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    Minniti "A capo agenzia beni confiscati ci sia un manager"

     

     

    Minniti "A capo agenzia beni confiscati ci sia un manager"

    13 mar 17 I beni sequestrati e confiscati valgono 25 miliardi ma hanno bisogno che la riforma del Codice Antimafia, varata dalla Camera nel novembre 2015 e in attesa da allora di essere approvata dal Senato, divenga al più presto operativa. Di questo hanno parlato oggi al Viminale il ministro dell'Interno Marco Minniti, il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi e il presidente dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati, Umberto Postiglione. Sull'Agenzia per la gestione dei beni confiscati - "contesa" tra la presidenza del Consiglio e il ministero dell'Interno, dove è attestata - il titolare del Viminale ha proposto una mediazione: mettervi alla guida una figura anche diversa da quella del prefetto (come è attualmente). "Si apra alla manageralità" ha suggerito Minniti, secondo il quale per fare funzionare l'Agenzia "servono competenze manageriali ed esperti di mercato, difficili da rintracciare attualmente nell'Agenzia". Il ministro, ma anche Bindi e Roberti, hanno chiesto con insistenza al Parlamento di varare definitivamente la riforma del Codice Antimafia. "Sarebbe un peccato mortale - ha detto Minniti - arrivare a chiudere la legislatura senza approvare la legge, io la considero una ipotesi del terzo tipo, dell'irrealtà". "Non ci possiamo più permettere di temporeggiare, sarebbe una omissione difficile da spiegare", ha incalzato anche Bindi che ha chiesto investimenti, almeno nella fase iniziale, per "far ripartire" i beni confiscati. "Abbiamo motivo di sperare che la legislatura prosegua fino alla scadenza naturale: c'è quindi il tempo per approvare la riforma sui beni confiscati", ha aggiunto Roberti, che ha suggerito che i beni confiscati venga utilizzati anche per dare "a case ai senzatetto", e ha chiesto di monitorare le assegnazioni, "perchè a volte non funzionano". Postiglione ha ricordato il grande lavoro fatto dall'Agenzia negli ultimi anni, anche grazie al sistema Open Regio, con il quale è possibile seguire tutte le fasi di assegnazione dei beni, con un personale di soli 75 dipendenti, mezzo per ogni tribunale d'Italia. La Cgil chiede che gli emendamenti in Senato "non stravolgano quanto già definito" alla Camera che indebolirebbero "quella alleanza stretta fra Stato e società che rappresenta la vera forza della lotta contro le mafie". I senatori Giuseppe Lumia e Giorgio Pagliari, relatore del provvedimento in Senato, dicono che "il testo unico antimafia è una priorità anche per il Senato" e si augurano "che con oggi tutti si remi nella stessa direzione per approvare una riforma tanto attesa". Per il deputato del Pd Davide Mattiello, relatore alla Camera, quella avanzata da Minniti è "una linea di mediazione ragionevole sulla riforma dei beni confiscati. Ora basta: si proceda col voto, senza stravolgere il testo votato alla Camera". Complessivamente, ad oggi risultano censiti nella banca dati dell'Agenzia, a livello nazionale, 16.696 immobili tra fabbricati e terreni, 7.800 beni finanziari, 2.078 beni mobili, 7.588 beni mobili registrati e 2.492 beni aziendali. I beni immobili destinati nel 2015 sono stati 1731, nel 2016 1098.

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