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    Referendum: dichiarazioni e commenti

     

     

    Referendum: dichiarazioni e commenti

    07 nov 16 "La commissione ha fatto un grande lavoro con mandato della direzione. Cuperlo è stato indicato come rappresentante della minoranza. Abbiamo raggiunto un accordo all'unanimità dove tutti quanti noi abbiamo fatto un passettino indietro per fare un grande passo in avanti". A dirlo il capogruppo alla Camera del Pd Ettore Rosato in merito alle modifiche dell'Italicum. "Abbiamo assunto un impegno - ha aggiunto -, quello di modificare l'Italicum, peraltro su punti che proprio la minoranza aveva posto all'attenzione di tutti noi. Oggi c'è solo un motivo pretestuoso per votare no. Votare no a una riforma su cui, peraltro, i colleghi della minoranza che oggi si discostano dalle indicazioni assunte dal partito hanno votato per 6 volte. E' difficile spiegare che si sono sbagliati".
    "È una grande occasione per cambiare questo Paese. Per rendere le istituzioni più moderne, più efficienti, meno costose. È un cammino che il centro sinistra ha percorso da oltre 30 anni. È giunta l'ora di mostrare che la politica è anche capace di fare e non solo di dire le cose. Il 4 dicembre è l'occasione per il nostro Paese di fare veramente un passo avanti verso Istituzioni più moderne". A dirlo il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato.

    "Bisogna dire Sì al referendum perché con la riforma della Costituzione, finalmente, si mette mano al Titolo V della Costituzione e quindi si riorganizza il sistema sanitario a livello nazionale, distinguendo le funzioni delle Regioni da quelle dello Stato". Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenendo, a Reggio Calabria, al convegno "Riforma costituzionale e sanità" organizzato dall'Ordine dei Medici della provincia di Reggio Calabria alla presenza del senatore Nico D'Ascola, presidente della Commissione Giustizia del Senato. "Oggi - ha aggiunto - la materia è concorrente. La sanità sarà completamente devoluta alle Regioni. Avremo che le funzioni organizzative e di programmazione rimarranno in capo alle Regioni mentre in capo allo Stato vanno le disposizioni generali per il bene comune in tema di salute. È cosa importantissima. Le disposizioni generali riguarderanno tutti quei processi di diagnosi di terapia, che rendono vivo l'articolo 32 della Costituzione. Cioè l'accesso del diritto alla salute. In questo modo il Ministero grazie anche all'aiuto delle società scientifiche, dell'Ordine dei Medici, potrà intervenire uniformando questi piani operativi a livello di singoli territori. Pensiamo a tante cose che riguardano la vita dei cittadini quando vogliono avere accesso a un farmaco, ad una terapia. Questo porterà ordine. Poi il Senato delle Regioni avrà delle competenze che ci permetteranno di confrontarci a livello nazionale su questi temi. Quando una regione anche sul piano dell'organizzazione, delle funzioni di programmazione ha un atteggiamento tale, fa delle cose tali che violano il diritto alla salute, si potrà intervenire tramite il Parlamento con la cosiddetta clausola di supremazia. A mio parere, sarà un grande passo avanti che aiuterà anche le regioni a svolgere in modo migliore le proprie capacità, le proprie funzioni organizzative, ma permetterà anche allo Stato di intervenire, non solo nella fase di controllo, ma anche una visione di politiche sanitarie del paese in modo uniforme".

    "I principi generali fondamentali sono il superamento del bicameralismo cosiddetto perfetto, il primo nucleo concettuale, poi, la revisione del riparto di competenze tra Stato e Regioni, la abolizione delle Province e quella del Cnel". Lo ha affermato il presidente della commissione Giustizia del Senato, Nico D'Ascola nel corso del convegno "Riforma costituzionale e sanità" alla presenza del ministro della Salute Lorenzin. "Nell'eliminare il bicameralismo perfetto - ha aggiunto - la Riforma costituzionale assegna funzioni diversificate alla Camera ed al Senato delle Autonomie. Solo la Camera svolgerà funzioni politiche quindi sarà titolare del conferimento come anche della revoca della fiducia al governo. Inoltre, la modificazione del riparto di competenze tra Stato e Regioni vede riattribuire allo Stato la competenza sulla sanità e quindi dando concretezza all'art. 32 della nostra Costituzione che implica anche il rispetto del principio di uguaglianza che anch'esso sta all'interno della nostra Costituzione. Di fronte a prove di inefficienza e di incapacità legislativa delle Regioni che non si giustifica soprattutto riguardo a materie delicate e di rilevanza nazionale, come la sanità, le infrastrutture, la distribuzione dell'energia che sono questioni strategiche, tornano allo Stato". Per D'Ascola, inoltre, "Reggio Calabria non può essere seconda a nessuna altra città per come purtroppo per molto tempo ha finito per essere".

    "Tutto quello che ha realizzato Matteo Renzi in questi anni di Governo a sua guida è stato fatto con leggerezza e presunzione. Dalle Province al Jobs act passando per la Buona scuola, non c'è stata nessuna riforma che abbia funzionato. Il grande rischio è che la peggiore riforma di questo Governo sia proprio quella della nostra Costituzione. Per cui se avete dubbi informatevi, leggete con attenzione la riforma truffa Boschi/Renzi e soprattutto andate a votare. Tanti sono i validi motivi per votare No". Lo ha detto Fausto Orsomarso, portavoce di Azione Nazionale e consigliere regionale del Gruppo misto nonché leader di Cosenza e Calabria positiva. "Quello a cui teniamo di più - ha concluso - è il rischio della perdita della sovranità popolare".

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