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Legambiente "Fare luce su danni in Calabria da inchiesta petrolio"

 

 

Legambiente "Fare luce su danni in Calabria da inchiesta petrolio"

06 apr 16 "Se le indagini della Procura di Potenza saranno confermate chiederemo alle associazioni di categoria di applicare il principio 'chi inquina paghi' al loro interno, per l'espulsione degli imprenditori che risulteranno eventualmente colpevoli delle attività illecite ipotizzate". E' quanto afferma Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria, in relazione al coinvolgimento di alcune aziende calabresi nell'inchiesta della Procura di Potenza sul presunto smaltimento in Calabria di rifiuti pericolosi provenienti dal Centro oli di Viggiano (Potenza). "Chiediamo, inoltre - prosegue Falcone - un intervento dell'ente di Governo D'ambito per il Servizio idrico integrato 'Autorità idrica della Calabria", istituita con deliberazione di Giunta regionale n. 256 del 27 luglio 2015, che ancora pare essere sulla carta, nei confronti delle aziende coinvolte. Legambiente Calabria chiede ad Arpacal e alle Aziende sanitarie provinciali di fare luce sui danni ambientali provocati al territorio ed alla salute dei cittadini". "Quella del petrolio - sostiene ancora Falcone - si conferma una filiera oscura e foriera di distorsioni che danneggiano pesantemente i territori. La legge sugli ecoreati, ottenuta dopo 21 anni di lotte, costituisce un forte strumento di contrasto alle illegalità ambientale. Tante le inchieste cadute nel vuoto perché non sostenute da norme adeguate. A quasi un anno dall'entrata in vigore della legge sui reati ambientali, la norma ha prodotto enormi risultati per l'ambiente e per i cittadini. Ma non basta. Serve liberare i territori dalla schiavitù delle fonti fossili, ed è per questo che il referendum del 17 aprile potrà dare un enorme contributo alla tutela dell'ambiente e allo sviluppo di un futuro pulito"

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