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    Chiude l'Istituto storia antifascismo con sede all'Unical, silenzio di Oliverio

     

     

    Chiude l'Istituto storia antifascismo con sede all'Unical, silenzio di Oliverio

    06 set 16 "Dopo 33 anni, l'Istituto calabrese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea (Icsaic), che ha sede all'Università della Calabria, ha sospeso la propria attività". Lo ha comunicato, "con rammarico", il presidente dell'istituto, Pantaleone Sergi. "Nel totale disinteresse delle istituzioni, la situazione economica - ha spiegato Sergi - è diventata insostenibile. A malincuore, con il direttore dell'istituto, professor Giuseppe Masi, abbiamo dovuto prendere la decisione di sospendere ogni attività". Sergi ha ricordato i diversi tentativi fatti in questi mesi per scongiurare la chiusura dell'istituto storico. "A maggio scorso - ha detto - abbiamo rivolto un appello al presidente della Regione Mario Oliverio ed al presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, spiegando che l'istituto era a rischio chiusura. Abbiamo chiesto un incontro. É stato vano. Da Oliverio, a distanza di mesi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Silenzio totale e inspiegabile. Irto, almeno, s'è fatto sentire a luglio tramite la sua segreteria per avere maggiori informazioni, ma non c'è stato alcun seguito. Eppure parliamo di poche migliaia di euro all'anno. E il nostro, per quanto mi risulti, era l'unico istituto culturale della Calabria aperto a studenti e ricercatori tutto l'anno da lunedì a venerdì". "Il problema, adesso - ha aggiunto Pantaleone Sergi - è che un patrimonio archivistico che documenta la storia della Calabria del Novecento, rischia ora di andare disperso. Un'assemblea dei soci, che terremo a breve, deciderà che fare. E poi, come annunciato, consegnerò simbolicamente al presidente Oliverio le chiavi dell'istituto". Operante nell'intera regione, l'Istituto calabrese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea (Icsaic), fa parte della federazione di Istituti storico-culturali, presenti in tutte le regioni italiane e federati all'Insmli (Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia). L'attiva adesione alla rete permette all'Istituto calabrese - riconosciuto dalla Regione con legge regionale non più finanziata da diversi anni - di essere inserito in un organismo di ricerca di livello nazionale ed europeo, ricevendone interessanti sollecitazioni e non mancando di far conoscere i numerosi aspetti positivi che la Calabria ha offerto, ed ancora oggi offre, attraverso la riscoperta di una storia interessante e attraverso gli attuali circuiti culturali. "L'attività - spiega il direttore Giuseppe Masi - si svolge lungo quattro direttrici: la ricerca storica, la conservazione del materiale documentario; la divulgazione dell'attività; la didattica della storia". Da alcuni anni l'Icsaic ha sede nella Biblioteca Tarantelli dell'Università della Calabria alla quale ha versato il proprio patrimonio librario costituto da migliaia di volumi e riviste. L'istituto è frequentato da ricercatori e studenti interessati a consultare l'archivio cartaceo, video, fonico, con preziose testimonianze originali della storia contemporanea calabrese. Tra essi si segnalano i seguenti fondi: Federazione Provinciale del PCI di Cosenza (1943-1980); Federazione Regionale del PSI (1970-1992); Paolo Cinanni; Florindo De Luca, Nicola Lombardi, Francesco Malgeri, Emanuele Terrana, eminenti personalità politiche calabresi; Nina Rotstein, internata a Ferramonti, e, ancora, le carte di Fausto Gullo e di Francesco e Saverio Spezzano. La "Collana di studi e ricerche"; la "Collana di testimonianze: La memoria e la storia"; i Quaderni dell'ICSAIC; la collana "Prime edizioni"; e la "Rivista Calabrese di Storia del '900" hanno costituito, infine, gli strumenti, in dotazione all'Istituto, per la sua opera di documentazione e di diffusione.

    Grave danno. "Se l'l'Istituto calabrese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea (Icsaic) dovesse chiudere definitivamente, sarebbe un grave danno per la cultura calabrese. Come cittadini e come studiosi dobbiamo impegnarci per fare in modo che l'istituto sia messo in condizione di operare così come ha fatto per tre decenni al servizio della comunità scientifica". Lo ha detto il prof. Vittorio Cappelli, docente di Storia contemporanea all'Università della Calabria, dopo avere appreso della sospensione delle attività dell'Istituto annunciata dal presidente Pantaleone Sergi, che ha lamentato il disinteresse della Regione malgrado sia stata informata della situazione. "L'Università della Calabria, in questi anni, grazie anche all'impegno del collega Davide Infante - ha aggiunto Cappelli - ha dato una grossa mano per assicurare l'operatività dell'Icsaic che si manifesta con un'intensa opera di ricerca, riflessione e divulgazione sulla storia contemporanea della Calabria e sui nuovi temi della didattica della storia".

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