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    Naccarato e Gambino in Commissione regionale Riforme

     

     

    Naccarato e Gambino in Commissione regionale Riforme

    26 set 16 La Commissione 'Riforme' di Palazzo Campanella, presieduta da Sinibaldo Esposito, ha dedicato l'odierna seduta alle audizioni con il senatore Paolo Naccarato, che di questo organismo fu Presidente, e con il prof. Silvio Gambino, costituzionalista dell'Unical e già consulente della Commissione. "L'incontro con il sen. Naccarato e con il prof. Gambino - ha detto Esposito a conclusione della seduta - fa seguito alle precedenti audizioni con eminenti personalità istituzionali e studiosi del nostro diritto costituzionale. Devo sinceramente esprimere soddisfazione e gratitudine per come Naccarato e Gambino hanno voluto portare il loro contributo al merito delle questioni poste nel programma della Commissione, ovvero, l'attualizzazione dello Statuto della Regione Calabria, strumento venuto alla luce grazie al loro lavoro fondamentale. In questo clima di incertezza istituzionale e di ridefinizione dei poteri e delle funzioni locali, la Regione Calabria, e segnatamente questa Commissione consiliare, intendono approfondire con tutti gli attori locali una prospettiva di rilancio del binomio cittadini-istituzioni per rafforzare la democrazia e richiamare alla partecipazione i cittadini che per varie cause, a partire dalla crisi economica stagnante ma non solo, si sono allontanati dalla vita politica attiva impedendo così nei fatti quel'esercizio di critica necessaria a mantenere viva la democrazia e i suoi valori. Dalle testimonianze di Naccarato e Gambino è venuto fuori un unico orientamento: la necessità che dalla Calabria riparta un nuovo regionalismo basato non più sulla logica del rafforzamento dell'Esecutivo ai danni della funzione legislativa. La cultura delle istituzioni degli ultimi anni - ha proseguito Esposito - ha prodotto guasti nonostante le premesse fossero quelle di accelerare le decisioni e favorire così la soddisfazione delle richieste dei cittadini e la risoluzione dei problemi più importanti del Paese. Ma così non è stato. Tant'è che il Parlamento ha legiferato modificando a maggioranza una parte della Costituzione per rafforzare la figura del premier, seppure ancora in vigenza del sistema parlamentare, e decurtato in maniera abnorme le materia di concorrenza spettanti alle Regioni a statuto ordinario. Naccarato e Gambino, ognuno dal lato della propria esperienza - ha detto ancora Sinibaldo Esposito - hanno illustrato un quadro attendibile dello scenario in cui si sta muovendo il Paese che il prossimo referendum costituzionale potrebbe significativamente cambiare. Hanno posto in evidenza lo strapotere derivante dall'elezione diretta del presidente della Regione, quello dei sindaci, modelli istituzionali che, ad onor del vero, non hanno apportato quel cambio di passo auspicato con la modifica dell'art. 112 della Costituzione. Forse a causa della crisi economica il meccanismo dell'elezione diretta ha svilito il ruolo fondamentale delle Assemblee legislative, e dei consigli comunali, fatalmente incistati nel ruolo di meri esecutori delle volontà degli Esecutivi. Di pari passo, l'azione del Parlamento e dei Governi nazionali ha contemporaneamente portato ad uno svuotamento dei poteri delle Regioni e ad una sottrazione di competenze, alla cancellazione delle Province, lasciando da soli i Comuni e senza risorse ad esercitare il ruolo di front-office con i cittadini sempre più infuriati per gli effetti della crisi e per il decrescente apporto nazionale alle loro finanze, da cui è partita una durissima imposizione della tassazione locale che sta stremando soprattutto il Mezzogiorno". "É a partire da queste riflessioni - ha concluso Sinibaldo Esposito - che la Commissione che presiedo intende promuovere non solo una discussione per riformare lo Statuto della Calabria, ma da qui lanciare un messaggio forte alle altre Regioni a statuto ordinario per fronteggiare un disegno che mortifica il ruolo istituzionale delle Assemblee legislative ed allontana i cittadini dalla politica e dalla partecipazione democratica".

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