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    Commissione Antimafia: sono 14 gli impresentabili

     

     

    Commissione Antimafia: sono 14 gli impresentabili

    31 mag 16 "Sono 14 i nomi degli impresentabili" secondo la Commissione Antimafia che ha realizzato uno screening su liste e candidature in vista delle elezioni del 5 giugno. Solo in un caso si tratta di un candidato a Roma, ha spiegato la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi la quale ha spiegato che a Roma sono stati esaminati i candidati al Consiglio Comunale e quelli candidati per il Municipio VI. "La situazione è complessivamente incoraggiante - ha detto Bindi - anche se alcuni dati sono preoccupanti".

    Questi i 14 candidati segnalati dall'Antimafia per le Comunali del 5 giugno. 7 a Battipaglia: Carmine Fasano, Daniela Minniti, Lucio Carrara, Francesco Procida, Bartolomeo D'Apuzzo, Demetrio Landi e Giuseppe Del Percio. 5 a Roma: 4 nel sesto municipio: Antonio Carone, Domenico Schioppa, Antonio Giugliano e Fernando Vendetti; un unico impresentabile nel consiglio comunale, Mattia Marchetti. 2 in Calabria: a Scalea Carmelo Bagnato; a San Sostene Alessandro Codispoti. In particolare, Alessandro Codispoti, Giuseppe Del Percio e Domenico Schioppa, segnala l'Antimafia, non sono elegibili e quindi dovrebbero dimettersi in caso di elezione. Fernando Vendetti, Mattia Marchetti e Giugliano Antonio, non hanno candidature corrispondenti ai criteri del Codice di autoregolamentazione votato all'unanimità da tutte le forze politiche della Commissione antimafia. Infine, Demetrio Landi, Bartolomeo D'Apuozzo, Francesco Procida, Lucio Carrara, Daniela Minniti, Carmelo Bagnato, Carone Antonio e Carmine Fasano sono incandidabili secondo quanto prevede la legge Severino.

    Nel comune di SCALEA (COSENZA) è emersa una sola condizione di incandidabilità ai sensi della Severino: riguarda Carmelo Bagnato, dal cui certificato del casellario giudiziale risulta una sentenza di condanna a due anni di reclusione emessa dalla corte di appello di Perugia il 3 dicembre 2010, per il reato di cui bancarotta fraudolenta. Sempre a in Calabria, a SAN SOSTENE (CATANZARO), c'è il caso di Codispoti Alessandro, attualmente sottoposto a procedimento penale: è stato condannato in primo grado, con sentenza emessa dal tribunale di Catanzaro il 4 luglio 2014, per detenzione illegale di armi e detenzione di sostanze stupefacenti al fine di cessione a terzi alla pena di cinque anni di reclusione e 35 mila euro di multa. Dopo impugnazione, la corte di appello di Catanzaro, con decisione del 18 maggio 2016, ha parzialmente riformato la sentenza di condanna, assolvendo Codispoti dai reati in materia di armi per non aver commesso i fatti, rideterminando quindi la pena in quattro anni di reclusione e 30 mila euro di multa per il reato in materia di stupefacenti, confermando infine la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

    Tra i candidati al VI MUNICIPIO DI ROMA, si sono evidenziate 4 posizioni: - Antonio Carone (lista "Viva l'Italia con Tiziana Meloni") il quale, tra le 8 condanne definitive, ne ha riportata una per ricettazione con una pena di anni due e mesi 6 di reclusione ed una multa da 900 euro, ed è pertanto incandidabile per la legge Severino. L'Antimafia segnala anche che, come si desume dal provvedimento di cumulo della Procura di Verona, la pena complessiva da scontare, e poi espiata, è stata stabilita in 6 anni e 10 mesi. - Domenico Schioppa (lista "Iorio sindaco") è stato prima arrestato in flagranza e poi condannato, in primo grado, con il rito abbreviato, alla pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione ed euro 400 di multa, per detenzione di armi; l'appello è previsto per il 12 ottobre 2017. Pertanto, qualora eletto, va sospeso ai sensi della legge Severino. - Antonio Giugliano (lista "Storace-Marchini sindaco") è stato condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi di reclusione ed euro 1000 di multa, per diversi reati tra cui quello di tentata estorsione; l'appello è stato proposto il 21 marzo 2016. - Fernando Vendetti (lista "Storace-Marchini sindaco") è stato condannato in primo grado per tentata estorsione alla pena di un anno, 6 mesi di reclusione ed euro 600 di multa; è stata proposta impugnazione e si è in attesa di fissazione dell'udienza da parte della Corte di Appello di Roma. Pertanto, rientra nelle previsioni del codice di autoregolamentazione. Tra i candidati al CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA, inoltre, si evidenzia la posizione di Marchetti Mattia (lista "Lega Centro con Giovanni Salvini"), nei cui confronti è stato emesso il decreto che dispone il giudizio immediato per il delitto di tentata estorsione, in concorso con altra persona, oltre che per porto e detenzione di armi. Il processo è in fase dibattimentale con udienza fissata a novembre 2016. Pertanto, rientra nelle previsioni del codice di autoregolamentazione. Ben 7 i casi a BATTIPAGLIA (SALERNO): - Carmine Fasano (lista "Azione Civica-Tozza sindaco") risulta condannato in via definitiva con sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti per cessione illecita di stupefacenti ad un anno di reclusione e 3 mila euro di multa; - Daniela Minniti (lista "Battipaglia popolare") è stata condannata per bancarotta fraudolenta a due anni di reclusione; - Lucio Carrara (lista "Battipaglia con cuore-Motta sindaco") è stato condannato in via definitiva con sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti per bancarotta fraudolenta continuata e aggravata ad anni due di reclusione (pena rideterminata includendo la precedente condanna per il medesimo reato); - Francesco Procida (lista "Speranza per Battipaglia-Motta sindaco") risulta condannato in via definitiva per il delitto di riciclaggio alla pena di due anni e nove mesi di reclusione ed euro 1450; - Bartolomeo D'Apuzzo (lista "Battipaglia a testa alta") dopo un precedente patteggiamento per rapina, è stato condannato in via definitiva per cessione illecita di stupefacenti ad un anno e due mesi di reclusione e 3 mila euro di multa; - Demetrio Landi (lista "Moderati per Battipaglia") è stato condannato in via definitiva per cessione illecita di stupefacenti ad un anno e sei mesi di reclusione ed euro 4000 di multa e, nella medesima sentenza, condannato in via definitiva per violazione di domicilio, lesioni dolose e violenza privata tentata alla pena di anni due e mesi due di reclusione. - Giuseppe Del Percio (lista "Battipaglia-la città che verrà") è stato condannato in primo grado per violazione delle norme sugli stupefacenti alla pena di mesi 10 di reclusione e 3 mila euro di multa. Sulla condanna pende appello. Se eletto, andrebbe sospeso.

