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    Dieci Regioni dicono no alle trivellazioni e indicono referendum

     

     

    Dieci Regioni dicono no alle trivellazioni e indicono referendum. Governo apra tavolo

    29 set 15 Sono dieci i Consigli regionali che hanno deliberato favorevolmente sui quesiti in materia del decreto "Sblocca Italia": Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania, Molise. Raggiunto e superato, quindi, il quorum previsto dall'art. 75 della Costituzione per richiedere il referendum. In Corte Suprema di Cassazione, domani 30 Settembre 2015, verranno depositati dai delegati regionali un totale di sei quesiti: il primo riguardo l'art. 35 del decreto sviluppo, ed altri cinque in materia di procedimento introdotto dal decreto cd. "Sblocca Italia"; dei quali tre sull'art. 38, uno sul decreto Semplificazioni del 2012 ed uno sulla legge n. 239 del 2004, che al decreto Sblocca Italia comunque si ricollega.

    Governo apra tavolo. Domani i delegati di 10 Regioni saranno in Corte di Cassazione per depositare i quesiti referendari sul cosiddetto decreto "sblocca Italia" ma la Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali si dice pronta a sedersi ad un tavolo con il Governo per trovare una mediazione. "Siamo pronti a fare da soggetto di interlocuzione e di raccordo tra le istanze promosse dai Consigli e il Governo - spiega il coordinatore della Conferenza delle Assemblee legislative, Franco Iacop - auspichiamo che il Governo voglia assumere un'iniziativa per aprire un tavolo di confronto prima di trovarci di fronte alla necessità di dover svolgere il referendum". Iacop ricorda che ordini del giorno che auspicano un confronto tra Governo e sistema delle Regioni "per evitare uno scavalcamento delle competenze proprio in questi giorni in cui c'e' in Parlamento l'esame della riforma della Costituzione e in particolare del Titolo V", sono stati approvati da alcuni Consigli regionali. "Il problema c'é - sottolinea Iacop - se teniamo presente che 10 Consigli regionali a maggioranza assoluta hanno sottoscritto le delibere per attivare la procedura di referendum, come prevede l'art. 75 della Costituzione". "I territori non possono essere tagliati fuori da decisioni cosi importanti per le loro comunità Per questo motivo - conclude Iacop - se il Governo deciderà di aprire un Tavolo per la revisione della normativa, sarà sicuramente un'idea di buon senso, come dimostrato anche dal segnale di apertura lanciato del Presidente dell'Emilia-Romagna Bonaccini. Auspichiamo che il governo faccia un passo siamo qui per ragionare assieme".

    Greenpeace: le vuole solo Renzi. "Affondano i piani fossili della Croazia, ormai resta solo Renzi a volere le trivelle nei nostri mari", afferma Greenpeace rilevando che "sembra essere durato poco più di un anno il 'sogno fossile' della Croazia nell'Adriatico. L'assalto del governo di Zagabria ai propri mari alla ricerca di petrolio ha infatti subito in questi giorni una battuta d'arresto, dato che i contratti con le compagnie petrolifere assegnatarie dei 'lotti' di estrazione predisposti dal governo guidato da Zoran Milanovic non sono stati firmati. Negli ultimi mesi, ricorda Greenpeace, "alcune delle aziende che avevano avuto in concessione dieci delle ventinove aree in cui è suddiviso il piano croato hanno fatto marcia indietro". Dei dieci lotti già assegnati, "l'unico che al momento manterrebbe qualche chance di sfruttamento in futuro sarebbe quello assegnato a un consorzio formato dall'italiana Eni e dalla MedoilGas, la stessa compagnia responsabile del progetto Ombrina Mare in Abruzzo" aggiunge l'associazione ambientalista. Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia ricorda che "in vista della Conferenza sul Clima di Parigi, le grandi superpotenze mostrano segnali inediti di impegno per la riduzione delle emissioni e le compagnie petrolifere arretrano. A non accorgersi della direzione in cui vanno l'industria energetica e il mondo restano solo Renzi e il suo esecutivo". Boraschi ricorda anche che "sono già otto i consigli regionali che - avvalendosi per la prima volta di questa facoltà prevista dalla Costituzione - hanno votato per indire un referendum sullo Sblocca Italia e sul Decreto Sviluppo, i congegni normativi che oggi accelerano e facilitano l'avanzata delle trivelle nei nostri mari. Al momento vi sono sul tavolo le sorti di ben 88 procedimenti per il rilascio di nuove concessioni". La strategia energetica del governo Renzi "è sbagliata e procede in direzione ottusa e contraria - aggiunge Boraschi - Non genera ricchezza, né occupazione, né tanto meno ridurrà la dipendenza energetica dell'Italia. Le trivelle uniscono tantissimi cittadini, movimenti, associazioni e governi locali in un secco 'no': è ora che, almeno per pudore della democrazia, Renzi li ascolti"

