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    Referendum, reazioni e commenti

     

     

    Referendum, reazioni e commenti

    05 dic 16 "I dati elettorali ormai definitivi consentono una prima valutazione sull'esito del voto referendario in Calabria, nonostante il dato non positivo in termini di partecipazione, che complessivamente ci pone all'ultimo posto del Paese, e sul quale appare improrogabile una riflessione allargata sullo stato di salute della democrazia nella nostra regione". Lo afferma Angelo Broccolo, coordinatore regionale comitato promotore Sinistra Italiana. "Ad iniziare - prosegue - dalla necessaria autoriforma della politica, avvertita, qui in maniera ancor più stridente come lontana se non ostile alla vita reale dei cittadini. Si inizi ad esempio a porre un freno all'assurda situazione dei vitalizi dei consiglieri regionali. Che costano ben 9,5 milioni di euro ai calabresi. Ossia 500 mila euro in più rispetto a quanto avremmo risparmiato con l'abolizione del CNEL. Ipotesi da realizzare immediatamente con una semplice legge ordinaria delle Camere. Nel caso specifico della Calabria con il 33% di consenso racimolato dai sostenitori del Sì appare chiara la sostanziale bocciatura del governo regionale che ha investito tutta la propria forza persuasiva in questa circostanza. Dopo le debacle in serie per quanto riguarda le amministrative tenutesi in questi ultimi due anni, appare chiaro che quanto accade nella 'Cittadella' sia sempre più distante dalla popolazione. Come Si abbiamo più volte, inascoltati, suggerito un cambio di rotta radicale delle politiche finora perseguite in assoluta autoreferenzialità dalla maggioranza. E' tempo che la maggioranza regionale, dalla quale giova ricordare siamo stati esclusi sin dal primo momento, prenda atto del sostanziale tracollo di consenso e che si traggano le necessarie conclusioni".

    "Una vittoria della democrazia, una dimostrazione della grande maturità del popolo calabrese che ha compreso le ragioni del No e non si è lasciato condizionare da promesse e bugie". Lo afferma Domenico Tallini, consigliere regionale. "Ma è anche - prosegue - un voto che schianta, senza se e senza ma, Oliverio e il Partito della Nazione che si voleva sperimentare in Calabria. Oliverio era stato eletto due anni fa con un'affluenza di appena il 44%, oggi con un'affluenza arrivata al 54,43% i calabresi bocciano lui, la sua disastrosa azione di governo, le bugie confezionate con il premier. Anche Oliverio, barattando il suo Sì con la promessa di essere nominato commissario per la sanità, aveva 'personalizzato' il referendum. Il 67% di No contro il misero 32,98 di Sì non lascia spazio ad interpretazioni. Ora il Governatore si affannerà a dire che il voto del referendum non c'entra nulla, magari disconoscerà anche Renzi pur di rimanere a galla, ma i calabresi hanno già scritto la parola fine alla sua disastrosa esperienza. Ma non è l'unica clamorosa bocciatura. Il prode segretario regionale del Pd viene addirittura centrifugato nella 'sua' Diamante, dove il No raggiunge il 72%. Anche gli altri alfieri del Pd sono stati severamente castigati, come il giovane Falcomatà che incassa a Reggio Calabria quasi il 70% di No, nonostante il comizio di chiusura di Renzi.

    "Ancora una volta ha vinto la Costituzione, contro l'arroganza, la prepotenza, la mancanza di rispetto per la sovranità popolare e i diritti dei cittadini". Lo afferma l'Ampi di Crotone. "Hanno usato tutti gli strumenti possibili - è scritto in una nota - il denaro, la stampa, i poteri forti, gli stranieri; sono ricorsi al dileggio e alla diffamazione degli avversari, ma il popolo italiano non si è lasciato convincere e ha dato una dimostrazione grandiosa di maturità. Noi che abbiamo fatto una campagna referendaria rigorosa, sul merito, con l'informazione e il ragionamento, siamo felici e orgogliosi di questo successo. Ora finalmente si potrà pensare di attuare la Costituzione nei suoi principi e nei suoi valori fondamentali, per eliminare le disuguaglianze sociali, privilegiare lavoro e dignità della persona, per riportare la serietà, l'onestà e la correttezza nella politica e nel privato. Alle sorti del Governo provvederà il Presidente della Repubblica e noi ci rimettiamo alla sua saggezza".