    Su Platì focus antimafia. Il comune di Platì è stato sciolto 15 volte e alle prossime elezioni si presentano due liste civiche: lo rileva la Commissione Antimafia che ha riservato al Comune calabrese un focus all'interno della Relazione approvata oggi. La lista "Liberi di ricominciare" è stata sottoscritta da 49 sostenitori, e ha dodici candidati. Il candidato sindaco Rosario Sergi - si legge nella Relazione dell'Antimafia - ha concorso per il medesimo ruolo per le elezioni del 2009, a capo della lista "Ripartire insieme". Quelle elezioni sono state vinte da Michele Strangio con il 69 per cento dei voti; Sergi, in quella occasione, ha rivestito la carica di consigliere di minoranza nella compagine amministrativa sciolta per infiltrazioni mafiose. Dagli atti di indagine risulta che Rosario Sergi ha rapporti di affinità con esponenti di vertice della cosca Barbaro, tanto con la frangia denominata "Castanu" che con quella denominata "Nigru". Oltre Sergi, numerosi candidati annoverano rapporti di parentela, di affinità o frequentazioni con persone ritenute ai vertici dei sodalizi mafiosi dominanti in quell'area. La lista "Plati res pubblica", di cui è promotore Mittiga Francesco - già sindaco del comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2006 - è sottoscritta da 32 sostenitori e costituita da nove candidati. Il candidato sindaco Ilaria Mittiga è figlia del Francesco Mittiga. Anche un altro candidato della medesima lista ha un identico rapporto di parentela con un ex assessore della giunta eletta nel 2004 e sciolta nel 2006 per infiltrazione mafiosa.

    Impresentabili tutti in liste civiche. Sono tutti nelle liste civiche i 14 nomi di candidati 'impresentabili' secondo il lavoro reso noto oggi dalla commissione Antimafia. La presidente della commissione Rosy Bindi, ha spiegato che la relazione conclusiva del lavoro dell'Antimafia è stata approvata all'unanimità da tutta la commissione e ha lanciato un appello alla politica: "Se si vuole combattere la mafia non ci si può nascondere, bisogna metterci la faccia". Bindi ha evidenziato come in alcuni Comuni i partiti politici non abbiano presentato candidati e in altri siano state presentate solo liste civiche. "Che le liste civiche fatte nei comuni presi in esame siano un varco per le mafie è indubbio. Conosciamo anche liste civiche come capacità di riscatto, non vogliamo certo col nostro lavoro delegittimare tentativi che ci sono, ma il 100% di liste civiche in quasi tutti i comuni sciolti per mafia, qualcosa vorranno dire". Così la presidente Rosy Bindi in conferenza stampa. "I partiti - ha evidenziato Bindi - devono decidersi a prendere sul serio questa situazione. Se vogliamo estirpare la mafia, ci vogliono forze politiche chiare, che non fanno operazioni trasformistiche: ricostruendo la storia di alcune liste civiche si trovano candidati cacciati che si alleano con pezzi di avversari. In un comune, le tre famiglie di riferimento ndranghetista hanno piazzato i loro candidati ciascuna in una delle tre liste. Diano Marina potrebbe presentare un certo interesse da questo punto di vista, ma le mafie non hanno più confini. La provincia di Imperia è la sesta provincia calabrese".

    Bindi, voto unamime su relazione. "Voto unanime alla relazione finale. La scelta è caduta su questi comuni perché certo non potevano verificare 1.432 altri comuni e circa 150 mila candidati". Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, illustrando il lavoro svolto per le elezioni comunali di domenica prossima. Sono stati "3.755 i candidati esaminati, tra i quali, molti a Roma, soprattutto per il sesto municipio". Le verifiche sono state fatte sulla base della legge Severino, con casi di incandidabilità e ineleggibilità e sul clima nel quale si è svolta la campagna elettorale, con "eventuali condizionamenti ambitali".

    Bindi, situazione migliorata rispetto anno scorso. "Abbiamo rilevato una situazione sicuramente incoraggiante rispetto allo scorso anno. Credo che attenzione che si è creata intorno alla qualità della classe dirigente ci consegna dei dati preoccupanti, ma anche rassicuranti per le situazioni più critiche". Lo ha riferito la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi nel corso della presentazione della relazione sui comuni sciolti per infiltrazione mafiosa.

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