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    Pignataro "Su Mezzogirono occorre inversione di rotta"

     

     

    Pignataro "Su Mezzogirono occorre inversione di rotta"

    13 feb 17 "Oggi al Senato si tiene un importante confronto sui piani di sviluppo delle regioni meridionali tra Governo, regioni stesse, sindacato confederale e Confindustria, alla quale parteciperà anche il presidente della Regione in qualità di componente la Cabina di regia del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020. Siamo molto perplessi rispetto alla enorme aspettativa che si è creata intorno a questo appuntamento da un lato, ma anche dopo le dichiarazioni di Oliverio, nella conferenza stampa di metà mandato, della disponibilità di 9 miliardi di euro nei prossimi anni e delle possibilità di sviluppo della nostra regione". Lo afferma, in una nota, Fernando Pignataro, del Coordinamento calabrese di Sinistra italiana. "Certo - prosegue - il confronto, oltretutto con interlocutori nazionali è importantissimo, soprattutto in una fase, oramai abbastanza lunga, di grande disattenzione rispetto al Mezzogiorno, sia da parte del Governo che delle grandi aziende di caratura nazionale, partecipate o meno. A nostro avviso non ci si rende conto che si è passati, nel giro di qualche anno, all'abbandono totale della programmazione e degli investimenti che riguardavano il Sud e che questo vero e proprio ritiro ha portato, a macchia di leopardo, ad una stagnazione dell'economia, ad una perdita complessiva di competitività delle aziende meridionali, ad un depauperamento del tessuto produttivo delle aree più a Sud del Paese. La stessa teoria per cui il Mezzogiorno era l'area più in arretrato di sviluppo e, quindi, l'unica dove ci potevano essere progetti ed investimenti utili per la crescita complessiva del Paese, è stata cancellata da un periodo lungo di crisi economica mondiale, che ha fatto emergere nuove aree di disagio e di decrescita. La centralità del Mezzogiorno rischia così di non esserci più sia per motivi oggettivi che per scarsa capacità politica". "Allora - afferma Pignataro - oggi non può bastare la riapertura di un confronto generico, di annuncio della quantità della spesa possibile, della riproposizione di una vecchia e ripetitiva politica del sostegno alle imprese per la creazione di occasioni di lavoro. Intanto perché la spesa così fatta non ha migliorato occupazione e condizione di vita dei calabresi in tutti questi anni di intervento delle risorse comunitarie, fallendo di fatto, da noi più che altrove, gli obiettivi strategici del sostegno alle aree in ritardo di sviluppo del cosiddetto Obiettivo 1. Occorre cambiare rotta, dagli annunci alle politiche, dall'approccio clientelare e paternalistico, ad un vero e proprio progetto industriale che individui soggetti, territori, settori e filiere su cui investire e da cui recuperare crescita di un moderno sistema di imprese e dell'occupazione. Agricoltura e agroalimentare, energia e sistemi ambientali, riassetto del territorio, trasporti e sistema delle comunicazioni, produzioni industriali con altissimo valore aggiunto, servizi alle persone, beni comuni e politica dell'accoglienza possono rappresentare un'agenda del fare, della possibilità di creare le condizioni di uno sviluppo sostenibile che faccia superare alla Calabria questa perseverante condizione di isolamento fisico, economico e culturale. Per fare questo, però, c'è bisogno di energie, di piattaforme sulle priorità e sulle scelte da compiere o imporre, sul rilancio di una vera e propria vertenza Mezzogiorno e, al suo interno, di una evidenza calabrese, di una regione sempre più agli ultimi posti in Italia e in Europa. Per raggiungere questi obiettivi occorre che ognuno faccia la sua parte, la politica, i soggetti sociali, il sistema delle imprese, le regioni. E' giunto il momento di dire basta ad un ottimismo di facciata più utile alla 'cucina interna' delle lobbie e delle correnti di partito, ma quanto meno fuori luogo in una realtà in cui le aree del disagio e povertà diffuse sono in aumento esponenziale". "Ci aspettiamo - conclude Pignataro - che per imporre idee e politiche adeguate alla gravità della situazione si aprano confronti e tavoli, ma che ci sia un forte sostegno delle popolazioni attraverso iniziative di lotta".

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