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    Oliverio a convegno Napoli: Serve lavoro di squadra

     

     

    Oliverio a convegno Napoli: Serve lavoro di squadra

    10 feb 17 Il Presidente della Regione, Mario Oliverio, questa mattina è intervenuto, insieme ai presidenti della Campania Vincenzo De Luca, della Sicilia Rosario Crocetta, della Puglia Michele Emiliano e dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso, all'iniziativa "Futuro 2020 - Quale politica di coesione per rilanciare la crescita in Europa", che si è svolta a Napoli, nella sala Newton della Città della Scienza. Alla tavola rotonda, introdotta dal vice presidente della Commissione Europea Sviluppo regionale, Andrea Cozzolino, e dal presidente del gruppo parlamentare europeo dei Socialisti e Democratici, Gianni Pittella, a cui ha preso parte anche il presidente della Svimez, Adriano Giannola, che ha presentato un "paper" elaborato come contributo di idee alla discussione che si apre in Europa sulla riforma delle politiche di coesione per il rilancio della crescita, hanno partecipato anche la Commissaria Europea alle Politiche regionali, Corina Cretu e il Ministro alla Coesione territoriale e Mezzogiorno, Claudio Devincenti. "Mai come in questo momento - ha detto Oliverio nel suo intervento - è necessario un lavoro di squadra, perchè anche le politiche che stiamo portando avanti, se non sono inserite in un quadro generale, rischiano di diventare meno efficaci. Le politiche di coesione non possono essere più calate dall'alto, ma devono essere costruite attraverso un percorso partecipato. Esse, però, non devono avere un ruolo di supplenza rispetto all'assenza di altre politiche, ma devono essere inserite all'interno di un progetto più ampio. In questo senso il Ministero del Mezzogiorno è chiamato a compiere un ruolo di primaria importanza, che deve essere di cerniera tra le politiche generali e le politiche di coesione. Per la prima volta, nel corso degli ultimi due anni, abbiamo segnato una inversione di tendenza in senso positivo, ma recuperare i 14 punti di PIL che abbiamo perso in sette anni, dal 2007 al 2014, non è facile. Bisogna irrobustire questi timidi segnali attraverso politiche strutturali, lavorando soprattutto sulla strada della semplificazione e del rafforzamento di procedure innovative come la digitalizzazione e la dematerializzazione dei processi. Io credo che siano mature ormai le condizioni per lanciare un grande progetto occupazionale per i giovani del Mezzogiorno. Un progetto che non abbia né una connotazione assistenziale, nè una funzione di mero ammortizzatore sociale, ma che guardi all'alta formazione, al collegamento con grandi settori strategici e all'occupazione nel Mezzogiorno. Credo che anche in questo quadro occorra agire sulla leva della fiscalità. Il gap rispetto alle altre realtà si recupera solo se si creano condizioni di convenienza degli investimenti da parte del sistema delle imprese. In questo senso lo strumento delle Zone Economiche Speciali (ZES) deve avere un'accelerazione. Pensiamo alla nostra portualità: noi da anni stiamo subendo a Gioia Tauro un processo di competizione selvaggia e drammatica dalla riva sud del Mediterraneo. Il Paese e l' Europa non possono più permettersi di stare a guardare, rimanendo ingessati nelle solite politiche di bilancio. È necessario assumere un ruolo attivo e questo è possibile solo se la nostra portualità viene messa nelle condizioni di essere attrattiva rispetto alla competizione durissima in atto in tutto il bacino del Mediterraneo. Il porto di Tangeri negli ultimi cinque anni ha quasi decuplicato il volume di intercettazioni di teu che attraversa il Mediterraneo. Ecco perché il problema della fiscalità è un problema di strategica importanza per il Mezzogiorno e per l'intera Europa". "Ritengo, infine - ha concluso Oliverio - che non si possa non cogliere la proposta avanzata da Andrea Cozzolino, che è quella di riflettere perché le risorse impegnate in questi anni a pagare le multe per le infrazioni possano essere utilizzate, all'interno di un preciso quadro di regole ed in tempi stabiliti, come rata di un progetto di grandi investimenti infrastrutturali nel Mezzogiorno ponendo alle regioni e agli stati membri condizionalità che possano consentire di controllare, monitorare e verificare e, nel caso, di raddoppiare le penalità qualora il processo non dovesse essere virtuoso. Credo che anche la quota di cofinanziamento delle regioni e degli Stati membri per quanto riguarda il Fondo di Sviluppo e Coesione debba essere stralciata dal Patto di Stabilità perché diventa un elemento di ostacolo e di ingessature nella gestione delle risorse".

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