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    Garante minori: lotta comune contro dispersione scolastica

     

     

    Garante minori: lotta comune contro dispersione scolastica

    15 set 16 Il garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Regione, Antonio Marziale, insieme all'assessore alle Politiche sociali, Federica Roccisano ed al direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, Diego Bouché, ha presentato, nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro, nella sede della Cittadella regionale, l'attività strategica di prevenzione della dispersione scolastica che intende avviare sul territorio calabrese. "È una semplice lettera - ha dichiarato Marziale - che verrà inviata a tutti i sindaci, a tutti i dirigenti scolastici ed ai comandanti della polizia municipale perché siano le antenne nei loro comuni e nelle loro scuole. Un sindaco, infatti, sa benissimo perché un ragazzo della sua comunità non va a scuola e potrà grazie a noi risolvere più facilmente la problematica. L'obiettivo è quello di creare una rete di concretezza per contrastare un fenomeno che è una vera piaga sociale. Chiunque, anche i singoli cittadini, devono avvertire le forze di polizia se vedono un bambino chiedere l'elemosina perché per loro la vera carità è la scolarizzazione. Poche chiacchiere e più fatti, basta salvarne uno e sarà ugualmente un risultato". In Calabria la dispersione scolastica, secondo gli ultimi dati, si attesta al 17%. "Un numero - ha sottolineato l'assessore Roccisano - che deve far riflettere. Per questo, bisogna investire principalmente su attività di partecipazione sociale, per favorire l'inclusione dei ragazzi. Costruire comunità dove non esistono e partire dai bambini deve essere una priorità. Per questo motivo nel contrasto alla povertà abbiamo inserito anche contributi per la partecipazione scolastica". Il direttore Bouché ha rilevato come "la dispersione scolastica vada ad arricchire la manovalanza della criminalità organizzata. Chi non va a scuola che fa? O diventa in pochissimi casi un bravo calciatore oppure è facile preda della criminalità. Questo perché tutti i giovani hanno le stesse esigenze e se non hai i mezzi creati con l'istruzione per soddisfarle ti rivolgi alla criminalità. Per questo noi contrastiamo la dispersione anche alle superiori, perché siamo convinti che oggi serva almeno una qualifica regionale per entrare nel mondo del lavoro. Quando ero preside dicevo sempre: se potessi inchioderei le scarpe dei miei studenti al pavimento della scuola perché spesso la realtà che trovano a casa è degradante".

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