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    Referendum, iniziative e dichiarazioni

     

     

    Referendum, iniziative e dichiarazioni

    19 nov 16 "Noi non facciamo sconti a nessuno. Quando sapremo i nomi degli indagati, nei loro confronti sarà adottata la sospensione". Lo ha detto Alessandro Di Battista, del Movimento 5 stelle, parlando con i giornalisti dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo nella stazione ferroviaria di Crotone, dove stamattina é giunto il treno "#iodicoNoTour", organizzato in vista del Referendum costituzionale. "Ricordo, comunque, che questa vicenda - ha aggiunto Di Battista - riguarda una consultazione in cui nessuno di noi è stato eletto. Questo non per sminuire, ma per spiegare. In ogni caso il garante ha chiesto l'autosospensione per coloro che dovessero risultare colpevoli. Ancora, comunque, non abbiamo nessun nome".
    "La cosa che mi fa davvero ribrezzo è che malgrado questa assenza di servizi essenziali nel Mezzogiorno il Presidente del Consiglio venga qui a parlare di Ponte sullo Stretto, magari per fare qualche favore alla Salini Impregilo". Lo ha detto Alessandro Di Battista, del Movimento 5 stelle, rispondendo alla domanda su come avesse viaggiato sul treno che lo ha condotto a Crotone per la tappa di "#iodicoNoTour" in vista del Referendum costituzionale. "I treni regionali - ha aggiunto Di Battista - sono pessimi. La realtà é che esistono due Italie: una che si può permettere alcuni servizi più cari ed un'altra, composta dalla maggioranza dei cittadini, che viaggia su treni che vengono cancellati o fanno ritardo e hanno magari i bagni rotti. E questo è il mondo reale".

    "Abbiamo un Governo che per la prima volta in Italia e' composto da persone che non hanno neanche 40 anni. E' la prima volta che succede e tante volte ci siamo sentiti dire 'questa cosa non la potete fare'. E invece noi l'abbiamo fatto". Lo ha detto Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme, parlando con i giornalisti a Vibo Valentia, dove stamattina ha inaugurato la palestra del Liceo classico. "Avevamo detto - ha aggiunto la ministra - che avremmo messo il tetto agli stipendi dei manager pubblici, stabilendo che non possono guadagnare più di 240 mila euro l'anno, e l'abbiamo fatto. Ci avevano detto che in questo Paese non ci sarebbe mai potuta essere una legge sulle unioni civili e invece noi l'abbiamo fatta. Ci hanno detto che non si poteva cambiare il mercato del lavoro o mettere mano alla pubblica amministrazione o provare a modificare la Costituzione e noi invece l'abbiamo fatto. Perché dire 'non è possibile' non è una risposta".
    "Usciamo da un periodo di crisi economica profonda che stiamo cercando di risolvere. Occorre ricucire le ferite, in vista di cambiamenti profondi. Quando soffia il vento del cambiamento, non bisogna lasciarlo fuori. Occorre, anzi, andare incontro al futuro accettando la sfida del cambiamento e imparando a sognare. Sognare ad occhi aperti il cambiamento". Lo ha detto Maria Elena Boschi agli studenti del liceo classico di Vibo Valentia nel corso dell'inaugurazione del nuovo Auditorium dell'istituto.

    "La Calabria vive oggi una giornata da protagonista di primo livello con la visita della ministra per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi". Lo sostiene, in una dichiarazione, la deputata del Pd Stefania Covello, responsabile Mezzogiorno del partito. "La visita della ministra - aggiunge - e' un grande segnale di attenzione da parte di tutto il Governo nei confronti di una regione che può e deve essere protagonista di un cambiamento storico, quello rappresentato dal via libera alla riforma costituzionale che sarà sottoposta il 4 dicembre al giudizio dei cittadini. E' un'attenzione concreta, che va oltre le visite continue, come attestano le risposte date su problemi concreti in questi 30 mesi di governo attraverso le leggi di stabilità, di bilancio, sugli lsu, sui forestali e sul masterplan. La riforma costituzionale taglia realmente i costi della politica, rende le nostre istituzioni più snelle ed efficienti, migliora il processo legislativo e mette ordine nei poteri di Stato e Regioni".