    L'Osservatorio Falcone-Borsellino, in una nota, "esprime molta soddisfazione per la vittoria dei cittadini nel referendum costituzionale. L'Osservatorio dai primi momenti ha fatto campagna elettorale per il No con i pochi mezzi a sua disposizione, finalmente una bellissima giornata, abbiamo contribuito nel nostro piccolo a sconfiggere la politica del dott. Renzi che in questi anni non ha risolto un problema, in modo particolare per i giovani e gli anziani. Con questo risultato è stata sconfitta la casta dei privilegi".

    "La gente ha parlato in maniera inequivocabile. La netta vittoria del No è la vittoria dei calabresi e di tutti gli italiani che hanno messo fine a questo scempio di Governo e salvato la nostra Costituzione". Lo afferma Francesco Cannizzaro, capogruppo Cdl al Consiglio regionale. "Un'onda di voti contrari alla riforma - prosegue - ha travolto Renzi e i suoi, ha 'affossato' tutti gli uomini e le donne del Pd che oggi non hanno alcuna possibilità di appello. La sconfitta del Pd nazionale, regionale e locale mette un punto decisamente importante che deve far riflettere gli attuali amministratori incapaci di governare un Paese, una Regione, una città, Reggio Calabria. La gente ha mostrato di non voler essere più amministrata da politici che hanno messo in primo piano, sempre, il loro interesse e non quello della comunità, che volevano spazzare con un Sì al referendum costituzionale la democrazia. L'Italia è andata in massa a votare per mandare a casa il Governo sancendo una pesante sconfitta sul territorio per coloro che pensavano di venire in Calabria ad abbindolare i cittadini senza nemmeno ascoltarli. E' una sconfitta senza precedenti per Renzi, Oliverio e Falcomatà. Una sconfitta che dovrebbe far fare in massa un passo indietro di tutti per consentire adesso ai cittadini di tornare alle urne il prima possibile".

    Il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, sostiene che "ieri è stata scritta una bellissima pagina di democrazia. La riforma che avrebbe deturpato la Costituzione è stata respinta dalla larghissima maggioranza degli elettori italiani. I cittadini, in un referendum senza quorum, si sono presentati in massa alle urne per sancire un netto rifiuto del Ddl Renzi-Boschi, ma soprattutto per dire 'no' a un Governo che, dietro le abili operazioni d'immagine, non è stato in grado di risolvere i gravi problemi che affliggono il Paese. L'ultimo bluff di Renzi, dopo oltre mille giorni di promesse e vuoti slogan, è stato finalmente smascherato. Adesso dobbiamo guardare al futuro. Si apre una nuova fase. Se i dati del referendum vengono ben analizzati e calati nelle diverse realtà territoriali, emerge che in Calabria continua una profonda disaffezione dalla politica a trazione Pd, che ha registrato il peggiore risultato d'Italia. Un risultato addirittura peggiore a Reggio, dove il 70 per cento degli elettori ha bocciato sia la riforma, sia il suo principale sponsor in città, cioè il sindaco Falcomatà, che ha incassato una cocente sconfitta di cui deve trarre le conseguenze politiche. A Reggio il referendum era un voto anche sull'Amministrazione comunale, che a due anni dalle elezioni ha raggiunto livelli bassissimi di consenso. Adesso auspichiamo almeno che venga restituita alla città una Giunta Municipale, visto che l'attività amministrativa è stata paralizzata per oltre un mese, a causa del referendum poi sonoramente bocciato dai cittadini. Occorre governare la città - conclude Giuseppe Raffa - che è stata abbandonata a sé stessa e oggi sta toccando uno dei punti più bassi della sua storia recente".

