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Pri Reggio: necessario salvare lingua greco-calabra
Pri Reggio: necessario salvare lingua greco-calabra 21 feb 17 "Urge intervenire prima che sia troppo tardi ed il 21 febbraio, Giornata internazionale della lingua madre, indetta dall'Unesco per promuovere la diversità linguistica-culturale ed il multilinguismo, si trasformi, nella giornata della memoria del greco calabro, in ricordo di un altro tesoro calabrese, lasciato colpevolmente morire dall'incuranza della nostra classe politica". É quanto afferma, in una nota, il coordinatore della federazione metropolitana del Pri di Reggio, Carmelo Palmisano. "In Calabria, in questi anni, nonostante l'emanazione di leggi contenenti una serie di buoni propositi - aggiunge - viviamo un momento in cui la nostra diversità linguistica è incredibilmente minacciata. Esistono associazioni e circoli culturali validissimi, che hanno eroicamente supplito le carenze politiche e istituzionali in questo ambito e che vedono frustrato il proprio operato da una Regione che non garantisce cose normalissime come, ad esempio, una convenzione con la Rai per la trasmissione in lingua minoritaria (greco calabra, occitana od albanese che sia) o una Città metropolitana di Reggio Calabria, che già fa traballare la delega preposta". "Per quanto ci riguarda - prosegue Palmisano - guardiamo con molta attenzione alla questione delle tre minoranze linguistiche regionali, soprattutto quella greco calabra del reggino. La Regione, in attuazione della legge 15 dicembre 1999 n.482, ha emanato nel 2003 una legge regionale che dovrebbe tutelare e valorizzare la voce della Bovesia, che prevede l'istituzione dell'insegnamento bilingue nell'ambito delle attività didattiche e formative nelle scuole di ogni ordine e grado nei comuni interessati. Ciò si traduce nel semplice e basilare fatto che i nostri figli hanno diritto di essere alfabetizzati ed istruiti gratuitamente nella nostra seconda lingua, a Reggio come a Bova, a Roccaforte come a Melito e così via in tutti i sedici comuni grecofoni metropolitani. Ad oggi poco e niente è stato fatto a livello istituzionale se non promulgare una legge, di certo utile e ben fatta con la sostanziale pecca di essere rimasta solo sulla carta". La questione è grave. Quattro varianti erano parlate nella vallata dell'Amendolea, ora dimezzate lasciano Bova e Gallicianò in allarmante solitudine, dato che anche quest'ultima rischia, oggi, di spegnersi".
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del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |