intercettazioni: "Digli di andare via dal villaggio perché già una volta è stato graziato e deve smettere di controllare la fornitura dei prodotti altrimenti per lui finirà male". Dopo questa frase i dirigenti della società Iperclub di Roma hanno trasferito, dalla sera alla mattina, un direttore del villaggio turistico "Santandrea", a Sant'Andrea sullo Ionio, sulla costa ionica catanzarese, "reo" di voler controllare le forniture di frutta e verdura imposte da un estortore. Il particolare emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dei confronti delle cinque cinque persone arrestate ieri dalla squadra mobile di Catanzaro per estorsione nei confronti della Iperclub, che gestisce parte della struttura: Mario Mongiardo, di 42 anni, ritenuto un elemento di spicco della cosca Gallace di Guardavalle, la moglie, Cosmina Samà (43), la figlia, Marianna (18), Francesco Corapi (63) e Sergio Mastroianni (49). A pronunciare la frase incriminata, secondo l'accusa, è stato Francesco Corapi che per gli investigatori, operava di concerto con Mongiardi. Corapi aveva imposto la fornitura di frutta e verdura, ma non tollerava che venissero fatti controlli. Quando il direttore del villaggio, Daniele Santo, ha preteso di verificare la corrispondenza tra la quantità e la qualità della merce consegnata con quanto fatturato, Corapi si é rivolto ad un altro dipendente riferendogli il messaggio minatorio. A dirlo è stato lo stesso dipendente, sentito dagli investigatori nel corso delle indagini. "Corapi - ha riferito il dipendente - ha aggiunto che Santo doveva andare via e che fino ad ora non gli era successo nulla e lo avevano graziato solo perché si trovava all'interno della struttura anche per la moglie e la famiglia. Dava anche parziali motivazioni sul perché dovesse lasciare immediatamente il villaggio e tra queste faceva riferimento al fatto che Santo controllava troppo il suo lavoro ed in particolare l'entrata e l'uscita dal magazzino delle merci che lo stesso Corapi ci forniva. Mi sono particolarmente preoccupato davanti alle esternazioni di Corapi che appariva molto arrabbiato ed ho avvisato immediatamente Daniele Santo che vista la situazione di allarme è stato dirottato dalla società presso la struttura di Mascari (Catania)". Un trasferimento deciso ed attuato in meno di un giorno.

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