    "E' un risultato straordinario che, bocciando una riforma pasticciata, inutile e a tratti incomprensibile, ci riempie di soddisfazione. La decisione del premier Renzi di dimettersi è il passaggio obbligato dinanzi ad una sconfitta eclatante". Lo afferma il consigliere regionale di Fi Giuseppe Mangialavori. "In Calabria aver letteralmente stracciato una riforma che avrebbe ridotto Regioni e poteri locali a fare le comparse, impoverite di competenze e funzioni, in una sorta di dopolavoro senatoriale - prosegue - il dato è altrettanto massiccio e secco. Se il Presidente della Giunta regionale, la cui presenza nelle file dei 'si' ha lasciato intendere ai calabresi che in quella parte non c'era alcun rinnovamento ma anzi che si nascondevano le peggiori trattative per mettere le mani sulla sanità, conservasse ancora un briciolo di responsabilità, dovrebbe semplicemente rassegnare le dimissioni. La vittoria del 'no' in Calabria boccia non solo una riforma scritta malissimo e il premier di un governo antimeridionale nei fatti, ma anche un'esperienza di governo della Regione che in due anni ha prodotto solo errori, confusione e azzerato le speranze di crescita e sviluppo dei calabresi".

    "In Calabria, Oliverio schiacciato dall'esito referendario sia conseguente a Renzi e si dimetta. Non è bastata la presenza di Matteo Renzi a Reggio per evitare ad Oliverio e a tutto il Pd calabrese, la sconfitta più amara". Lo afferma Domenico Furgiuele, coordinatore regionale di Noi con Salvini. "L'esito referendario - prosegue - 'frana' addosso al governo Oliverio con il peso schiacciante del 67% dei No, frutto evidentemente di una coscienza di popolo non del tutto assuefatta alla mala politica calabrese. Renzi, il Pd e Oliverio hanno provato fino alla fine ad evitare la sonora sconfitta, così anche in Calabria hanno promesso l'inverosimile, prima la conclusione dei lavori autostradali, per i quali in realtà si procederà solo ad un superficiale restayling per una A3-Sa/Rc che sarà inaugurata per l'ennesima volta, priva però per 57 km della corsia di emergenza. Poi la promessa di realizzare il ponte sullo Stretto e in 'fotofinish' la 'norma De Luca', con l'impegno di restituire anche ad Oliverio la 'utile' titolarità di commissario nella sanità. Promesse e invenzioni che non hanno ingannato un popolo testimone della incapacità amministrativa di Oliverio e della sua giunta".

    "Il Popolo italiano ha bocciato una riforma sbagliata nel merito e soprattutto un Governo che ha fallito su tutti i fronti". Lo sostiene il portavoce di "Italia nazionale", Fausto Orsomarso. "Azione Nazionale - aggiunge - ha dato un importante contributo di mobilitazione su tutto il territorio del Paese. In una fase di disaffezione e smarrimento per tutto l'elettorato di centrodestra, un ringraziamento sentito va a tutti i militanti e dirigenti di Azione Nazionale che, in oltre cento manifestazioni da Trento a Palermo, hanno animato il dibattito sul Referendum e lavorato con la massima determinazione per contribuire a ricostruire un centrodestra unito, inclusivo e di governo.

    Secondo i "Comitati per il Sì di Reggio Calabria", quello di ieati "é stato un voto fortemente politicizzato, segnato da un'affluenza significativa e caratterizzato da una polarizzazione tra schieramenti contrapposti su valutazioni lontane dal reale contenuto della riforma costituzionale. Abbiamo perso una grande occasione. E' stato un voto in larga parte di protesta, personalizzato sulla figura del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, prendendo atto del risultato dell'urna e rassegnando le sue dimissioni, ha dimostrato un alto senso delle istituzioni, purtroppo non comune nella storia del nostro Paese. L'Italia ha mancato una grande opportunità, ma il grande merito di questa campagna elettorale, pur aspra e dai toni spesso sopra le righe, è stato comunque anche quello di riportare i cittadini a leggere ed innamorarsi della nostra splendida Carta costituzionale. Una lezione che la politica nazionale deve saper interpretare con attenzione".

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