    Alfonso Pecoraro Scanio ex ministro dell'Ambiente e promotore della petizione Referendum NoTriv sulla piattaforma Chang.org ha consegnato stamane alla presidente del consiglio regionale della Campania la petizione popolare che ha raggiunto 42.000 adesioni. "Con la Campania e la Liguria oggi sono 10 le regioni che hanno votato per indire i referendum abrogativi delle norme filo trivelle del governo" spiega Pecoraro rilevando che la petizione ha ottenuto 42mila adesioni "grazie a queste 10 regioni coraggiose e spero che altre sostengano comunque l'iniziativa". "Come per i referendum su acqua pubblica e nucleare del 2011 - conclude - sono certo che l'Italia dirà Sì nel 2016 a rinnovabili ,ambiente, turismo e agricoltura e No alla follia del rischio petrolio nei mari e nelle campagne italiane"

    "La scelta fatta all'unanimità, dal Consiglio Regionale della Calabria di promuovere insieme alle altre cinque regioni che si affacciano sull'Adriatico e sullo Ionio, il referendum abrogativo della norma tecnica che autorizzava le trivellazioni nel mar Ionio su una superficie marina di 3500 km quadrati con decine di comuni costieri calabresi, per la ricerca del gas e petrolio, conferma una visione nuova e moderna di concepire lo sviluppo che ha i capisaldi nel territorio (diffusamente inteso) e nelle coste". Lo afferma il presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro che, è scritto in una nota, "plaude non solo ad una chiara posizione assunta sin dall'inizio dal Presidente Mario Oliverio, ma anche alla determinazione dell'intero Consiglio Regionale". "Una preferenza - prosegue - che indica una precisa direzione di marcia, verso quella Calabria che vogliamo e che anche grazie allo slancio e ai temi proposti da Expo Milano oggi assume una maggiore valenza. Il boom delle iscrizioni dei giovani nelle scuole e facoltà ad indirizzo agrario è un indicatore preciso ed una rotta che bisogna assecondare. Il passato, anche recente, con una industrializzazione forzata che ha stuprato territori agricoli, paesaggistici e turistici di grande valore anche storico-culturale, con questa chiara opzione, lo lasciamo alle nostre spalle. Questo, lo considero un premio a chi in questi anni, come il settore agricolo ed agroalimentare, ha investito nella qualità e distintività delle proprie produzioni e vuole continuare a farlo proprio per 'spendere bene' i fondi comunitari. Il Consiglio Regionale ha raccolto saggiamente e con acutezza le istanze delle popolazioni evidenziando come sia necessario 'porre l'attenzione principalmente sulla tutela degli interessi del territorio e di tutte le eccellenze che fanno della Calabria un posto unico e meraviglioso'. Un 'no' detto all'unisono dalle Regioni, che non è ideologico ma scaturisca dalla valutazione concreta del contesto nel quale si propone di procedere all'autorizzazione delle trivellazioni intraprendendo una legittima iniziativa volta a tutelare i territori delle Regioni interessate. Continuiamo a guardare avanti verso i futuri che ci appartengono, fatti di sviluppo sostenibile e durevole, conciliazione tra uomo e ambiente, con un ritorno alla terra e a tutto ciò che ad essa è connesso per non consegnare alle future generazioni luoghi impoveriti e degradati, esaltando l'abitabilità dei luoghi e la vitalità delle relazioni socio-economiche". "Chiediamo, che con la stessa determinazione il Consiglio regionale aiuti il Governo regionale e nazionale - conclude Molinaro - alla definizione del masterplan per il sud, al fine di valorizzare agroalimentare, turismo e beni culturali che sono il vero petrolio del Mezzogiorno".

     

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