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    Ballottaggio: reazioni e commenti

     

     

    Ballottaggio: reazioni e commenti

    21 giu 16 "Le elezioni delle geometrie variabili. Così si potrebbe sinteticamente riassumere un dato elettorale che occorrerà analizzare sul campo, per avere un quadro più chiaro e leggibile, che ci consenta di elaborarne una traduzione politica". Lo afferma, in una nota, Giovanni Puccio, segretario regionale organizzativo del Pd. "Al primo turno a Crotone - prosegue Puccio - si recano a votare 35.510 elettori pari al il 71,14%, al ballottaggio 21.698 elettori, il 45,87%, il 25% in meno, pari a quasi 13.000 elettori. Pugliese, il sindaco eletto, che aveva raccolto 9.054 voti pari al 26,23% (700 voti in meno circa, delle sue liste) balza a 12.860 voti, 59,27%. La Barbieri che aveva ottenuto 10.446 voti pari al 30,26% (2.450 in meno rispetto alle sue liste al 38,41%) al ballottaggio ottiene 8.838 voti pari al 40,73%, 1.600 voti in meno rispetto al primo turno. I numeri, duri e crudi sono la base di partenza per ogni analisi e occorre riconoscere la sconfitta, ma si rischia di andare fuori strada e farci commettere l'errore di individuare capri espiatori e responsabilità individuali che potrebbero essere fuorvianti. Va dato atto e va riconosciuto alla Barbieri di essersi messa a disposizione di una battaglia difficile che ha affrontato con coraggio, intelligenza e determinazione. Ma si sapeva che non sarebbe stato facile, perché quell'equilibrio politico instabile di Crotone, era esposto a rischi seri". "In primo luogo, il voto - sostiene ancora Puccio - mette in evidenza gli effetti di una crisi che a Crotone, in Calabria e nel mezzogiorno assume carattere strutturale. La crisi pesa come un macigno, sull'economia calabrese, dall'industria, alla sottoutilizzazione delle risorse naturali, ambientali ed agricole nonostante i passi avanti fatti nel corso dei mesi scorsi. Le famiglie non reggono allo stress che continua a manifestarsi. La disoccupazione specie quella giovanile ha effetti devastanti. Ma quello che ha pesato è anche una certa ripetitività della politica e dello scarto tra gli annunci e i fatti. Ed è dentro tale scarto che occorre indagare il livello preoccupante della disaffezione e della sfiducia sullo strumento elettorale e la sua curvatura sempre più dipendente dalla logica dello scambio elettorale a scapito di una virtuosa progettualità su cui invece dovrebbe concentrarsi l'iniziativa politica del Partito Democratico". Per Puccio "è utile in tempi rapidi convocare gli organismi ed avviare una riflessione seria ed approfondita sullo stato del Partito, finalizzata ad un progetto di rinnovamento aperto alle nuove forze che si sono misurate in questa campagna elettorale, e di forte rilancio dell'iniziativa politica. Al fine di mettere in campo una opposizione seria e costruttiva".

    "Le elezioni amministrative del 5 giugno e i successivi ballottaggi di domenica scorsa hanno espresso sul piano nazionale un chiaro verdetto decretando la sconfitta dell'arroganza, della prepotenza, della presunzione e dell'incapacità di Matteo Renzi e del Pd". Lo sostiene, in una nota, Michelangelo Tripodi componente del coordinamento dell'Associazione per la Ricostruzione del Partito Comunista. "Il risultato elettorale - prosegue Tripodi - esprime un chiaro e netto giudizio di condanna nei confronti delle politiche antidemocratiche, antipopolari e antisociali che il governo Renzi ha portato avanti fin dalla sua nascita, dalla legge elettorale autoritaria alla riforma costituzionale antidemocratica, dal Jobs act che cancella l'art. 18 alla riforma della scuola che favorisce le scuole private e consegna un potere assoluto ai presidi, dalla beffa ai pensionati fino allo scandalo dell'acquisto degli F35, dai soldi e favori alle banche, alla finanza e ai petrolieri fino allo scandalo delle trivelle, ecc.. Ma questo voto ha anche pesanti ricadute locali. In Calabria il grande sconfitto ha il nome di Mario Oliverio, presidente della Regione. Già un anno fa, di questi tempi, il voto amministrativo aveva segnalato in Calabria un crescente malessere e un diffuso malcontento nei confronti dell'immobilismo e del continuismo dimostrato da Oliverio. I risultati dei centri urbani più grandi della Calabria nei quali si era votato, da Vibo Valentia a Lamezia Terme, da Polistena a Villa San Giovanni, da Melito Porto Salvo a Soverato, erano stati assai negativi per il Partito Democratico. Adesso dopo la disfatta devastante del PD nel primo turno a Cosenza in casa dei suoi maggiorenti calabresi (Carbone, Oliverio, Magorno, Guccione, Adamo, Bruno Bossio, Aiello, ecc.), al ballottaggio il Pd colleziona un'altra pesantissima batosta a Crotone, l'altra città capoluogo interessata a questo turno elettorale. Una vera e propria Caporetto nel momento di massima concentrazione del potere nazionale e regionale nelle sole mani del Pd. Non era mai accaduto che gli elettori calabresi, in così poco tempo, esprimessero un giudizio di così totale e inappellabile condanna nei confronti di un presidente di regione che con la sua incapacità e incompetenza sta definitivamente affondando la Calabria nella paralisi e nell'immobilismo più assoluto, con tutte le gravissime conseguenze negative che si scaricano sulla pelle dei cittadini calabresi in termini di meno lavoro, meno sanità, meno servizi, meno trasporti, meno tutele sociali, meno diritti.

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