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    Il Cosenza centra i play off calando un poker all’Adrano

     

    Il Cosenza centra i play off calando un poker all’Adrano

    06 mag 12 Il Cosenza centra i play off, obiettivo minimo di questa stagione. Partita tra tante perplessità sulla possibilità di terminare la stagione in maniera soddisfacente, solo il 18 agosto veniva messo su un abbozzo di squadra, la Nuova Cosenza si trova oggi a mangiarsi le mani per una promozione cui solo il tecnico aveva creduto. Bando alle ciance ed alle polemiche da bar, se solo si fosse riuscito ad avere un punto n più, un solo punto, saremmo oggi qui a festeggiare una promozione a dir poco impossibile per come è partita l’avventura. E’ evidente che il giudizio del campo è quello che dice l’ultima parola. E la gara di domenica scorsa sul campo il Cosenza l’ha pareggiata in maniera davvero rocambolesca. Non andiamo a cercare alre gare o pareggi giunti in zona Cesarini con errori od orrori dir si voglia. Basta vedere la gara di sette giorni fa. Le inutili polemiche sollevate artatamente dopo lo sfogo, sbagliato nei modi, del tecnico. Le colpevoli accuse di chi, dopo un campionato pieno di errori, cerca la scusa per fare vendette personali. A che pro? Cui prodest, a chi giova? A nessuno. Oggi la riprova in campo ad Adrano. Quattro reti e tutti zitti a casa. Non c’è stata partita. Il Cosenza dal primo all’ultimo minuto a gestito la gara concedendosi anche il lusso del solito errore. La palla è rotonda, è vero, ma a volte guardandola rotolare si beccano gol incredibili. A napoli va il merito di aver saputo ricostruire una identità persa nella prima parte del campionato ed aver aggiunto una grinta da cagnaccio non comune. A Patania il merito di aver saputo portare una barca ad un certo livello nonostante le pecche e l’organico incompleto. L’unica colpa, se di questo possiamo parlare, l’aver lasciato un po’ agli eventi la gestione societaria. Il gruppo messo insieme dal Sindaco Occhiuto ha risposto non al cento per cento di quanto avrebbe potuto fare. Il Solo Guarascio, ad esempio, si è dovuto accollare l’onere del grosso delle spese. Altri soci, in minima parte hanno dato una mano. Altri ancora non si sono mai visti. Il tutto legato da una enorme dose di inesperienza da dividere con lo staff tecnico, alla sua prima esperienza di direzione sportiva. Nessuna accusa per carità. Ma lo scotto del noviziato andava pagato. Forse ad un prezzo troppo alto se ragioniamo da tifosi. Ma da pragmatici, lasciando da parte le emozioni, registriamo un secondo posto che oggi ha dell’incredibile. Così come hanno dell’incredibile le occasioni perse, susseguitesi continuamente per poter agganciare la vetta. E’ vero, quello che è finito è un campionato mediocre. Ma la squadra del Cosenza se ne è accorta forse troppo tardi. A fine gennaio, alla ventesima giornata, la vetta era distante ben 9 punti. Oggi il campionato è terminato ad un punto della prima. Inutile ripercorrere le tante occasioni di aggancio maturate proprio grazie all’impegno che i Lupi ci hanno messo nell’abbattere quelle squadre considerate “irraggiungibili” o “monstre”, come Hinterreggio o Messina. Senza un regista di ruolo, ma con giocatori di categoria superiore, l’ottimo organico allestito da Fiore e Leonetti ha avuto problemi di identità. Problemi colmati da Napoli che è riuscito a dare un anima ad un gruppo che non conosceva i propri limiti. O forse che li conosceva troppo bene. Così, maturati gli under, restituita l’identità a uomini leader si è arrivati ad Adrano a calare un poker. Nonostante critiche e pressioni che hanno comunque disturbato la concentrazione del gruppo. Il Cosenza è tra le poche squadra ad avere stipendi pagati fino a marzo. Non è il massimo, è vero, ma rispetto al budget prefissato, venendo a mancare chi aveva preso impegni, è anche questo un risultato positivo. Da qui la necessità di fare chiarezza all’interno della società. La ricapitalizzazione in atto, l’invito di Guarascio a Fiore a divenire parte attiva della società, in tempi brevi possibilmente, vedono un futuro prossimo di impegni a costruire la risalita. Bilancio sano e fondi sono i due elementi che la Lega richiede alle società per essere ripescate. Non è una illusione. E la Lega, giustamente, non ne da certezza. Ma la realtà disastrosa di molte società sportive toccate da calcioscommesse, bilanci disastrosi e progetti sballati induce a pensare che questa estata sarà molto calda per tante società. Il Cosenza non è impreparato. Non parte da zero, come lo scorso 18 agosto. E’ sano, ha un organico di tutto rispetto, costruito anche in prospettiva, e deve solo mettere insieme i capitali necessari per garantire quella liquidità utile a non trovarsi impreparati alla più che probabile riforma dei campionati. Tante, anzi troppe, le società di Lega pro in difficoltà. Scorrendo le classifiche i punti di penalizzazione sono presenti in almeno sei squadre a girone con casi in cui si va anche ad averne dieci. Macalli lo predica da tempo. Senza conti a posto non vuole più nessuno. Così la sua idea, accarezzata da tempo, di riproporre una C, Lega pro dir si voglia, unica prende corpo e va oltre i desiderata di tanti. A questo appuntamento la Nuova Cosenza si presenta con la voglia di rifondare il calcio rossoblu. Ora ci sono i play off. Un mini torneo che il Cosenza dovrà onorare anche per rafforzare il suo secondo posto e trovarsi tra le altre otto da vincente. Poi se la Lega vorrà pescare la vincente dei play off, la seconda o chi ha la migliore posizione nella graduatoria dei ripescaggi, è un altro discorso. Intanto il vessillo rossoblu dovrà continuare sulla strada intrapresa dalla venuta di Napoli. Crederci e sconfiggere gli avversari gara dopo gara.

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