    "Con questa campagna referendaria siamo alla scelta finale sulla riforma costituzionale che spetta agli italiani. Non c'è dubbio su quali siano gli effetti del referendum: con il Sì si attua il cambiamento, con il No le cose restano come sono. La scelta è se questa riforma ci fa fare un passo in avanti oppure no. Con il Sì si prova a cambiare e ad avere anche una stabilità. Cambiare richiede più coraggio. Non è la sfida del Governo ma è la sfida di tutti. In questi 15 giorni che ci separano dal voto bisogna darsi da fare e chiunque può farlo. L'unico modo che abbiamo è sentire insieme questa sfida perchè è una scelta difficile e complessa". Lo ha detto Maria Elena Boschi, ministro per la Riforme, nel corso di un confronto a Lamezia Terme con il prof. Alfonso Celotto, docente di Diritto costituzionale all'Università Roma Tre, schierato per il NO.
    "Nel comitato per il NO al referendum costituzionale troviamo insieme D'Alema, Cirino Pomicino ed altri personaggi simili. Sono quelli che per trent'anni queste riforme non le hanno fatte ed ora ci vogliono far credere che se vince il No queste riforme le faranno in sette giorni". Lo ha detto Maria Elena Boschi a Lamezia Terme.
    "Siamo chiamati a decidere su un quesito referendario in cui non ci sono simboli di partito e nomi. La domanda è talmente chiara da avere spinto qualcuno a fare polemica perchè si capiva troppo". Lo ha detto a Lamezia Terme Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme.

    "Il nostro SI convinto per la semplificazione e il cambiamento. Per un'Italia che sia più stabile per non far vincere chi vuole mantenere tutto fermo e da 30 anni sta bloccando il Paese. Non avremo più occasione di avere un'altra riforma, dobbiamo regalare ai nostri giovani un futuro migliore e delle istituzioni che possano essere al pari di quelle degli altri Paesi europei. Con il SI alcune competenze tra cui il turismo torneranno di competenza dello Stato e non per togliere potere alle Regioni ma per risolvere il problema della frammentazione della promozione turistica e quindi una diminuzione delle spese che consentirebbe di veicolare messaggi più efficaci. Siamo agli ultimi giorni prima del voto e il SI al referendum ha ancora tutte le possibilità per vincere. Non perdiamo un'occasione per cambiare " Così dorina bianchi sottosegretario al MiBACT con delega al turismo ad un'iniziativa a Reggio Calabria sul SI al referendum.

    "Questa riforma non mette in discussione la prima parte della Costituzione, né i suoi principi fondamentali perché quelli restano. Ma occorre cambiare la seconda parte perché abbiamo bisogno di un' Italia più snella". Lo ha detto Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme, intervenendo a Cosenza ad un incontro per il SÌ al referendum costituzionale. "Dire No fra 15 giorni - ha aggiunto - vuol dire lasciare le cose come stanno. Così però ci rubiamo un altro pezzo di futuro. Io li voglio vedere, seduti intorno a un tavolo, che decidono come cambiare la Costituzione, i vari Cirino Pomicino, De Mita, D'Alema, Fini, Salvini, Grillo, Berlusconi. Tutti insieme dicono di votare no alla riforma che stiamo proponendo, aggiungendo che fra sei mesi ci penseranno loro a farne una meglio. Ma è dagli anni '80 che questi signori sono in Parlamento e che ci dovevano pensare. Adesso, invece, tocca a noi ed agli elettori che dovranno pronunciarsi il 4 dicembre".

