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    Cosenza, 11.000 volte grazie

     

    Cosenza, 11.000 volte grazie

    04 giu 17 Alla fine pianti a dirotto nel campo. Pianti tra gli undicimila che hanno creduto fino all’ultimo nell’impresa. Il Cosenza non ce l’ha fatta. Tantissime persone, undicimila donne, giovani, bambini, anziani, che hanno risposto all’appello del cuore. A quel sogno che questa sera è svanito come d’incanto. Svanito in maniera immeritata. Undicimila persone che hanno risposto presente e che hanno detto con il loro tifo: Cosenza quando hai un obiettivo noi ci siamo. Non è bastato. Anche se in campo il Cosenza avrebbe meritato la vittoria. Una partita gagliarda. Il miglior Cosenza visto in questa stagione. Sembrava volasse. Fino all’ultimo minuto anche Perina, andato all’attacco, ha provato ad inzuccare quel gol che avrebbe annullato l’immeritato vantaggio degli ospiti. Si, quel Pordenone che all’andata sembrava chissà che oggi è rimasto in un cantuccio. In undici dietro la linea della palla nel peggior catenaccio della storia del calcio italiano. Forti della rapina di Semenzato , ottenuta al 97’ con l’avversario ridotto in dieci e scioccato per la paura di un loro compagno finito in ospedale. il dio del calcio da e toglie. C’è sempre una legge di compensazione. E’ storia vecchia. Così il buon Tedino piazza bene i suoi uomini con la missione di non prenderle. Il Cosenza riesce però a sfondare le linee, ma in area gli manca proprio l’uomo che sa sfruttare quei pallone. Gli manca Baclet. E’ in tribuna. I medici gli hanno vietato di giocare. Due piccioni con una fava. Un gol di rapina e fuori uno degli avversari più pericolosi. Questo è il calcio. A volte da, molte volte toglie. Riflessione amara che, dopo le lacrime, sta nel resoconto dei fatti. Lo sottolinea capitan Caccetta con gli occhi ancora gonfi. Di cortesia, e vengono apprezzate, le parole del presidente Lovisa che rimane a bocca aperta appena entrato in campo. Undicimila spettatori così in Lega Pro non li aveva mai visti. Probabilmente li ha visti soltanto in A nello stadio Friuli di Udine. A bocca aperta, ma che si fa per farsi perdonare, anche il tecnico del Pordenone Tedino. “il Cosenza ha meritato di vincere la partita”. Lui, con la valigia già pronta, ammaliato dal canto delle sirene di una società di serie B. Per il secondo anno consecutivo è arrivato in semifinale dei play off di Lega Pro con il Pordenone. Mica scemo. E’ arrivato a Cosenza coprendosi meglio di un eschimese. Chi diceva prima della gara, "no .... no , faranno la loro partita senza chiudersi" è servito. De Angelis fa quello che può. Dopo tre giorni deve per forza di cose mettere in pista giocatori importanti e farne riposare altri. Così si presenta con un centrocampo di spessore formato da un trio delle meraviglie niente male: Caccetta, Calamai e Ranieri. Qualità freschezza e tanto lavoro. Mai come in questa partita il Cosenza ha avuto nelle mani le redini della zona nevralgica del campo. Quasi il 90% di possesso palla. Otto calci d’angolo. Non sono bastati. Anche se, ma le scuse sono dei perdenti, il gol di Letizia era regolatissimo, in ritardo era l’assistente. Per il Cosenza c’era un rigore netto quando un giocatore dei friulani si scontra con il portiere e a terra abbraccia la malefica sfera. Involontario? Vabbè, diteci allora a che serve il regolamento. Il dodicesimo uomo fa la sua parte ma, oramai con la frittata del tutto immeritata cucinata a Pordenone, il Cosenza non trova il buco della porta dove infilare il pallone. Ci provano Letizia, Calamai, Mendicino, Caccetta, Perina, niente da fare. Sugli spalti il tifo è commovente. Più di quanto si potesse immaginare. L’ultima gara con un San Vito così risale alla partita del centenario. Allora era una gita fuori porta. Oggi c’era la serie B in palio. Non è andata per come ci si aspettava. Alla fine è mancato proprio l’uomo della Provvidenza che ci serviva. Ma con la Provvidenza Allan ha già incassato un bonus non richiesto. Avrà di sicuro qualche altra missione da compiere. Magari ancora con la maglia del Cosenza. Chi lo sa. Undici reti non sono roba da poco. E così: qui finisce l’avventura, recitava la chiosa di una famosa striscia di fumetti degli anni '50, del Signor Bonaventura. Il Cosenza tra le lacrime ringrazia e se ne esce immeritatamente dai play off. Col Parma in semifinale a Firenze ci va il Podenone. I Lupi c’hanno provato. Ora l’è tutto da rifare. Valoti saluta e Guarascio si ritrova per il terzo anno consecutivo punto e daccapo. Il futuro? Smaltiamo la delusione ma proviamoci ancora. Lo chiedono gli undicimila di oggi che comunque a questo Cosenza dicono: GRAZIE. Undicimila volte. GRAZIE.

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