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    Referendum: dichiarazioni e iniziative

     

     

    Referendum: dichiarazioni e iniziative

    12 nov 16 "Il 4 dicembre  possiamo difendere insieme  la nostra  Costituzione e mandare  un messaggio  al Governo  regionale  che si è schierato acriticamente  sulle  posizioni di  Renzi". Lo ha detto  Roberto  Occhiuto concludendo  la grande manifestazione  di Forza Italia  al cinema Morelli di  Cosenza. Un incontro  che ha visto la partecipazione  del Presidente della sezione lavoro della Corte di appello di Catanzaro, Emilio Sirianni,  e di Massimo Covello   segretario generale della Fiom Calabria. Massimo Covello ha sottolineato come " non ci siano  sorprese nel vedere  insieme soggetti  e movimenti di  idee diverse " Non siamo  tenuti insieme da un progetto di  Governo ma dobbiamo difendere chi confonde la Costituzione con un orpello inutile. Molto applaudito  l'intervento  di Emilio Sirianni  che ha messo in evidenza come " per difendere la  Costituzione  è normale che parlino persone di estrazione diversa.  Se il signore del secondo piano mi sta poco simpatico devo comunque  ricostruire  il  Palazzo insieme a lui " La nostra  Costituzione - ha detto ancora  Sirianni - è  stata concepita  da grandi costituenti che fecero rivedere  il testo anche  ai linguisti , a differenza di   un presente che vede  forze  estremamente minoritarie  volersi prendere  il  Paese con una percentuale infima. Chiudendo  il lavori  Roberto Occhiuto  ha censurato  " il senso  propagandistico  del renzismo  , che scrive  sul quesito cose farlocche,  che dice di  voler abbattere i costi della politica ma non ha il coraggio di affrontare  in Aula  il dibattito  sul dimezzamento delle indennità " Il paekamehtate di Forza Italia  ha ricordato come " Oliverio  si lamenti ogni giorno di essere commissariato  e poi voti una riforma che non lascerà spazio alle Regioni : sono  tutti diversamente renziani  e tutti da battere  il  4 dicembre "

    "La magistratura sta lavorando e aspettiamo l'esito delle indagini". Lo ha detto Paola Taverna senatrice del Movimento 5 Stelle, a Cosenza, per un incontro pubblico sulle ragioni del No al Referendum costituzionale, rispondendo ad una domanda sull'inchiesta della Procura di Palermo in merito alle firme false di M5S.

    "Ad essere fuori dalla storia è Renzi che è staccato dalla storia e dal Paese, visto che non ha più il polso neanche di quello che succede nella quotidianità di noi cittadini". Lo ha detto Roberta Lombardi, deputata del Movimento 5 Stelle, a Cosenza per una manifestazione a sostegno del No al referendum, in merito all'appello che il premier Matteo Renzi ha lanciato sui social rivolgendosi agli elettori di Lega e M5s. "C'è una parte d'Italia - ha aggiunto Lombardi - che orgogliosamente vuole tornare a far funzionare il nostro Paese, partendo proprio dalla Costituzione attuale rendendola vivente".

    "Ci preme sottolineare la straordinaria schizofrenia tra il testo del quesito referendario, semplicissimo e attraente, e il testo della Costituzione riformata, opaco e contraddittorio, pieno di criticità". Lo ha detto Nicola Morra senatore del Movimento 5 Stelle, intervenendo a Cosenza ad un incontro pubblico sulle ragioni del No al Referendum costituzionale. "Già questo - ha aggiunto Morra - dovrebbe far capire che si tratta di un tentativo capzioso di ottenere consensi su argomenti fumosi. Quando si entra poi nel merito si capisce l'inconsistenza e l'assurdità di molti passaggi del disegno Boschi/Renzi".