    "Via via che passano i giorni e si avvicina la scadenza del 4 dicembre vedo crescere una forte attenzione nel merito di una riforma che io reputo necessaria alla vita del nostro Paese". É quanto ha affermato, tra l'altro, il Presidente della Regione, Mario Oliverio, intervenendo alla manifestazione a sostegno del Sì alla riforma costituzionale svoltasi nell'auditorium "Guarasci" del Liceo Classico "Telesio" di Cosenza a cui ha partecipato il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. "La ritengo necessaria - ha proseguito Oliverio - perché il cuore di questa riforma è un ordinato rapporto tra lo Stato e le Regioni, ovvero il superamento del Bicameralismo perfetto. Viviamo in un Paese in cui per portare a conclusione l'iter di una legge occorre impiegare, in media, 563 giorni. Questo non è più concepibile in un Paese che vuole stare al passo con l'Europa e con il mondo globalizzato e che vive in un contesto storico che richiede immediatezza e rapidità nelle risposte. Non è un caso che negli ultimi vent'anni il ricorso al voto di fiducia si sia moltiplicato. E ciò mortifica il Parlamento e chi vuole rappresentare le istanze delle comunità. Semplificare, quindi, è una necessità per la vita di un Paese che voglia stare in campo in un mondo globalizzato". "Il secondo punto - ha aggiunto il presidente della Regione - riguarda il rapporto tra Stato e Regioni e la confusione che viene determinata dalla cosiddetta legislazione concorrente attraverso cui è difficile stabilire dove finisce la competenza della Regione e dove comincia quella dello Stato. L'80% del contenzioso che grava sulla Corte costituzionale riguarda proprio questo malinteso rapporto. E' necessario, quindi, un ordinamento diverso attraverso cui stabilire con chiarezza dove e su quali materie c'è la competenza del primo rispetto alle seconde e viceversa. Finora ho ascoltato argomentazioni diverse nel variegato schieramento che sostiene il NO alla riforma, ma non ho ancora sentito una sola persona mettere in discussione la necessità di superare il bicameralismo paritario che, lo ripeto, rimane il cuore di questa riforma. E anche rispetto a quelli che dicono che questa è una riforma confusa e che subito dopo il 4 dicembre, se dovesse prevalere il NO, si metterà immediatamente mano ad un'altra proposta, più seria e condivisa: davvero credete che costoro possano avere l'interesse, la capacità e la stessa unità di intenti per sedersi intorno ad un tavolo e lavorare celermente ad una nuova proposta di riforma? Non prendiamoci in giro. Passeranno almeno altri venti anni prima che si arrivi ad una nuova proposta di riformare lo Stato". "L'ultima cosa su cui voglio soffermarmi - ha detto, ancora, il Presidente della Giunta regionale - è quella che riguarda l'uso distorto di un voto che non può essere utilizzato per bocciare un Governo o una Giunta regionale. Al centro della riforma c'è qualcosa che va ben al di là di un Governo o di una Giunta regionale o, addirittura, di un congresso interno al Pd ed è l'interesse dell'Italia, il suo futuro. Agli amici e ai compagni, anche a quelli del Pd che oggi sono schierati sul fronte del NO, mi permetto di dire di riflettere sul fatto che qualora il NO dovesse prevalere, anche con le percentuali che si agitano in questi giorni, il risultato sarebbe il frutto di un guazzabuglio, di un combinato/disposto sciagurato. Ecco perché dobbiamo utilizzare questi giorni che mancano al 4 dicembre per sollecitare nei nostri concittadini una riflessione seria, onesta, nel merito, sul cuore di questa riforma. Nel corso della storia, quando gli italiani furono chiamati, attraverso il referendum, a scegliere tra Repubblica e Monarchia, ci fu una parte del Paese, il Sud, che andò controcorrente. In quel passaggio si accentuò il dualismo tra Nord e Sud perché il Mezzogiorno, rispetto al futuro che allora era rappresentato dalla scelta per la Repubblica, si schierò dalla parte sbagliata. In quel passaggio delicato e importante la città di Cosenza rappresentò un'avanguardia schierandosi dalla parte giusta". "Io credo - ha concluso Oliverio - che anche questa volta, in questo nuovo passaggio storico per la vita del Paese, il Mezzogiorno e la Calabria ci staranno da protagonisti, e dalla parte giusta, per riconquistare il peso e la considerazione che meritano. Se lo faremo, se staremo dalla parte del cambiamento, conquisteremo maggiore forza e maggiore peso specifico. Sono sicuro che questa aspettativa non sarà delusa e che da questa parte del Paese e dalla Calabria verrà un contributo determinante per scrivere una pagina importante della storia e del futuro del nostro Paese".

