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    Cavese-Cosenza, pari imposto da una scandalosa terna arbitrale

    La coppia scandalo Diomaiuta-Zanella

     

    Cavese-Cosenza, pari imposto da una scandalosa terna arbitrale

    07 apr 13 Cuore e coraggio nonostante tutto. Questo è quello che ha messo oggi in campo la squadra del Cosenza che dal "Simonetta Lamberti" torna con un sol punto. Un pari gravemente condizionato dalla terna arbitrale, oggi la pessima terna mai vista su di un campo di serie D, che ne combina di tutti i colori. Quando si dice la malafede. Altro che errori. Anche perchè gli errori in una gara possono capitare, ma quattro di fila significano ben altro. Ci vuole stomaco e sangue freddo a sopportare simili angherie. Non sono le solite scuse ma è proprio il fatto che dopo una gara del genere capisci che il calcio italiano sta toccando davvero il fondo. Se per un incontro delicato che potrebbe decidere le sorti del campionato, sia in testa che in coda, il selezionatore manda campioni del genere vuol dire che il mondo del pallone sta naufragando miseramente. I fatti parlano di un gol regolarissimo assegnato con tanto di giocatori al centro del campo che stanno per battere la palla ed invece la protesta dei calciatori della Cavese, tutta la panchina riversata in campo sull'arbitro ad aggredirlo verbalmente, lo portano a cambiare decisione. Col supporto di un assistente, tale Zanella, piu in bambola di lui. Una cosa mai vista. Ma quando mai una delle due squadre può cambiare le decisioni prese da un arbitro? Ma quali corsi di arbitraggio ha seguito il signor Tommaso Diomiaiuta? Roba da strappargli la tessera. Ma non finice qui. Con l'ausilio di un assistente che pensa più a fare il duro, tale Simone Zanella della Can di Latina, invece di preoccuparsi della gara e mantenere la calma pensano solo ad esasperare gli animi. Infatti al 20' del secondo tempo Foderaro batte in porta con il portiere fuori dai pali , un difensore para la palla con le mani e il direttore di gara, che vede tutto, assieme all'assitente Zanella sorvola ed invece di espellere il giocatore della Cavese ammonisce Mosciaro. Il povero Manolo ha la colpa di protestare per l'evidente errore a distanza debita dal guardialinee. Il risultato è che invece di buttare fuori il giocatore campano ad un certo punto l'arbitro tira fuori un secondo giallo ed espelle Mosciaro. Cornuti e mazziati, ne rigore e uomo in meno. Col rischio di non vedere Mosciaro nell'importante gara col Messina. A pensare male si fa peccato, diceva Andreotti, ma molte volte ci si prende. A mente fredda sembra quasi che l'obiettivo della coppia Zanella-Diomiaiuta sia stato quello di penalizzare oltremodo il Cosenza. Una vergogna unica. Un'offesa ad una città ed ad una socieità che della correttezza sta facendo la sua bandiera. Quasi che qualcosa di esterno abbia influenzato le decisioni. Lo ripetiamo da settimane, questo campionato dovrebbe passare dalle mani della giustizia federale. Troppe cose strane stanno accadendo. Non ultima la "trovata" di posticipare la gara di Licata, gara clou per la vetta del campionato. Situazioni che fanno il paio con quanto accaduto oggi a Cava dei Tirreni. Un'offesa al calcio ed a tutta una provincia. Se determinati tesserati CAN non riescono a sopportare la pressione di gare importanti, perchè devono continuare nella carriera e determinare danni come quelli visti oggi? Perchè dopo questi due episodi, i due hanno proseguito nella pantomima. Con tanto di fuorigioco inventato al 47' della ripresa allorquando Marano si stava involando a rete. Così come il rigore per la Cavese uscito come un coniglio dal cilindro di Diomaiuta. O l'espulsione del vice di Gaglairdi, Aceto. Persona più calma di lui non c'è. Evidentemente la pressione e lo stress di una gara importante hanno giocato un brutto scherzo ai tre in giacchetta gialla che mai come oggi hanno letteralmente distrutto una partita con decisoni, anzi, non decisioni che possono annoverarsi nella pasticceria del calcio. Il Cosenza ora vede assottiglairsi sempre di più le speranze di un aggancio alla vetta della classifica, dopo l'ennesimo assist del Messina che, impattando in un pari a Licata, ha offerto ai Lupi. Rimagono quattro gare con lo scontro diretto, tra due domeniche, a segnare il finale di una stagione possibile per il Cosenza. Buttata alle ortiche. Con questo strano calendario, disegnato quasi su misura ai peloritani (il Cosenza incontra sempre la squadra che affronta la domenica precedente il Messina) e le clamorose sviste arbitrali, quelle di oggi le più vergognose, sembra quasi che la compagine di Lo Monaco sia stata designata vincitrice ancor prima che la stagione iniziasse. Ma l'orgoglio va oltre l'ostacolo e come promesso da Fiore e Gagliardi a fine gara le prossime gare dovranno essere quattro vittorie per il cuore e per i colori rossoblu.

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