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    Definitiva la condanna del reggino che sparò al CC a Palazzo Chigi

     

     

    Definitiva la condanna del reggino che sparò al CC a Palazzo Chigi

    06 mag 16 E' definitiva la condanna a 16 anni per tentato omicidio per Luigi Preiti, l'uomo che nel giorno dell'insediamento del Governo Letta, il 28 aprile 2013, sparò ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione che ha rigettato il ricorso della difesa, che chiedeva il riconoscimento della seminfermità mentale, e accolto le richieste del pg che aveva sollecitato la conferma della condanna della Corte di appello di Roma del 10 febbraio 2015. Secondo il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Corasaniti, nel comportamento di Preiti "c'è stato dolo omicidiario e non delirio" e 16 anni di reclusione sono "una pena adeguata". Contestando la tesi dell'accusa, incentrata sul vizio parziale di mente, il pg ha affermato nella sua requisitoria che "l'azione di Preiti si è svolta con una presa di mira precisa": infatti, "si è spostato in treno, ha acquistato il biglietto da Rosarno a Roma, dotandosi di una cartina e di una pistola con matricola abrasa". L'imputato, ha aggiunto, "è una persona con problemi come tante migliaia di persone in questo Paese. Tutti allora dovrebbero organizzarsi per commettere un omicidio di fronte alla prima divisa". L'azione di Preiti, ha concluso l'accusa, "era assolutamente idonea a integrare il reato contestato" di tentato omicidio di quattro carabinieri.

    Con la decisione della Cassazione "speriamo che sia finita la vicenda processuale, che ci sia finalmente un punto fermo, definitivo da mettere a questa storia. E' quello che ci siamo detti anche con mio padre": così Martina Giangrande, figlia del brigadiere Giuseppe Giangrande, ferito davanti a Palazzo Chigi il 28 aprile 2013, riportando anche il pensiero del padre, commenta la sentenza di stasera che condanna definitivamente a 16 anni Luigi Preiti, l'uomo che gli sparò. "Dire se 16 anni sono tanti o pochi è irrisorio, inutile, perché non cambia niente - ha aggiunto Martina Giangrande - Il problema per noi c'è e rimane, e ci ha cambiato la vita". Il brigadiere Giangrande è rimasto invalido a causa delle ferite subite nella sparatoria.

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