    "La calorosa accoglienza dei lametini al Ministro Boschi incornicia splendidamente una giornata all'insegna della democrazia". Lo afferma, in una nota, il deputato del Pd Sebastiano Barbanti. "É sinonimo di speranza - aggiunge - se tanti cittadini sono accorsi stamattina al Teatro Umberto per ascoltare le motivazioni del Si da una relatrice d'eccezione, Il Ministro Maria Elena Boschi. E ci appaga maggiormente il fatto che moltissimi erano giovani e cioè il futuro. Un sintomo di 'voglia di democrazia' che parte proprio dai giovani e oggi anche impersonato dal Ministro Boschi e dal suo modo di fare politica, che è andata ad esporre puntualmente, chiaramente e nel merito i punti chiave della Riforma, e che rimane la miglior risposta a chi ritiene di dire sempre e solo no". "Ringraziamento e merito per la riuscita della giornata - dice ancora Barbanti - va in primis al Ministro Boschi che, finito il suo intervento, si è anche intrattenuta a parlare con i presenti. Ospitare oggi in città il Ministro Boschi ha comportato per gli organi istituzionali deputati a questa funzione un lavoro importante. E perciò un sentito ringraziamento speciale va soprattutto alle forze dell'ordine per il loro encomiabile impegno e la loro impeccabile organizzazione. E certamente merito della riuscita della giornata di oggi va assegnato al lavoro e all'impegno delle tante persone del Partito Democratico che oggi qui in città insieme a me credono in questo percorso di riforma e vogliono portare avanti il sogno del rinnovamento e del cambiamento, che inizierà a concretizzarsi con una vittoria del SÌ". "Realta' e concretezza di incontri come quello di oggi al Teatro Umberto - conclude il deputato del Pd - rappresentano momenti di democrazia, ricchi di contenuti e di buona politica e rimangono sempre la migliore risposta a chi invece vorrebbe continuare a mantenere lo status quo. Siamo qui per costruire qualcosa di nuovo".

    "Io penso che sia una riforma fatta male, una riforma confusa e contraddittoria". Così Alfonso Celotto, docente di Diritto costituzionale dell'Università degli studi di Roma Tre, parlando con i giornalisti a margine del confronto che ha avuto con il ministro Boschi a Lamezia Terme in vista del Referendum costituzionale del 4 dicembre. Il confronto, moderato dal presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, é stato organizzato dall'Unione cristiana imprenditori dirigenti di Lamezia Terme in collaborazione con "Lamezia Nuova", il periodico della Diocesi lametina. "Faccio solo un esempio. Noi che Stato vogliamo? Centralista o autonomista? Lo Stato italiano - ha aggiunto Celotto - nasce nel 1948 come centralista e nel 2001 diventa autonomista. E adesso? Adesso noi leggiamo la composizione del Senato e sembra uno Stato autonomista perché porta gli Enti locali in un ramo del Parlamento. Ma, poi, proseguendo nell'esame della proposta di riforma, vediamo che vengono cancellate le Province e viene tolta gran parte delle competenze alle Regioni. Quindi, si torna ad uno Stato centralista. A questa riforma, in sostanza, manca un disegno strategico. Una riforma che non ha visione, che é fatta male e che farà funzionare lo Stato peggio. La Costituzione è una cosa seria: va modificata bene. Per questo bisogna votare no".

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