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    Faida dei boschi: cinque arresti nel soveratese

     

     

    Faida dei boschi: cinque arresti nel soveratese

    06 set 10 La squadra mobile della questura di Catanzaro ha dato esecuzione questa mattina all'alba a cinque misure cautelari a carico di altrettante persone residenti nel comprensorio soveratese accusate di aver compiuto una serie di estorsioni a società nel settore turistico-alberghiero della zona di Soverato, sulla costa jonica catanzarese. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Catanzaro, hanno come sfondo la faida che sta insaguinando il basso-ionio catanzarese dove è in corso uno scontro tra cosche della 'ndrangheta, nato dalla cosiddetta faida dei boschi, che in due anni ha provocato una ventina di vittime. Inoltre le indagini hanno fatto luce su attività estorsive, in atto da anni, poste in essere nei confronti di importanti società, del centro-nord italia, impegnate anche con cospicui investimenti nel settore turistico alberghiero. Tra gli arrestati il boss emergente dell’area interessata dalla cruenta faida, alcune donne ed un addetto ad un istituto di vigilanza che avrebbe dovuto tutelare le vittime di questo pressante sistema estorsivo che si alimentava attraverso richieste di cospicue somme di denaro, imposizioni di qualsiasi fornitura nonchè di numeroso personale che, pur beneficiando di regolare stipendio, non prestava attività lavorativa.

    In manette sono finiti: Mario Mongiardo, 42 anni di San Sostene; Francesco Corapi, 63 anni di Davoli; Cosmina Samà, 43 anni di Catanzaro; 4. Marianna Mongiardo 18 anni di Catanzaro. I quattro in quanto indagati, in concorso tra loro, dei reati di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso ex art. 7 l. 203/1991, ai danni delle società denominata Iperclub S.P.A. con sede in Roma (società impegnata nel settore turistico con investimenti sul territorio nazionale attraverso l’acquisto o la gestione delle strutture turistiche) e della società Fram Groop S.R.L. con sede a Taranto; nonché dell’arresto in flagranza di reato di: Mario Mongiardo, per ricettazione, detenzione illegale e porto di una pistola marca beretta 7.65 con matricola abrasa, completa di caricatore monofilare con 8 colpi dello stesso calibro; Sergio Mastroianni, 49enne nato a Lamezia Terme, per favoreggiamento personale aggravato dall’art. 7 della legge 203/91.

    Francesco Corapi e Marianna Mongiardo, sono stati rintracciati presso le rispettive abitazioni, mentre Mario Mongiardo e la moglie Cosmina Samà sono stati fermati intorno alle ore 23.40 di ieri notte presso il bar sito all’interno del villaggio turistico Santandrea, di Sant’Andrea dello Jonio. In particolare, Mario Mongiardo, sottoposto a perquisizione personale, è stato trovato in possesso di una pistola marca beretta 7.65 con matricola abrasa, completa di caricatore con 8 colpi di cui uno in canna e pertanto dichiarato in arresto per detenzione illegale e porto di arma clandestina e ricettazione. Nel medesimo contesto operativo e contemporaneamente all’arresto di Mario Mongiardo, è stato arrestato anche Sergio Mastroianni, guardia giurata addetta alla vigilanza notturna della struttura turistica, per favoreggiamento personale aggravato dall’art. 7 della legge 203/91. Mario Mongiardo risulta una figura apicale pienamente inserita nell’organigramma della potentissima cosca Gallace di Guardavalle, essendone, di fatto, il “diretto referente” sul territorio a cavallo dei comuni di San Sostene, S. Andrea Apostolo dello Jonio ed Isca Marina ed avendo ora di fatto dopo l’arresto di Gallace assunto nella cosca un ruolo ancor più importante. In ragione di ciò sono stati quindi, sia intensificati dei servizi di vigilanza, ma soprattutto si sono approfondite le indagini in ordine a tale dato che appariva significativo proprio alla luce della premessa di cui sopra e quindi dei contrasti tra le cosche del basso jonio catanzarese anche nell’accaparramento della gestione delle strutture turistiche. L’attività info-investigativa condotta si è avvalsa principalmente di numerose fonti dichiarative le cui risultanze sono risultate univoche e concordanti ed hanno evidenziato uno scenario allarmante, poiché si è accertato che due società, una S.P.A. denominata Iperclub con sede in Roma ( società impegnata nel settore turistico con investimenti sul territorio nazionale attraverso l’acquisto o la gestione delle strutture turistiche) ed una S.R.L. denominata Fram Groop con sede a Taranto, da circa sette anni la prima (e quindi dal momento del suo investimento in Calabria attraverso l’acquisto di 120 appartamenti), e dal corrente anno la seconda, erano vittime di estorsione posta in essere da Mario Mongiardo e da Francesco Corapi. Ancora una volta è emerso come la libera attività imprenditoriale fosse stata coartata da alcuni soggetti presentatasi quali “referenti” e rappresentanti della criminalità organizzata locale che avevano formulato nell’arco del tempo diverse richieste estorsive, tutte consumate.

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