    "Sono condizioni molto diverse, come quella della Brexit, come quella dell'elezione di Trump. E' ovvio però, questo sì, un'onda lunga di populismo, lo abbiamo visto anche in quello che sta accadendo in Austria, quello che è successo in Danimarca, quello che sta accadendo in Ungheria. Insomma abbiamo tutta l'intenzione di essere l'argine di questa onda populista e per farlo sappiamo di dover dare al Paese questa riforma costituzionale e continuare a dare al Paese quelle risposte che per troppo tempo sono mancate". A dirlo la vice segretaria del Pd Debora Serracchiani su eventuali influenze del voto americano sul referendum.
    "Si tratta di una riforma che riduce il numero dei parlamentari, i costi della politica, che elimina gli enti inutili come il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, che supera definitivamente le province e soprattutto stabilisce chi fa cosa, tra Stato e Regioni". Lo ha detto Debora Serracchiani. "Superando la riforma del Titolo V del 2001 che aveva creato un po' di confusione tra potestà concorrente - ha aggiunto - finalmente stabiliamo esattamente chi fa cosa e alcune grandi materie, e lo dico da presidente di Regione, giustamente tornano allo Stato. Penso alle grandi infrastrutture energetiche, ai piani strategici come il piano alla portualità, piuttosto che al piano nazionale sugli aeroporti. Avremo un Paese più competitivo, avremo un paese più credibile dal punto di vista internazionale, più efficiente ed anche più veloce".
    "Contrariamente a quanto ritengono certe forze politiche alcune delle quali si riuniranno oggi a Firenze, direi che non c'è assolutamente un accentramento allo Stato dei poteri, anzi, c'è la possibilità per le regioni di esercitare meglio le competenze che sono state loro affidate, e nello stesso tempo c'è una regola di buon senso che impone di trattare il paese allo stesso modo". A dirlo la vice segretaria del Pd Debora Serracchiani. "Superiamo - ha aggiunto - quella frammentazione che è stata una delle conseguenze peggiori della riforma del titolo V del 2001. Parlando poi delle province autonome devo precisare che il presidente della Provincia di Trento ed il presidente della Provincia di Bolzano hanno sottoscritto con me e con il presidente della Regione Sardegna una importante carta, la carta di Udine. E il sì al referendum, convinto, è anche perché sappiamo che le nostre autonomie sono delle assunzioni di responsabilità e al di là di quelle che sono le posizioni e i trattati internazionali, siamo convinti che questa riforma costituzionale serve al Paese, sia alle regioni a statuto ordinario che a quelle a statuto speciale".
    "Il Partito Democratico ha deciso in tutte le sue sedi e negli organismi di votare SI al referendum costituzionale. Lo abbiamo fatto anche in Parlamento, lo abbiamo fatto più volte e l'ho fatto anche Bersani". A dirlo la vice segretaria del Pd Debora Serracchiani rispondendo ai giornalisti, a Reggio Calabria, se ritiene superata la polemica con Bersani rispetto all'unità del partito.
    "Le regioni a statuto speciale è vero che sono escluse dalla riforma, però in realtà, per la prima volta nella riforma costituzionale, compare un termine estremamente importante: si parla dell'intesa". Lo ha detto Debora Serracchiani vice segretario nazionale del Pd che stamani a Reggio Calabria ha inaugurato, insieme all'on. Stefania Covello, una nuova sede del Comitato per il sì al referendum. "Questa - ha aggiunto - darà la possibilità alle regioni a statuto speciale ad ammodernare la loro autonomia, rendersi ancora più indispensabili al Paese e sarà una vera e propria assunzione di responsabilità. Non a caso con alcuni presidenti di regioni a statuto speciale abbiamo sottoscritto degli importanti accordi ed impegni perché siamo tutti convinti che il sì alla riforma costituzionale rafforzi l'autonomia".

    "Di questo governo si può dire tutto ma non che non abbia fatto le riforme. Questo Paese non si può permettere di restare fermo. C'è coerenza nel mandato del governo e la sua azione riformatrice". A dirlo il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri partecipando ad una iniziativa per il Sì al referendum a Castrovillari. "Il vero succo della riforma costituzionale - ha aggiunto - è che si vuole costruire un paese in movimento e perciò ci vuole una spinta riformatrice. Con il referendum la prima parte della Costituzione rimane intatta. Ma oggi abbiamo il coraggio di avviare la riforma di quella parte che anche i padri costituenti avevano detto avrebbe dovuto essere adeguata ai tempi e modernizzata". "Il centro della riforma - ha concluso Ferri - è il titolo quinto che fa riacquistare allo stato competenze che sono in materia di diritti sui temi essenziali".

    "Sulle certezza del processo legislativo, sulla fine del bicameralismo, su un migliore rapporto con lo Stato centrale in competenze fondamentali per i cittadini, come welfare e sanità, non possiamo essere, proprio noi calabresi, nostalgici del passato. Non rassegniamoci ad un catastrofismo dettato da elite che non si rassegnano e che strumentalizzano il disagio della povera gente solo in chiave antigoverno. Guardiamo avanti e diciamo Si all'Italia". E' quanto afferma, in una dichiarazione, la deputata del Pd, Stefania Covello, responsabile nazionale Mezzogiorno e Fondi europei del partito oggi assieme a Debora Serracchiani per una giornata di incontri e confronti in Calabria. "A tre settimane dal voto - prosegue Covello - occorre far compiere un salto di qualità a questa campagna elettorale. Dobbiamo sconfiggere la vocazione destruens del cartello del No. È necessario far diradare la nebbia delle strumentalizzazioni e consentire ai cittadini di valutare il merito della riforma. In questi giorni il voto americano ci offre molti spunti di riflessione. Serve consapevolezza sul voto e sulle conseguenze di una scelta. Noi vogliamo far compiere al nostro Paese un passo importante verso la modernizzazione. La Calabria - conclude Covello - può e deve essere protagonista di questa scelta di cambiamento".

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